I venti venti di Paolo Bernacca

L’illustratore e grafico romano Paolo Bernacca è un artista poliedrico, che gioca con le immagini, i supporti, le tecniche e spesso anche con le parole. Oltre all’attività professionale per case editrici e periodici, Bernacca svolge una ricerca su temi che lo appassionano: il mare, la navigazione, il tempo nelle sue accezioni cronologiche e meteorologiche, affrontandole con la pittura, l’assemblage e il disegno dal vero.
Chi ha avuto modo di vedere qualche sua mostra o catalogo, conosce di certo i suoi Fari, una serie di dipinti e di grafiche realizzate negli anni Novanta, che presentano – con tagli prospettici originali e talvolta l’inserzione di un elemento narrativo e letterario – una collezione di queste architetture di segnalazione, presenze cromatiche che svettano sulla linea delle coste. Nelle Pagine salate – altra serie di ispirazione marina –  l’autore riconosce, in grandi schegge di legno, dei profili di paesaggio e le assembla per ottenere vedute che sono insieme bi- e tri-dimensionali.
Dal 2012, Bernacca si dedica poi alla pratica dello sketchcrawl (traducibile come “maratona di disegno”), realizzando schizzi dal vero di vedute paesistiche, scorci cittadini e architetture: l’editore Palombi ha pubblicato  una selezione di sketch di Bernacca  e del collega Maurizio Moretti in un volume prezioso, che si spera il primo di una serie.
Questo post è dedicato però soprattutto a uno dei temi che l’artista affronta con rigorosa e fantasiosa puntualità tra la fine e il principio di ogni anno: il calendario.  

Dal 1988, l’anno che sta per arrivare è visualizzato in forme sempre diverse, che alludono graficamente alle cifre che ne compongono il numero, in un gioco di riferimenti e suggestioni venato di arguzia.
Le invenzioni prodotte fin qui dalla fantasia di Bernacca si possono vedere a questo indirizzo web; ogni schermata un anno che è trascorso, salutato dalla sua immagine emblematica, che ne accompagna il passaggio: ciliegie, virgole, aquiloni, punti interrogativi, coppe e così via.
Il calendario del 2020 racchiude  anche un enigma da risolvere, che ne allarga le dimensioni concettuali e il piacere di averlo accanto nei mesi di questo nuovo anno. Il disegno, che accompagna la sequenza dei mesi e dei giorni dell’anno nuovo, è un diagramma stellare, con le cifre 2 2 0 0 sulle quattro punte principali. Sotto ad esso, la parola Rebus indica che l’osservatore deve risolvere un enigma, la cui soluzione corrisponde a una frase di quattro parole – la cui lunghezza è indicata dai numeri fra parentesi – da ottenere ragionando sul disegno e sui segni che lo accompagnano.


Se non si riesce a risolvere il rebus, basta capovolgere il calendario e la soluzione si può leggere lì in fondo.
Due piccoli aiuti: il primo è un’opera del 1971 dell’artista verbo-visivo Arrigo Lora-Totino, dal titolo Parole ai quattro venti, che si basa su un meccanismo simile a quello del calendario di Paolo Bernacca per il 2020. 
Il secondo aiuto ci porta a Fivizzano,  in provincia di Massa-Carrara, dove ha sede il Meteo Museo Edmondo Bernacca (MMEB), dedicato al celebre  meteorologo dell’Aeronautica Militare, padre di Paolo ed egli stesso fine disegnatore di fenomeni, carte e diagrammi.
Entriamo così nel 2020 con una mappa del tempo cronologico che racchiude in sé folate di tempo atmosferico, collegate da un gioco antico grazie alla matita felice di Paolo Bernacca. 

a.s.

 

 

 

#AnnosuMisura: disegnare il tempo con Bernacca

Un gioco, un concorso, un invito a disegnare il tempo, in attesa del 2017: quest’anno Diconodioggi vuole attendere l’anno nuovo assieme ai suoi lettori, proponendo un gioco che collega insieme tradizione, creatività e partecipazione. Lo spunto prende l’avvio dai calendari che Paolo Bernacca, illustratore e grafico, crea da ormai quasi trent’anni. I calendari di Bernacca sono esercizi di poesia grafico-visiva sui numeri, sulla forma delle date e sull’andamento dei mesi, e a partire all’8 dicembre 2016 (la data in cui, piaccia o  non piaccia, si iniziano gli addobbi), li presentiamo quotidianamente, aprendo – come in un calendario dell’avvento – la “finestrella virtuale” della pagina Facebook di Dicono di oggi.

COME SI GIOCA

bernacca-2017Ogni anno dunque Bernacca dedica un calendario all’anno nuovo, scegliendo un’immagine che rappresenti graficamente (con analogia benaugurante) le ultime cifre della data. Gli ori del sette di denari, due bicchieri sovrapposti, due punti e una virgola, una faccia del dado, una coppia di ciliegie, e così via. Ad esempio il 2013 pesca la sua immagine dal gioco del biliardo: la palla con la cifra rappresenta anche lo zero e i dodici mesi si dispongono in una carambola che allude al tempo e al gioco; mentre il 2014 è un metro che misura un tempo tra reale e immaginario, oggettivo e personale.
Quello del 2017 è un elegante arabesco verde che sembra fiorire dalla punta del pennino (per vederne una GIF animata, ecco il link).

Sull’esempio di questi calendari d’autore, l’invito è quello di creare una personale interpretazione grafica del proprio anno di nascita, o di un anno particolarmente significativo, e postarla con l’hashtag #AnnosuMisura scegliendo il canale social preferito (sulla pagina di Dicono di oggi o su Twitter e Instagram taggando @diconodioggi) entro il 20 dicembre 2016.
L’opera migliore, che risulterà dal voto congiunto dei like della community e dal giudizio dello stesso Paolo Bernacca, riceverà in premio il calendario 2017 dell’artista.

CHI È PAOLO BERNACCA

L’illustratore romano Paolo Bernacca è un autore poliedrico, che gioca con le immagini e i suoi supporti. Ogni decennio della sua carriera è caratterizzato da una cifra stilistica:

gli anni Ottanta sono caratterizzati dalla serie dei Pannelli astratti che giocano con l’impaginazione e il colore. Derivano la loro struttura dalla cultura e dall’attività grafica di Paolo Bernacca, maturata in decenni di lavoro: lo spazio delle tavole è organizzato sapientemente per accogliere le pennellate di colori timbrici, con i loro ritmi ricorrenti;
gli anni Novanta vedono l’elaborazione dei Fari, serie che nasce dalla passione dell’autore per il mare e la vela e offre un catalogo di variazioni sul tema. Con gli stessi colori timbrici dei Pannelli astratti, con lo stesso occhio grafico che ora impagina il paesaggio di costa e l’architettura, Bernacca realizza decine di vedute con punti di vista anomali, aggiungendo, nella serie dei Fari scritti, un elemento narrativo e letterario;

dal 2000 in poi si dedica alla serie Pagine salate dove è la sintesi grafica a dare il carattere all’opera: l’autore riconosce nelle schegge di legno dei profili di paesaggio marino e le assembla per ottenere vedute che sono insieme di due e tre dimensioni. I colori, a differenza che nei Fari e nei Pannelli astratti, diventano morbidi e tonali, in sintonia con le sfumature del legno;

dal 2012 si concentra sulla serie Sketch: negli schizzi realizzati dal vero, Paolo Bernacca riprende la grande tradizione classica del disegno su carta da spolvero, giocando a togliere luce con i segni neri e ad aggiungerla con il bianco del pennarello Uniposca. Le opere sono realizzate velocemente durante gli SketchCrawl, uscite di gruppo in cerca di punti di vista originali su luoghi storici di Roma e dintorni, fra interni ed esterni;

calendari: dal 1988 in avanti

Da quasi trent’anni, Paolo Bernacca preannuncia l’anno nuovo con un calendario sempre diverso, inventando metafore visuali che riecheggiano la forma delle cifre dell’anno. Sono esercizi di poesia visiva sui numeri e sull’andamento dei mesi, che interpretano graficamente il tempo, con immagini e composizioni di buon augurio.

Che combinazione, oggi: Diego Zuelli – Contemporary locus

“The Simple Combinations” è il titolo di un intervento artistico di Diego Zuelli per il progetto Contemporary Locus, curato da Paola Tognon e Elisa Bernardoni.
“Ogni giorno un disegno per te”, recita un sottotitolo che accompagna l’opera, insieme a due date, 2015 – 9999: questo ampio intervallo temporale – dall’anno in corso all’ultimo anno identificabile da quattro cifre, dal ventunesimo al centesimo secolo – corrisponde alla sua durata potenziale. Infatti l’autore Diego Zuelli, docente di Tecniche dell’animazione digitale all’Accademia di Brera, esperto di video, computergrafica, animazione vettoriale, ha ideato un’opera proiettata sulla lunga distanza, che si aggiorna in automatico, al cambio del giorno, proponendo quotidianamente un disegno. Ogni giorno, dunque, sull’homepage del sito Contemporary Locus, compare un piccolo riquadro grafico, una finestrina aperta su un paesaggio immaginario, con elementi ricorrenti che possono ricordare un albero, una costruzione, una nube, un orizzonte, un pianeta, o che si prestano – “in una stralunata metafisica di particolari” – a un gioco di decifrazione personale.

zuelli
 
Due cose colpiscono: il fatto che ogni giorno sulla home page si compone un nuovo disegno grazie a un algoritmo che pesca i segni che lo costituiscono da un data-base di segni preconfezionati e archiviati ordinatamente; la scelta è effettuata utilizzando le cifre della data (per esempio le cifre 12 07 2015, per la giornata del 12 luglio di quest’anno) come indicatore di un certo tipo di segno archiviato nel data-base. La seconda cosa è il fatto che ogni segno non è fisso, immobile, definitivo, ma è costituito da una gif animata e quindi, come spiega Zuelli, porta con sé un effetto vibrazione, che è un “espediente di un certo tipo di animazione indipendente, per evitare la fissità di un frame fisso e dare vita e respiro alle forme, anche se, nell’inquadratura, nulla effettivamente si muove”.
In questo modo, ogni ventiquattro ore si genera un nuovo disegno animato, e i visitatori possano tornare quotidianamente al sito con la curiosità di vedere la nuova combinazione.

L’antico motto attribuito da Plinio al pittore Apelle: Nulla dies sine linea, nessun giorno senza una linea, senza esercizio quotidiano, senza un nuovo segno, diventa – nell’epoca delle reti e dei social – una specie di format condiviso.
Si pensi a Dailyhaiku di Susanna Tartaro, che commenta la notizia del giorno con un haiku classico, a #zero15 di Giulia Valdi (@anno_zero15) che sta raccogliendo su twitter messaggi e immagini taggati col numero progressivo del giorno in corso,  a Una cosa al giorno di Claudia Vago, Rocco Rossitto e Alessandro Pancosta, che spedisce via mail, ogni mattina, “una cosa, per stupirti e farti scoprire qualcosa di nuovo”.
Anche le Combinazioni semplici di Diego Zuelli partecipano di questa pratica, collegata alla ripetizione e alla lieve sorpresa: ogni disegno ricombina forme ricorrenti in configurazioni inedite, nuove e tuttavia somiglianti a quelle passate, così come ogni giorno è nuovo e simile agli altri, in una incessante dialettica di ripetizione e novità. Da qui all’ultimo dell’anno 9999…
Nato a Reggio Emilia nel 1979, Diego Zuelli ha affrontato il tema del tempo in diverse opere di computergrafica precedenti alle Combinazioni semplici, indagando le “Meccaniche terrestri” (2012), il “Complesso dei pianeti” (2013), così come ha sperimentato la combinatoria nell’opera “Tappezzeria” del 2011, in cui tre forme, tre texture e tre tracce sonore sono combinate in una serie di permutazioni.
“La componente generativa – racconta l’autore – è qualcosa che uso dal 2004-2005. Nel primo caso fu un video ‘montato’ casualmente, in tempo reale da un software, che attingeva da 11 sequenza in computergrafica e le riproponeva in un ordine sempre differente”.
Per la loro natura, le Combinazioni semplici sono molte cose: una traccia diaristica dell’opera del loro autore, che ha riversato nei segni-base molti dei suoi temi; espressioni aggiornate (è il caso di dirlo) degli ex-libris e degli emblemi, grafiche che compendiano una serie di simboli in un piccolo riquadro; infine un kit visivo e  narrativo affidato a chi le incontra, e accetta di entrare nell’enigma per il tempo circoscritto della loro animazione, un giorno via l’altro.

Il sito di Diego Zuelli con alcune delle Combinazioni semplici in home page.

Antonella Sbrilli @asbrilli

I giorni laici di Fabio Magnasciutti

Illustratore e musicista, oltre che insegnante di illustrazione, Fabio Magnasciutti è autore di animazioni per celebri trasmissioni televisive (Che tempo che fa), di disegni per quotidiani e settimanali, di libri (Lapis edizioni),  di locandine e di una serie di vignette dallo stile inconfondibile per tratto, composizione e battute.

FM“Non ho secondi fini” dice una clessidra riempita di sassi,  invece che di sabbia,  in una vignetta-aforisma dal titolo Il tempo stringe. Si trova, insieme a centinaia di altre che giocano con parole e doppi sensi, figure e figure retoriche, nel blog di Magnasciutti. Molte di queste vignette – a esplorare il blog – parlano del tempo, combinando paradossi, modi di dire, luoghi comuni legati a passaggi e feste (Capodanno, i Morti), aspettative personali e politiche, epocali e quotidiane. Presentate  mese per mese, le vignette costruiscono un diario, uno zibaldone di pensieri figurati, di cortocircuiti verbo-visivi, che si possono consultare in sequenza o random, andando da un titolo all’altro (da Ma la tempora a Tempo libero, per esempio). In questa collezione, c’è  un titolo ricorrente che lega la data di un giorno al termine LaiCal. Laical (una parola-valigia formata da Laico e calendario) è un calendario laico “ché ognuno ha i santi che vuole” e postumo, dedicato, ogni giorno, a un personaggio nato quel giorno che abbia avuto influenza e significato (non per forza positivi) sulla vita di Magnasciutti. Ci sono, per fare dei nomi,  Berlinguer e Ilaria Alpi, Henri Rousseau e Bertrand Russell, Picasso e Andrea Pazienza: ognuno ha una lapide grafica e un testo di associazioni, memorie, riflessioni, lampi.  KH

“Originariamente usciva in una sezione del sito dell’Unità ma non avevo ancora previsto la presenza del testo” racconta l’autore, spiegando che “LaiCal è un progetto in divenire, presente, oltre che sul blog sulla mia pagina Facebook. Io stesso non so ancora cosa farne, un libro, delle carte, un’occasione per dei reading con commento musicale…”. In attesa di vedere gli sviluppi, seguiamo i giorni di maggio: alla data di oggi corrisponde la figura dell’artista Keith Haring, l’inventore di figure radianti in spazi grafici stilizzati, in grado di animare  grandi superfici murali e piccoli gadget. Nato domenica 4 maggio 1958,  Haring sarebbe morto il 16 febbraio del 1990, “trentuno anni di fiamma viva / per tutti / su muri matite magliette portachiavi musei cuori / su una bancarella accanto a Snoopy I love New York smile cuori stilizzati / prendetene tutti / di questi uomini dinamici di linea nera” si legge e si vede, eloquentemente, nella pagina di Laical del 4 maggio.
Antonella Sbrilli (@asbrilli)

Immagini: courtesy Fabio Magnasciutti