Graffiti nel tempo
Era come oggi un dieci febbraio quando, nel 1930, qualcuno, salito sulla Torre delle Milizie a Roma, tracciò su una parete questa eloquente scritta:
“Qui chiavai Teresa, ventenne bella simpatica seducente
rimasta sedotta 10 – 2 – 30″
E questa è solo una delle oltre quattrocento scritte murali che popolano le pareti della Torre delle Milizie, costruzione del XIII secolo annessa oggi al complesso dei Mercati di Traiano-Museo dei Fori Imperiali.
Individuate, trascritte e studiate nel corso di una lunga ricerca – al confine fra storia, scrittura, memoria, uso dei monumenti – da Daniela Collu, per una tesi di laurea in storia dell’arte (Sapienza 2010), queste iscrizioni spontanee, leggibili o cancellate, isolate o sovrapposte, anonime o firmate, datate o perse nel tempo raccontano la storia dell’edificio. E trasformano i suoi 42 metri di altezza in un enorme libro degli ospiti, rivelando dinamiche e sfumature del rapporto sempre mutevole dell’uomo con lo spazio pubblico e con la memoria in (e di) sé. Nel corso dei secoli la Torre ha cambiato più e più volte destinazione d’uso, passando ad esempio, dall’essere luogo di preghiera e penitenza delle monache del vicino convento di Santa Caterina in Magnanapoli nel XVII secolo a magazzino per il tabacco nel XIX.
Il 10 febbraio del 1930 un anonimo signore “conquistava” la simpatica e seducente Teresa, forse all’ultimo piano della Torre, dove la scritta è stata apposta, o sulla terrazza al piano di sopra, con la complicità di uno dei panorami più suggestivi di Roma e, magari non troppo romanticamente, consegnava la data alla memoria storica di un luogo, che per l’amore proprio non era mai stato usato. (d.c.)