I Settembre | First of September

1 settembre 2024

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On the morning of the first of September, Scarlett awoke with a suffocating sense of dread upon her, a dread she had taken to her pillow the night before.  She thought, dulled with sleep:  “What was it I was worrying about when I went to bed last night?  Oh,yes, the fighting.  There was a battle, somewhere, yesterday!  Oh, who won?”  She sat up hastily, rubbing her eyes, and her worried heart took up yesterday’s load again.
The air was oppressive even in the early morning hour, hot with the scorching promise of a noon of glaring blue sky and pitiless bronze sun.  The road outside lay silent.

Margaret Mitchell, Gone With the Wind, 1936

La mattina del primo settembre Rossella si svegliò con una soffocante sensazione di terrore, un terrore che la sera prima aveva dimenticato nel sonno. Ancora assonnata pensò: “Di che cosa ero tanto preoccupata ieri sera? Ah sì, della battaglia. Stavano combattendo, ieri. Chi avrà vinto?”. Si drizzò a sedere in fretta, strofinandosi gli occhi; e il suo cuore turbato sentì nuovamente tutto il peso che lo angosciava il giorno prima. L’aria era opprimente anche in quell’ora mattutina, calda della promessa di un meriggio infocato. La strada era silenziosa. 

Margaret Mitchell, Via col vento, 1936, tr. it. A. Salvatore, E. Piceni, ed. cons. Mondadori 1989, pp. 299-300

Dopo un’estate di tempo cupo e di terribili battaglie, il primo settembre 1864 il fronte della guerra fra Nordisti e Confederati ha quasi raggiunto la città di Atlanta, dove Rossella O’Hara è rimasta ad assistere Melania, sorella di suo marito (morto al principio della guerra) e moglie di Ashley, il grande amore della stessa Rossella. Appena alzata, la giovane protagonista sente i colpi di cannone e teme per la sua famiglia rimasta a sud, a Tara. Melania entra nel travaglio del parto mentre la città cade in mano ai Nordisti; Rossella tenta la fuga, aiutata da Rhet Butler, l’uomo che infine sposerà – in terze nozze – per poi separarsene e, di nuovo, desiderare di riconquistarlo. Una giornata cruciale, quella del primo settembre, vissuta da Rossella con la naturale adesione al presente che la caratterizza, per cui ogni giorno è un altro giorno.

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28 Giugno | 28 Juin

28 giugno 2024

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Lorsqu’il fut sur le trottoir, il demeura un instant immobile, se demandant ce qu’il allait faire. On était au 28 juin, et il lui restait juste en poche trois francs quarante pour finir le mois. Cela représentait deux dîners sans déjeuners, ou deux déjeuners sans dîners, au choix. Il réfléchit que les repas du matin étant de vingt-deux sous, au lieu de trente que coûtaient ceux du soir, il lui resterait, en se contentant des déjeuners, un franc vingt centimes de boni, ce qui représentait encore deux collations au pain et au saucisson, plus deux bocks sur le boulevard. C’était là sa grande dépense et son grand plaisir des nuits ; et il se mit à descendre la rue Notre-Dame-de-Lorette.

Guy de Maupassant, Bel-Ami, 1885

Quando fu sul marciapiede, rimase per un attimo immobile, incerto sul da farsi. Era il 28 di giugno, e gli restavano in tasca solo tre franchi e quaranta per tirare avanti fino alla fine del mese. Il che significava due pranzi senza colazione, o due colazioni senza pranzo, a scelta. Dato che i pasti del mattino costavano ventidue soldi rispetto ai trenta di quelli della sera, pensò che limitandosi ai primi gli sarebbe avanzato un franco e venti centesimi, la qual cosa significava altri due spuntini a base di pane e salame, più due boccali di birra sul boulevard. Ch’era poi tutta la spesa e tutto il piacere delle sue notti; e s’avviò lungo rue Notre-Dame de Lorette

Guy de Maupassant, Bel-Ami, 1885, tr. it. D. Selvatico Estense, Mondadori, 1993, p. 5

È una giornata calda come un forno a Parigi, il 28 giugno di un anno alla fine dell’Ottocento. Il giovane impiegato delle Ferrovie Georges Duroy, tornato dall’Algeria, con pochi soldi in tasca e molta sete, sta per incontrare l’amico ed ex commilitone Charles Forestier, che lo introdurrà nel mondo del giornalismo. Quel giorno di giugno comincia per Georges – detto Bel-Ami,amico del cuore – la personale discutibile scalata alla società parigina, dalla redazione del giornale La Vie Française, ai salotti della politica e della finanza, alle donne importanti, fra le quali anche la moglie dell’amico incontrato il 28 giugno, al principio della storia.

 

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26 Giugno

26 giugno 2024

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Una mattina calda, affannosa, il 26 del giugno, capitarono le prime notizie di una battaglia orribile: l’Austria era disfatta, diecimila morti, ventimila feriti, le bandiere perdute, Verona ancora nostra, ma vicina a cedere, come le altre fortezze, all’impeto infernale degli Italiani. 
Mio marito era in villa, e doveva starci una settimana. Suonai con furia; la cameriera non veniva; tornai a suonare; si presentò all’uscio il domestico. 
“Dormite tutti? maledetti poltroni. Fammi venire subito il cocchiere, ma subito, intendi?”
Qualche minuto dopo entrò Giacomo sbigottito, abbottonandosi la livrea.
“Da qui a Verona quante miglia ci sono?”

Camillo Boito, Senso, 1883, in Senso Storielle vane, Garzanti, 1990, pp. 359-60

La giovane e seducente contessa Livia, sposata a un uomo molto più anziano di lei, racconta nel suo diario (“lo scartafaccio segreto”) l’adulterio commesso con un ufficiale dell’esercito austriaco, Remigio Ruz. Sullo sfondo della guerra italo – austriaca del 1866, fra Venezia, Trento e Verona, si consuma la relazione della donna con il tenente, basata sull’interesse, da parte di lui, al denaro con cui pagare i vizi e l’esonero dalla vita militare. Il 26 giugno è il giorno fatale della vicenda, nel quale Livia, arrivate le notizie di una terribile battaglia (la data è prossima a quella della battaglia di Custoza, vinta dagli Austriaci, con ingenti perdite da entrambe le parti), decide di recarsi di sorpresa dall’amante a Verona. Trovatolo con un’altra donna, ricambia la sua slealtà con una denuncia ai superiori, segnandone così la fine, in poche ore di quel giugno afoso.

 

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26 Maggio

26 maggio 2024

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Giovedì 26 maggio, per un improvviso cedimento di cardini, la chiudenda del ponte dei Molini si sganciò pericolando sul lago. Il conte Tommaso alzò quegli occhi freddi e mi ingiunse di andare a chiamare maestro Bernardino. Venisse con i suoi strumenti d’ingegnere in cancelleria per disegnare i modi dei ripari e insegnarli agli artigiani. Non poteva esimersi, c’era bisogno di tutti. Con la sua solita maniera allusiva mio padre disse che il momento era venuto e si avviò, portando la sua cassetta di strumenti, verso il Palazzo. Io, sebbene affaticato, andai alla mia consueta ricognizione delle barche sotto Castello, al ponte San Giorgio. 
Mi ricordo bene quella mattina di sole che pareva stregato da nuvole basse strisciate di colori plumbei che promettevano tempesta

Maria Bellonci, Delitto di Stato, 1972, in Tu vipera gentile, Mondadori, 1977, p. 80

La vicenda si svolge a Mantova fra il 1627 e il 1637 ed è raccontata da due diverse voci. La prima è quella del conte Tommaso Striggi, consigliere del Duca, che affida alle carte il resoconto delle sue azioni a difesa del ducato, a partire dall’uccisione del nano Ferrandino, che ha portato con sé una catena di altri delitti e conseguenze nefaste. L’altra voce è di Paride Maffei, il suo giovane segretario, che presenta con sguardo diverso i fatti, le persone coinvolte – fra cui i suoi familiari e l’affascinante Flaminia, amante del Duca e poi sposa di Tommaso -, mentre la città di Mantova è alle soglie della decadenza, preda dei lanzichenecchi e della peste. Ricorrono nel racconto diversi giorni di maggio, profumati di gelsomini, volubili o – come questo 26 raccontato da Paride – illuminati da una luce stregata, foriera di colpi di scena. 

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13 Maggio | May 13th

13 maggio 2024

 

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That punctual servant of all work, the sun, had just risen, and begun to strike a light on the morning of the thirteenth of May, one thousand eight hundred and twenty-seven, when Mr. Samuel Pickwick burst like another sun from his slumbers, threw open his chamber window, and looked out upon the world beneath. Goswell Street was at his feet, Goswell Street was on his right hand—as far as the eye could reach, Goswell Street extended on his left; and the opposite side of Goswell Street was over the way. ‘Such,’ thought Mr. Pickwick, ‘are the narrow views of those philosophers who, content with examining the things that lie before them, look not to the truths which are hidden beyond. As well might I be content to gaze on Goswell Street for ever, without one effort to penetrate to the hidden countries which on every side surround it.’ And having given vent to this beautiful reflection, Mr. Pickwick proceeded to put himself into his clothes, and his clothes into his portmanteau

Charles Dickens, The Posthmous Papers of the Pickwick Club, 1836-37

 

Il sole, puntuale servitore di tutti i mestieri, si era appena levato e aveva cominciato a risplendere sulla mattinata del tredici maggio milleottocentoventisette, quando Mr Samuel Pickwick, destatosi come un secondo sole dal sonno, balzò in piedi, aprì la finestra della stanza da letto e volse lo sguardo sul mondo sottostante. Ai suoi piedi si stendeva Goswell Street, alla sua destra – fin dove giungeva la vista – proseguiva Goswell Street, e di fronte, al di là della strada, ecco l’altro tratto di Goswell Street.
“Anguste”, pensò Mr Pickwick, “anguste sono le vedute di quei filosofi che, paghi dell’apparenza delle cose, non ricercano la verità che vi si cela dietro. Anch’io potrei accontentarmi di contemplare per sempre Goswell Street, senza fare il minimo sforzo di penetrare le contrade nascoste che la circondano da tutte le parti.”
E avendo così tradotto in parole questa bellissima riflessione, Mr Pickwick si accinse a infilar se stesso in alcuni abiti e a infilarne altri nella valigia

Charles Dickens, Il Circolo Pickwick, 1836-37, tr. It. G. Lonza, Garzanti 1990, col. I, pp. 28-29

Il “primo giorno di viaggio e la prima serata di avventure”  del Circolo Pickwick cadono il 13 di maggio del 1827. Il giorno prima, a Londra, è stata costituita una nuova sezione del Circolo, il cui nome è Inviati speciali e la cui missione è quella di viaggiare – a proprie spese – in cerca di curiosità e conoscenze, riportando all’associazione documenti e rapporti sulle esperienze fatte. Fedele a questa missione, all’alba del 13 maggio Mr Pickwick sta per uscire con valigia e telescopio verso quasi mille pagine di avventure, guai, scoperte e amicizie.  

 

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20 Aprile

20 aprile 2024

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La mattina del 20 aprile del 1857, il guardiano del semaforo di Diamond-Harbour, segnalava la presenza d’un piccolo legno che doveva essere entrato nell’Hugly durante la notte, senza aver fatto richiesta di alcun pilota. Sembrava un veliero malese, dalle dimensioni straordinarie delle sue vele, la cui superficie era immensa, però lo scafo non era precisamente simile a quello dei prahos, non essendo provvisto di bilancieri per appoggiarsi meglio sulle onde quando le raffiche aumentano di violenza, né avendo al centro quella tettoia che chiamasi attap. Anzi era costruito, a quanto pareva, con lamine di ferro anziché di legno, non aveva la poppa bassa, la tolda era sgombra e poi stazzava tre volte di piú dei prahos ordinari, i quali di rado hanno una portata di cinquanta tonnellate. Comunque fosse, era un bellissimo veliero, lungo, affilato, che a vento largo, o, meglio ancora, con vento di poppa doveva filare meglio di tutte le navi a vapore che allora possedeva il governo anglo-indiano. Era insomma una vera nave da corsa

Emilio Salgari, Le due Tigri, 1904, Fabbri, 2005, pp. 5-6

Le date – nei romanzi di Salgari – individuano i giorni a tutto tondo, nel loro legame con la geografia, la latitudine, le condizioni meteorologiche, gli eventi naturali. E spesso nell’incipit è richiamato un giorno, che contribuisce a inquadrare la narrazione in un contesto temporale. In questo caso – come nota Antonio Faeti – è importante anche l’anno scelto per l’ambientazione storica: “è il 1857, l’anno in cui l’India si ribellò al dominio inglese e dichiarò guerra agli stranieri con una vampata di eroismo in cui ritrovò lo spirito delle proprie guerresche tradizioni.”

 

 

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1 Marzo | Mars 1

1 marzo 2024

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Depuis longtemps déjà le mauvais temps avait cessé; la saison s’avançait; et brusquement les amandiers fleurirent. C’etait le premiers mars. Je descends au matin sur la place d’Espagne. Les paysans ont dépouillé de ses rameaux blancs la campagne et les fleurs d’amandiers charges les paniers des vendeurs. Mon ravissement est tel que j’en achète tout un bosquet. Trois hommes me l’apportent. Je rentre avec tout ce printemps. Les branches s’accrochent au portes, des pétales neigent sur le tapis

André Gide, L’Immoraliste, 1902

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Già da parecchio il tempo cattivo era finito; ci inoltravamo nella bella stagione e d’un tratto fiorirono i mandorli. Era il primo di marzo. Di mattina scendo in Piazza di Spagna. I contadini hanno spogliato la campagna di tutti i suoi rami bianchi e i fiori di mandorlo riempiono le ceste dei venditori. L’incanto che provo è tale che ne compro tanti da riempire un giardino. Tre uomini me li portano a casa. Rientro con tutta questa primavera. I rami si impigliano nelle porte; alcuni petali cadono come neve sul tappeto

 André Gide, L’immoralista, 1902, tr. it. E. Scarpellini, Garzanti, ed. cons. 1982, p. 237

La data del primo marzo compare verso la fine del racconto che il protagonista, Michel, fa ad alcuni amici per spiegare gli ultimi decisivi avvenimenti della sua vita. Il matrimonio con Marceline, il soggiorno in Africa, fatto di lunghi “giorni senza ore”, la malattia ai polmoni da cui si è ripreso, la scoperta dell’omosessualità. E poi, in una specie di simmetria, la malattia della moglie che, incinta, perde il bambino, e di nuovo i viaggi, il lago di Como, Firenze, Roma, dove arrivano alle soglie della primavera, per proseguire ancora verso sud. 

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23 Febbraio | February 23

23 febbraio 2024

 

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So in the end he entered, by way of his grandfather’s letter, that Sanctum Americanum where sat the president of Wilson, Hiemer and Hardy at his “cleared desk,” and issued therefrom employed. He was to begin work on the twenty-third of February.
In tribute to the momentous occasion this two-day revel had been planned, since, he said, after he began working he’d have to get to bed early during the week (…)
Morning now—theirs to add up the checks cashed here and there in clubs, stores, restaurants. Theirs to air the dank staleness of wine and cigarettes out of the tall blue front room, to pick up the broken glass and brush at the stained fabric of chairs and sofas; to give Bounds suits and dresses for the cleaners; finally, to take their smothery half-feverish bodies and faded depressed spirits out into the chill air of February, that life might go on and Wilson, Hiemer and Hardy obtain the services of a vigorous man at nine next morning

Francis Scott Fitzgerald, The Beautiful and Damned, 1922

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Così alla fine Anthony entrò, per mezzo di una lettera del nonno, nel Sanctum Americanum dove sedeva il presidente delle Wilson, Hiemer e Hardy al suo ‘tavolo sgombro’ e ne uscì impiegato. Doveva prendere servizio il 23 febbraio. Quest’orgia di due giorni era stata organizzata in tributo a questa circostanza  importante, perché quando Anthony avesse cominciato a lavorare avrebbe dovuto andare a letto presto durante tutta la settimana. […] E ora la mattina: a loro di addizionare gli assegni incassati qua e là in circoli, negozi, ristoranti. A loro di dare aria all’alta stanza azzurra per scacciarne il fetore rancido del vino e delle sigarette, di raccogliere i bicchieri rotti e spazzolare le stoffe macchiate delle poltrone e dei sofà; di dare a Bounds i vestiti e gli abiti da mandare in tintoria; infine di condurre i loro corpi mezzo febbricitanti e soffocati e il loro spirito sbiadito e depresso nell’aria fredda di febbraio, in modo che la vita potesse continuare e  l’indomani mattina alle nove Wilson, Hiemer e Hardy avessero i servigi di un uomo  vigoroso

 Francis Scott Fitzgerald, Belli e dannati, 1922, tr. it. F. Pivano, Mondadori 1973, pp. 183-184

Mentre in Europa si combatte la prima guerra mondiale e negli Stati Uniti comincia ad affermarsi il cinema, scorre la storia del giovane ereditiero americano Anthony Patch e di sua moglie Gloria Gilbert. Le date, nella loro vita, riguardano appuntamenti, feste, viaggi, nei quali la coppia trascorre un tempo d’ozio e di ricerca del divertimento. L’aderenza al calendario è vaga e dipende dai postumi delle feste, che a volte durano diverse giornate consecutive: “che giorno è? Martedì. Martedì? Lo spero. Se è mercoledì devo presentarmi a prendere servizio in quel posto idota”.  Poiché la rendita diminuisce, Anthony ha deciso di provare a fare qualcosa – a lavorare –  e ha chiesto aiuto al nonno Adam. Indirizzato verso la carriera in borsa, deve prendere servizio il 23 febbraio. Nei due giorni che precedono questa data, ha luogo una lunga festa d’addio alla vita non lavorativa, anche se l’impiego, col suo ritmo quotidiano, non durerà a lungo.

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21 Gennaio

21 gennaio 2024

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In quel tratto della costa libica c’era allora un deserto di sabbia. Dal mare verso l’interno, dei ciglioni di roccia salivano a gradini, e sotto il primo ciglione era stata scavata una grotta profonda. La mattina del 21 gennaio 1941, un gruppo di ufficiali e soldati s’è svegliato sentendo dei cannoni che sparavano e una voce fuori della grotta che diceva: ‘Come on!’

Gianni Celati, Vita d’un narratore sconosciuto, in Narratori delle pianure, Feltrinelli 1985, p. 115

Dicono del libro
“Nel 1984, Italo Calvino così annunciava la pubblicazione di Narratori delle pianure: ‘Dopo vari anni di silenzio, Celati ritorna ora con un libro che ha al suo centro la rappresentazione del mondo visibile, e più ancora una accettazione interiore del paesaggio quotidiano in ciò che meno sembrerebbe stimolare l’immaginazione’. Queste trenta novelle, comiche e fantastiche, tristi o terribili, sulla valle del Po, mentre recuperano antiche forme narrative della tradizione novellistica italiana, sono un viaggio di ritorno alle fonti del narrare: cioè al ‘sentito dire che circola in un luogo o paesaggio’. È una figura molto cara a Walter Benjamin, quella del narratore orale, che Celati ha cercato di riscoprire viaggiando e raccogliendo storie sulle rive del Po. Celebrando con le sue novelle questa figura in via di estinzione, Celati indica una degradazione ambientale che non riguarda soltanto i paesaggi, ma anche la facoltà di raccontare e di scambiarsi esperienze. Così queste sono altrettante parabole sulla nostra epoca, e costituiscono uno sforzo per ridare all’arte narrativa una credibilità che non sia soltanto letteraria”.
(dalla scheda del libro nel sito Feltrinelli)

 

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27 Marzo

27 marzo 2015

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Alle cinque e tre quarti del mattino eravamo ancora lì, dentro la mia Seicento multipla con i vetri appannati. Era il giorno 27 di marzo amoroso e ventoso di quell’anno là e il sole sorgeva esattamente alle sei e otto minuti. Era il giorno di San Giovanni Damasceno e di Santa Augusta Vergine, secondo mattutino delle tenebre, come dice il Barbanera. Quando aprii gli occhi (io bacio sempre a occhi chiusi) intorno a noi non c’era più nessuno, erano scomparse tutte le macchine, c’erano soltanto due poliziotti a cavallo. Gli uccelli si erano svegliati e cinguettavano a testa alta sui rami degli alberi, altri volteggiavano nell’aria come impazziti per la luce del giorno che stava spuntando mentre si spegnevano i lampioni comunali. Baciare è un’arte.
Un passero era venuto a posarsi sul cofano della macchina, poi era ripartito per un breve volo intorno al monumento di Garibaldi, l’Eroe del nostro Risorgimento. A rigore si può dire che per tutta la notte io e Miriam ci eravamo dati un solo lunghissimo bacio

Luigi Malerba, Il serpente, 1966, Mondadori, 1989, p. 57

 Arrivato a Roma da Parma, il narratore di questa storia gestisce un negozio di francobolli in via Arenula; sostiene di essere sposato e, a un certo punto, si trova a frequentare una scuola di canto, dove conosce una ragazza, che presenta ai lettori come Miriam. Con Miriam ha inizio una relazione, che si carica a mano a mano di gelosia rivolta non solo al presente, ma anche al passato. L’ossessione porta l’uomo ad avvelenare la donna e a mangiarne il corpo, o almeno questo è ciò che egli racconta al commissario e ai lettori. Fra tanti depistaggi, menzogne, ritrattazioni che costellano questo romanzo, la data del primo lungo bacio fra l’uomo e Miriam – al Gianicolo – sembra essere un punto d’appoggio. È il 27 marzo “di quell’anno là”. Un giorno individuato dall’ora della levata del sole, dai santi e da un rito che ha luogo durante la settimana di Pasqua. Un giorno trovato nell’Almanacco Barbanera del 1964.

Dicono del libro

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