12 Agosto | August 12th

12 agosto 2024

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For the past eight years, always starting on August twelfts, Ruth Young lost her voice.
The first time it happened was when she moved into Art’s flat in San Francisco. For several days, Ruth could only hiss like an untended teakettle. She figured it was a virus, or perhaps allergies to a particular mold in the building.
When she lost her voice again, it was on the first anniversary of living together, and Art joked that her laryngitis must by psychosomatic. Ruth wondered whether it was. When she was a child, she lost her voice after breaking her arm. Why was that? On their second anniversary, she and Art were stargazing in the Grand Tetons. According to a park pamphlet, “During the peak of the Perseids, around August 12th, hundreds of  ‘shooting’ or ‘falling’ stars streak the sky every hour. They are actually fragments of meteors penetrating the earth’s atmosphere, burning up in their descent”. 

Amy Tan, The Bonesetter’s Daughter, 2001

Erano otto anni che Ruth Young, il dodici agosto, perdeva la voce. La prima volta era capitato quando aveva traslocato in casa di Art, a San Francisco. Per diversi giorni, dalla bocca non le erano usciti altro che sibili, un po’ come un bollitore dimenticato sul fornello. Lì per lì, aveva pensato che si trattasse di un virus, o forse di un’allergia a qualche muffa strana che cresceva solo lì. L’anno successivo, proprio quando cadeva il primo anniversario della loro convivenza, aveva perso di nuovo la voce e Art, scherzando, aveva alluso alla possibile natura psicosomatica di quella laringite. E lei aveva cominciato a chiedersi di cosa si trattasse esattamente. Si ricordò che una volta, da bambina, quando si era rotta un braccio, per alcuni giorni aveva perso la voce. Come mai? Nel secondo anniversario della loro convivenza, Ruth e Art erano andati ad ammirare le stelle, nel Parco Nazionale dei Monti Tetons. A sentire il dépliant del parco, “durante il picco delle Perseidi, attorno al dodici agosto, il cielo è solcato da centinaia di stelle cadenti o filanti”

Amy Tan, La figlia dell’aggiustaossa, 2001, tr. it. L. Noulian, Feltrinelli, Milano, 2002, p. 17

Le stelle cadenti visibili nelle notti di agosto, a cui si affidano i desideri, sono invece – per la vecchia madre cinese di Ruth – legate ai fantasmi, e non vanno guardate. Ruth, cresciuta negli Stati Uniti, editor di libri di successo, è figlia della combattiva LuLing, che non ha mai imparato bene la lingua inglese e che porta con sé le storie della famiglia d’origine, racchiuse in un diario scritto in cinese. Anche nella sua casa americana, LuLing mantiene acceso il contatto con i morti della sua stirpe, attraverso riti e oggetti magici. Nel corso della storia, Ruth viene via via in contatto con i segreti della sua famiglia, e con la dimensione prodigiosa dell’esistenza, che si rivela attraverso i segni più impensati, come – per lei – la perdita ricorrente della voce ogni 12 di agosto, in corrispondenza con il periodo delle stelle cadenti.

Dicono del libro

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12 Giugno | 12th of June

12 giugno 2024

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The next ten or twelve pages were filled with a curious series of entries. There was a date at one end of the line and at the other a sum of money, as in common account-books, but instead of explanatory writing, only a varying number of crosses between the two. On the 12th of June, 1745, for instance, a sum of seventy pounds had plainly become due to someone, and there was nothing but six crosses to explain the cause. In a few cases, to be sure, the name of a place would be added, as “Offe Caraccas,” or a mere entry of latitude and longitude, as “62o 17′ 20”, 19o 2′ 40

Robert Louis Stevenson, Treasure Island, 1883

Le dieci o dodici pagine successive erano riempite da una curiosa serie di annotazioni. C’era una data a un capo d’ogni riga, e all’altro capo una somma di danaro, come in un normale libro di conti; ma invece della causale c’era nel mezzo soltanto un numero variabile di croci. Al 12 giugno del 1745, per esempio, era annotata una somma di settanta sterline che evidentemente era dovuta a qualcuno, e non c’era nulla, a parte sei croci, che ne spiegasse il motivo. In qualche caso, però, era stato aggiunto il nome di una località, come “Al largo di Caraccas”, oppure una semplice indicazione di latitudine e longitudine: “62° 17′ 20″, 19° 2′ 40″”.

Robert Louis Stevenson, L’isola del tesoro, 1883, tr. it. L. Maione, Feltrinelli 2001 (2010), p. 78

Dal pacchetto di tela cerata che il vecchio lupo di mare Billy Bones ha lasciato, morendo, nella locanda di Jim Hawkins, sono usciti un quaderno e una carta sigillata. Quest’ultima è la mappa di un’isola con tre croci in inchiostro rosso, la data di agosto 1750 e la scritta “Qui il grosso del tesoro”. Il quaderno è il libro dei conti del marinaio, che faceva parte dell’equipaggio del capitano Flint, il pirata. In un mondo in cui le date suggellano contratti, deposizioni, atti notarili, anche un pirata ha bisogno di mettere nero su bianco, con incerta scrittura, la parte del bottino che gli spetta, collegandola con esattezza al giorno del saccheggio. Come questo 12 giugno del 1745 in cui una nave sarà stata assalita e i poveretti che erano a bordo “si saranno tramutati da un pezzo in corallo”. 

 

Dicono del libro

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2 Giugno | June 2nd

2 giugno 2024

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Quinn was nowhere now. He had nothing, he knew nothing, he knew that he knew nothing. Not only had he been sent back to the beginning, he was now before the beginning, and so far before the beginning that it was worse than any end he could imagine.
His watch read nearly six. Quinn walked home the way he had come, lengthening his strides with each new block. By the time he came to his street, he was running. It’s June second, he told himself. Try to rememberr that.This is New York and tomorrow will be June third. If all goes well, the following day will be the fourth. But nothing is certain

Paul Auster, City of Glass, (The New York Trilogy), 1985

Adesso Quinn non era in nessun luogo. Non aveva niente, non sapeva niente. Non soltanto era stato rimandato alla partenza; ora si trovava prima della partenza, in un punto così antecedente alla partenza da essere peggio di qualunque arrivo immaginabile.
Il suo orologio faceva quasi le sei. Tornò a casa per la stessa strada dell’andata, allungando il passo di isolato in isolato. Prima di raggiungere la sua via, aveva incominciato a correre. È il due di giugno, disse fra sé. Cerca di ricordarlo. Questa è New York, e domani sarà il tre di giugno. Se tutto va bene, l’indomani sarà il quattro giugno. Ma niente è sicuro

Paul Auster, Città di vetro, 1985, tr. it. M. Bocchiola, Trilogia di New York, Einaudi, 1996, p. 109

La vicenda di Daniel Quinn, scrittore di romanzi gialli che firma con lo pseudonimo di William Wilson (nome tratto da un racconto di Edgar Allan Poe), è iniziata nel mese di maggio. In una telefonata notturna, Quinn è stato interpellato col nome di Paul Auster e incaricato- come fosse un detective – di una strana inchiesta. Deve proteggere un uomo, Peter Stillman, dal padre – omonimo – che lo ha tenuto segregato per anni per fare degli esperimenti sul linguaggio. Pedinamenti, ricerche, dialoghi fra persone e personaggi, nomi e pseudonimi, hanno luogo nella città di New York all’insegna del doppio e del dubbio, mentre maggio diventa giugno e offre, con la sequenza dei giorni, un appiglio, forse. 

Dicono del libro

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19 Maggio | May 19th

19 maggio 2024

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It was May nineteenth. He would remember the date because it was hos parent’s anniversary – or would have been, had his parents been alive – and his mother once told him that he had been conceived on her wedding night. This fact had always appealed to him – being able to pinpoint the first moment of his existence – and over the years he had privately celebrated his birthday on that day

Paul Auster, City of Glass (New York Trilogy), 1985

Era il 19 maggio. Avrebbe ricordato questa data perché era l’anniversario di nozze dei suoi genitori; o meglio, lo sarebbe stati, sei i suoi fossero stati ancora vivi; e una volta la madre gli aveva detto di averlo concepito la prima notte di nozze. Il fatto lo aveva sempre affascinato, la prerogativa di determinare con precisione il primo momento della propria esistenza, e nel corso degli anni aveva festeggiato privatamente il compleanno proprio quel giorno

Paul Auster, Città di vetro (Trilogia di New York),tr. it. M. Bocchiola, Einaudi 1996, p. 12

 

Dicono del libro

Dicono del libro
“In una città stravolta e allucinata, in cui ogni cosa si confonde e chiunque è sostituibile, i protagonisti di queste storie conducono ciascuno un’inchiesta misteriosa e dall’esito imprevedibile. Tutto può cominciare con una telefonata nel cuore della notte, come nel caso di Daniel Quinn (Città di vetro), autore di romanzi polizieschi che accetta la sfida che gli si presenta e si cala nei panni di un detective sconosciuto.” (dalla scheda nel sito Einaudi)

 

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