30 Marzo | 30 Mars

30 marzo 2024

 

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Le 30 mars, à minuit, les Baraglioul rentrèrent à Paris et réintégrèrent leur appartement de la rue de Verneuil.
Tandis que Marguerite s’apprêtait pour la nuit, Julius, une petite lampe à la main et des pantoufles aux pieds, pénétra dans son cabinet de travail, qu’il ne retrouvait jamais sans plaisir. La décoration de la pièce était sobre; quelques Lépine et un Boudin pendaient aux murs; dans un coin, sur un socle tournant, un marbre, le buste de sa femme Chapu, faisait une tache un peu crue; au milieu de la pièce, une table Renaissance énorme où, depuis son départ, s’amoncelaient livres, brochures et prospectus; sur un plateau d’émail cloisonné quelques cartes de visite cornées, et à l’écart du reste, appuyée bien en évidence contre un bronze de Barye, une lettre où Julius reconnut l’écriture de son vieux père

André Gide, Les Caves du Vatican, 1914

I Baraglioul rientrarono a Parigi, alla mezzanotte del 30 marzo,  nel loro  appartamento in via Verneuil.
Mentre Marguerite si preparava per la notte, Julius, con una piccola lampada in mano e in pantofole, entrò nel suo studio, dove si ritirava sempre con piacere. La stanza era arredata sobriamente: erano appesi alle pareti alcuni quadri di Lépine e un Boudin; in un angolo, sopra un piedistallo girevole, il busto in marmo della moglie, opera di Chapu, metteva una macchia un po’ cruda; al centro, un grande tavolo Rinascimento su cui, da quando era partito, si erano andati ammucchiando libri, opuscoli e stampati pubblicitari; su un vassoio di smalto a scomparti, alcuni biglietti da visita con l’angolo piegato e, in disparte, appoggiata bene in vista a un bronzo di Barye, una lettera sulla cui busta Julius riconobbe la calligrafia del padre

André Gide, I sotterranei del Vaticano, 1914, tr. it. R. Ortolani, Garzanti, 1965, 45

La data del 30 marzo segna l’ingresso, nella nobile e cattolica famiglia Baraglioul, di un componente inaspettato, annunciato dalla lettera del padre che il protagonista di questa pagina, lo scrittore Julius,  sta per leggere. Si tratta del giovane Lafcadio, figlio naturale del conte Baraglioul (come si scoprirà di lì a poco) e dunque fratellastro di Julius. Da quel giorno, la trama regolare della vita della famiglia verrà sconvolta da una catena di avvenimenti – un omicidio senza movente, una falsa crociata per la liberazione del Papa – tutti in qualche modo collegati a quel ragazzo, nato a Bucarest  da una relazione clandestina e  ricomparso a Parigi, per lettera, il 30 marzo. 

 

Dicono del libro

Dicono del libro
“Il sottotitolo di questo singolarissimo libro reca l’insegna di ‘sotie’, farsa, André Gide aveva, infatti, concepito I sotterranei del Vaticano come un bizzarro e sentenzioso gioco di marionette per esercitare liberamente e capricciosamente l’arguto e, a volte, acre estro della sua ironia sui costumi e sulle idee, sulle ipocrisie e sulle manie, insomma sull’imbellicità degli uomini”
(dalla quarta di copertina dell’ed. Garzanti, op. cit.)

 

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1 Marzo

1 marzo 2014

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Già da parecchio il tempo cattivo era finito; ci inoltravamo nella bella stagione e d’un tratto fiorirono i mandorli. Era il primo di marco. Di mattina scendo in Piazza di Spagna. I contadini hanno spogliato la campagna di tutti i suoi rami bianchi e i fiori di mandorlo riempiono le ceste dei venditori. L’incanto che provo è tale che ne compro tanti da riempire un giardino. Tre uomini me li portano a casa. Rientro con tutta questa primavera. I rami si impigliano nelle porte; alcuni petali cadono come neve sul tappeto

 André Gide, L’immoralista, 1902, tr. it. E. Scarpellini, Garzanti, ed. cons. 1982, p. 237

La data del primo marzo compare verso la fine del racconto che il protagonista, Michel, fa ad alcuni amici per spiegare gli ultimi decisivi avvenimenti della sua vita. Il matrimonio con Marceline, il soggiorno in Africa, fatto di lunghi “giorni senza ore”, la malattia ai polmoni da cui si è ripreso, la scoperta dell’omosessualità. E poi, in una specie di simmetria, la malattia della moglie che, incinta, perde il bambino, e di nuovo i viaggi, il lago di Como, Firenze, Roma, dove arrivano alle soglie della primavera, per proseguire ancora verso sud. 

Dicono del libro
“Opera di rottura con ogni esercizio letterario fine a se stesso, il simbolismo disinteressato, l’abbandono lirico del primo Gide, L’immoralista si presenta come un forte documento umano”.
(Dall’introduzione all’ed. Garzanti, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“…1 marzo*. Insoliti fenomeni si verificarono ad indicarci che entravamo in una regione di novità e di meraviglioso…” Edgar Allan Poe, Le avventure di Gordon Pym

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“… Il I marzo al più tardi sarò definitivamente installato a Parigi…”
Jean-Paul Sartre, La nausea 

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“… serve a dire quanto malinconico e  presso a poco simile a un labirinto fosse, in quel Primo di Marzo, ore quindici pomeridiane – di già! -, l’animo mio…”
Anna Maria Ortese, La casa nel bosco (In sonno e in veglia)

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“La sera di Carnevale, ormai piuttosto tardi, mentre stavo seduto al buio in una stanzetta della fureria, qualcuno mi telefonò…”
Giampiero Comolli, La foresta intelligente

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“… Appelbaum sostiene che la storia cominci il primo marzo 1877, mentre Mentz il primo marzo 1873, e nessuno dei due cede…”
Isaac Asimov, I banchetti dei Vedovi Neri (segnalazione di Aldo Spinelli)
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“…Il primo marzo sì me lo rammento / saremo stati millecinquecento…”
Paolo Pietrangeli, Valle Giulia (segnalazione di ag@alegissi)