22 Gennaio
22 gennaio 2013 |
« »
Non seppe resistere alla tentazione di prendere un trenino per Soria, di attraversare i campi di Castiglia, di recarsi in pellegrinaggio in un luogo sobrio e essenziale dove lo chiamava una poesia. La camera della pensione Cuevas era rimasta intatta: un tavolo, una sedia, un letto, un attaccapanni. Vagò commosso, per le stradette di quella cittadina modesta, circondata dal deserto lunare della Castiglia; poi in una libreria antiquaria, dopo ripetute insistenze, trovò un ritratto di Machado con una dedica autografa in un angolo: 22 gennaio 1939. Il poeta stava fuggendo verso la frontiera, verso la morte, stretto dal cerchio franchista
Antonio Tabucchi, Il rancore e le nuvole, 1985, in Piccoli equivoci senza importanza, ed. cons. Feltrinelli, 1988, p. 90
Nella faticosa carriera accademica – e nell’altrettanto disagevole vita familiare – del protagonista, il viaggio in Spagna segna una svolta, che lo porterà a cogliere occasioni di rivincita e di successo. Nume tutelare della sua nuova condizione è il grande poeta spagnolo Machado, che insegnò nella città di Soria, dove – nel racconto – viene ritrovata la fotografia con la dedica del 22 gennaio 1939, un mese prima che il poeta morisse, fuggendo dalla Spagna verso la Francia.
Dicono del libro
“Malintesi, incertezze, comprensioni tardive, inutili rimpianti, ricordi forse ingannevoli, errori sciocchi e irrimediabili: le cose fuori luogo esercitano su di me un’attrazione irresistibile (…) Il rancore e le nuvole è un racconto realistico”
(Antonio Tabucchi)
Altre storie che accadono oggi
“… 22 gennaio. Signori, colpo di scena: avevo rubato il mio ombrello. Si può essere più iettati di così?…”
Achille Campanile, Il diario di Gino Cornabò
“… alle 8,30 del mattino di mercoledì 22 gennaio, Robyn Penrose uscì di casa di pessimo umore e nel pieno di una bufera…” David Lodge, Ottimo lavoro, professore!