Nel 1969 Seth Siegelaub realizza una mostra di cui esiste solo il catalogo, dal titolo One Month. 31 artisti sono invitati a riempire con un’opera – o con la loro sola risposta – i 31 giorni del mese di marzo dell’anno in cui gli americani sarebbero andati sulla Luna. In questo post Marina Andrea Colizzi racconta la curiosa storia di una mostra in forma di calendario.
One Month. March 1-31, 1969 è il secondo di tre progetti strettamente collegati tra loro che il curatore statunitense Seth Siegelaub realizza tra il gennaio e il settembre del 1969; si tratta di January 5-31, 1969, un’esposizione caratterizzata dall’assenza di opere in mostra ad eccezione del catalogo, e July, August, September 1969, un testo in cui si riporta la documentazione della realizzazione dei progetti di 11 artisti nel corso di tre mesi.
Per la realizzazione di One Month, Siegelaub stila una lista di 31 artisti, tanti quanti i giorni che compongono il mese di marzo, e assegna a ciascuno di loro un giorno del mese; ogni artista è invitato a inviare un contributo che deve essere realizzato nel giorno cui è stato associato. Ad ogni contributo viene quindi dedicata una pagina del catalogo/calendario.
La prima pagina è occupata dal calendario del mese di marzo del 1969; nella seconda viene riprodotta la lettera standard che il curatore invia a ognuno dei 31 artisti, completata negli spazi vuoti dal nome dell’ artista e dal giorno a lui assegnato.
Nelle lettere, spedite il 21 gennaio 1969, sono illustrate le istruzioni da seguire per poter partecipare, secondo le quali entro il 15 febbraio ogni artista potrà scegliere una di tre modalità con cui intende collaborare al progetto:
1) Aderire alla mostra con il proprio nome nell’elenco dei partecipanti, accompagnato da una descrizione della propria opera e/o delle informazioni relative ad essa
2) Aderire alla mostra con il proprio nome nell’elenco dei partecipanti, privo di ulteriori informazioni
3) Non comparire nell’elenco dei partecipanti.
Il nome di ogni artista che non risponderà entro il 15 febbraio non comparirà nell’elenco dei partecipanti.
L’elenco dei nomi degli artisti e i loro lavori saranno pubblicati e distribuiti a livello internazionale; tutte le risposte saranno da considerarsi di proprietà di chi pubblica il catalogo.
Partecipano con il proprio nome o inviando un contributo Terry Atkinson, Michael Baldwin, Robert Barry, Rick Barthelme, Iain Baxter, James Byars, John Chamberlain, Ron Cooper, Barry Flanagan, Alex Hay, Douglas Huebler, Robert Huot, Stephen Kaltenbach, Joseph Kosuth, Christine Kozlov, Richard Long, Robert Morris, Claes Oldenburg, Dennis Oppenheim, Alan Ruppersberg, Robert Smithson, De Wain Valentine, Lawrence Weiner, e Ian Wilson, mentre le pagine assegnate a Carl Andre, Mike Asher, Dan Flavin, On Kawara, Sol Lewitt, Bruce Nauman e Ed Ruscha rimangono bianche, senza darci la possibilità di sapere se la causa sia il desiderio di non comparire tra i partecipanti o l’assenza di una risposta alla richiesta di Siegelaub entro il 15 febbraio 1969.
I contributi più interessanti sono quelli in cui compaiono le coordinate spaziali e temporali dei progetti realizzati in occasione della mostra, come ad esempio il lavoro inviato da Richard Long, che consiste nella descrizione di quattro fotografie scattate nei pressi di Bristol il 21 marzo: mezzanotte tra il 20 e il 21 marzo, fotografia che mostra il livello della marea del fiume Avon, nel tratto in cui attraversa il quartiere di Hotwells; alba – alle ore 6.00 -, fotografia dal Bristol Suspension Bridge; crepuscolo – alle ore 18.30 – , fotografia dal Severn Bridge; mezzanotte tra il 21 e il 22 marzo, replica dello scatto del fiume Avon ad Hotwells.
Anche il lavoro di Douglas Huebler è strettamente legato alle coordinate spazio-temporali, ma in maniera del tutto differente: Huebler seleziona 31 intervalli di tempo nel corso delle 24 ore del 14 marzo e assegna ciascun intervallo di tempo ad ognuno dei 31 artisti invitati a partecipare alla mostra One Month. Secondo le istruzioni di Huebler, ogni artista dovrà riferire la propria posizione fisica relativa al preciso intervallo di tempo assegnatogli, facendo riferimento alla propria ora locale. Il contributo in catalogo di Huebler è costituito dalla descrizione del suo progetto; una lista dei nomi dei 31 artisti, accompagnati da orario assegnato e posizione fisica, andrà a completare il lavoro.
Del tutto originale è infine il contributo inviato da Terry Atkinson e Michael Baldwin. I due artisti, cui vengono assegnati due giorni consecutivi – rispettivamente 3 e 4 marzo – inviano lo stesso testo con il quale si comunica che entrambi accettano il giorno assegnato (“Both Michael Baldwin and myself accept the day we have each been allocated/Both Terry Atkinson and myself accept the day we have each been allocated”), che il lavoro di ciascuno sarà recapitato “entro due settimane” e che consterà in tre o quattro fogli dattiloscritti.
Sfogliando One Month di Seth Siegelaub consultiamo un calendario fatto delle azioni degli artisti, non solo di quelli che vi hanno preso parte attiva, ma anche di quelli che, lasciando una pagina bianca, stimolano la curiosità di noi lettori riguardo alla loro giornata del marzo 1969.
Su Siegelaub e il tempo, vedi qui
Marina Andrea Colizzi