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data nel quadro, Fausto Pirandello, incontro, prodigio, Tomasi di Lampedusa
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E, a dir il vero, il sole, la solitudine, le notti passate sotto il roteare delle stelle, il silenzio, lo scarso nutrimento, lo studio di argomenti remoti, tessevano attorno a me come una incantazione che mi predisponeva al prodigio.
Questo avvenne la mattina del cinque Agosto, alle sei. Mi ero svegliato da poco ed ero subito salito in barca, pochi colpi di remo mi avevano allontanato dai ciottoli della spiaggia e mi ero fermato sotto un roccione la cui ombra mi avrebbe protetto dal sole che già saliva, gonfio di bella furia, e mutava in oro e azzurro il candore del mare aurorale. Declamavo, quando sentii un brusco abbassamento dell’orlo della barca, a destra, dietro di me, come se qualcheduno vi si fosse aggrappato per salire. Mi voltai e la vidi
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, La Sirena, 1956-57, in I racconti, ed. cons. Feltrinelli, 1993, pp. 117-118
A Torino, nel 1938, un giovane giornalista siciliano conosce il senatore catanese Rosario La Ciura, illustre studioso di greco, autore di scritti da cui trapela un senso “quasi carnale dell’antichità classica”. Nel corso di alcuni incontri, il giovane raccoglie le considerazioni dell’uomo, i suoi ricordi nitidissimi della Sicilia e infine il racconto di un evento prodigioso, che risale all’estate eccezionalmente calda del 1887. L’allora ventiquattrenne Rosario La Ciura, già laureato in lettere antiche, si prepara al concorso per una cattedra universitaria di letteratura greca. Studia come un pazzo, nutrendosi di olive nere e caffè, e per salvarsi dal caldo infernale, si trasferisce nella casa di un amico, ad Augusta, in un paesaggio dove i libri di greco sembrano mettere in comunicazione il presente con il mito. Ed è proprio nel mare di Augusta che il giovane studioso entra in contatto con la creatura che dà il titolo al racconto, la sirena Lighea, la mattina del 5 di agosto.
Dicono del libro
Dicono del libro
“Ma il racconto più celebre della raccolta è senza dubbio La Sirena (precedentemente con il titolo imposto dalla vedova dell’autore, Lighea), scritto dopo una gita lungo la costa meridionale della Sicilia. Al centro della favola, al limite tra il reale e il surreale, si accampa un personaggio formidabile: il vecchio professor La Ciura, il quale, da giovane, conobbe l’amore della Sirena, e non poté più gustarne altro”.
(Dalla quarta di copertina dell’ed. Feltrinelli, op. cit.)
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data nascosta, Fausto Pirandello, nascita, simbolo
“Il segreto del dipinto Donne con salamandra” è il titolo di un capitolo del libro che la storica dell’arte Flavia Matitti ha dedicato al pittore Fausto Pirandello (Fausto Pirandello. Gli anni di Parigi 1928-30, Artemide, Roma 2009), figlio dello scrittore premio Nobel.
Fausto Pirandello, Donne con salamandra, 1928-30, c. p http://www.scuolaromana.net
Il segreto riguarda un avvenimento nella vita dell’artista, che viene alluso per enigmi nella composizione. Il giorno 5 agosto 1928 nasce a Parigi Pierluigi Pirandello, figlio di Fausto e di Pompilia D’Aprile, originaria di Anticoli Corrado. La nascita viene tenuta nascosta al nonno Luigi fino al 1930. Il quadro la rivela in diversi modi, ricostruiti dall’autrice grazie ai documenti e alle memorie della famiglia. La donna sulla destra, con il volto nella cornice vuota e come sospesa in aria, è Pompilia, in atto di riflettere; la donna di profilo è la madre di lei, dunque la suocera del pittore. Le due figure in alto a sinistra sono una salamandra e una carta da gioco. Carica di simbologia, la salamandra allude alla dote di resistere e risorgere nelle avversità e soprattutto alla capacità di attraversare il fuoco. Il giorno della nascita di Pierluigi – come ricorda Fausto – è un giorno di “sole fermo, implacabile”, in cui “l’estate crepita vertiginosa, colano gli asfalti”. Un torrido mercoledì di agosto del 1928: l’indicazione è affidata, come spiega Flavia Matitti, alla carta da gioco, che, “con il cinque di coppe, fa riferimento alla data – 5 agosto – della nascita di Pierluigi e alle coppe usate per brindare al lieto evento”. (Antonella Sbrilli @asbrilli)