20 Maggio
20 maggio 2024 |
« »
Il venti di maggio, alle otto della sera, tutt’e sei le batterie della brigata d’artiglieria di stanza a N., in via di trasferirsi al campo, sostarono a pernottare nel paesino di Mjestèčki. Proprio al colmo della baraonda, mentre alcuni degli ufficiali s’affancendavano intorno ai cannoni, e altri, radunati così a cavallo sulla piazza presso il sagrato, ascoltavano le indicazioni dei furieri d’alloggiamento, di dietro alla chiesa apparve un cavallerizzo in panni borghesi, su una strana cavalcatura. Era una cavallina color isabella, di piccola statura, bella di collo e corta di coda, la quale non incedeva diritta, ma un po’ di sbieco, e scandiva con le zampe certi piccoli movimenti di danza, da parer che le battessero le zampe col frustino. Quando fu accosto agli ufficiali, il cavallerizzo si sollevò il cappello, e disse: “Sua Eccellenza il luogotenente generale von Rabbeck, proprietario di queste terre, invita i signori ufficiali a favorire immediatamente in casa sua, per una tazza di tè…”. La cavallina fece un inchino, si rimise a danzare e, sempre di sbieco, tornò sui suoi passi; il cavaliere, ancora una volta, si sollevò il cappello, e, di lì a un istante, lui e la sua strana cavalcatura dileguavano là di dietro alla chiesa.
Anton Čechov, Un bacio, 1887, tr. it. A. Villa, in Racconti, Einaudi 1974, vol. II, p.282
Il timido capitano Rjabòvič, in sosta con la sua compagnia, si trova a vivere un’avventura inaspettata in casa del luogotenente von Rabbeck, che ha invitato a cena tutti gli ufficiali, la sera del 20 di maggio. Mentre si aggira per la vasta casa, cercando di tornare dalla sala del biliardo al salone, il capitano entra per sbaglio in una stanza buia, dove una donna gli getta le braccia al collo e lo bacia, per poi ritrarsi subito, appena si accorge che egli non è la persona che stava aspettando. Da quell’incontro, la scialba vita di Rjabòvič – almeno per un po’ – cambia. Con la curiosità di indovinare chi possa essere la sconosciuta, ripercorre i dettagli della serata di maggio, finestre aperte, cognac, musica, profumi di lillà, di rose, di pioppi. È maggio anche all’inizio della vicenda di un’altra opera di Čechov, Il giardino dei ciliegi.