#libromanzia

Consultare i libri a scopo divinatorio: si è sempre fatto, utilizzando volumi realizzati apposta (i libri delle sorti), con un repertorio di sentenze finali a cui si giunge tramite l’uso di calcoli e strumenti (carte, dadi, monete, bastoncini, ruote), oppure interrogando Omero, la Bibbia, Virgilio, Shakespeare, Ariosto.

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Valerio Eletti, ex-libris, china su carta, 1979

Nel  film Career Girls (in italiano Ragazze) del regista britannico Mike Leigh, due studentesse che dividono una casa, Annie e Hanna, e la loro amica Claire, per sapere cosa le attende nelle loro giornate incerte e malandate, interrogano Cime tempestose, usando una vecchia edizione del romanzo di Emily Brontë. Perché il responso sia efficace è importante evocare due volte con convinzione il nome della scrittrice: “Ms Brontë, Ms Brontë” e poi porre il quesito. La prima frase (più o meno) su cui cade l’occhio è il responso. La scena è una versione recente e fai-da-te di una pratica antica, testimoniata dalla letteratura stessa: bibliomanzia o libromanzia. (a.s.)

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