27 Settembre | 27. September

27 settembre 2024

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27. September 1990
Berlin, Amalienpark
Wieder ein ‘Tag des Jahres’, zum dreissigsten Mal. Ohne den Hinweis im Kalendar hätte ich nicht daran gedacht, welche Pflicht mir heute zufällt. Bin versucht, dieses Projekt abzubrechen, aus einer tiefer sitzenden Hemmung heraus als aus der gewöhnlichen Unlust. Ich sitze also seit einer halben Stunde untätig vor dem Blatt, auf dem ich mir Notizen machen will. Ich weiss ja seit langem, woran es liegt, wenn ich ‘blockiert’ bin: Ein Widerstand gegen Einsichten, die zu nahe an mich herangehen würden, lässt sich noch nicht auflösen.
Natürlich, die Rituale lassen sich immer beschreiben: aufstehen, frühstücken, Tee trinken, in der Zeitung blättern, die mich zu meiner Überraschung gar nicht interessiert, so dass ich jetzt schon nicht mehr weiss, was ich gelesen habe.  Nur erscheinen mir diese Rituale in einer Zeit, da alles sonst ‘aus den Fugen’ geht, als gar zu nichtssagend. Das Wetter findet immer statt, heute also bedeckt, aber noch nicht kalt. Die Sonne, lese ich am Kalender, ist um 5.54 Uhr aufgegangen, um 17.48 Uhr wird sie untergehen

Christa Wolf, Ein Tag im Jahr: 1960-2000, 2003

27 settembre 1990
Berlino, Amalienpark

Un altro “giorno dell’anno”, per la trentesima volta. Senza l’indicazione sul calendario non avrei pensato all’obbligo che ho da assolvere oggi. Sono tentata di interrompere questo progetto più per un’inibizione profonda che per l’usuale svogliatezza. Da mezz’ora siedo inattiva davanti al foglio su cui voglio prendere appunti. Conosco da un pezzo la causa dei miei “blocchi”: un’invincibile resistenza a prendere atto di cose che mi toccherebbero troppo da vicino. Naturalmente è sempre possibile descrivere i rituali: alzarsi, fare colazione, bere il tè, sfogliare il giornale, che con mia sorpresa non mi interessa affatto, tanto che adesso già non so più che cosa ho letto. Ma questi rituali mi appaiono troppo insignificanti in un periodo in cui tutto è “fuori dai cardini”. Il tempo fa sempre il suo corso, oggi coperto ma non ancora freddo. Il sole, leggo sul calendario, è sorto alle 5.54 e tramonterà alle 17.48

Christa Wolf, Un giorno all’anno 1960-2000, 2003, tr. it. A. Raja, ed. cons. edizioni e/o, 2013, p. 390

Nel 1960, il giornale moscovita Isvestija pubblicò un invito rivolto agli scrittori: raccontare un giorno di quell’anno, per la precisione il 27 settembre. Si trattava di un progetto già tentato negli anni Trenta con il titolo “Un giorno nel mondo”. Un’idea – questa – che porta la giornata dallo sfondo al primo piano della storia, mettendo in luce le ripetizioni e le variazioni che, tutte insieme e giorno dopo giorno, costituiscono la vita. Rispondendo all’invito della rivista, a partire dal 1960, la scrittrice tedesca Christa Wolf descrive quello che le accade ogni 27 settembre, per quarant’anni di seguito, fino al 2000. Il brano di oggi racconta, dal risveglio svogliato alla cena, il 27 settembre del 1990, un anno “attraversato da un asse intorno al quale il tempo si “rivolge”, un anno di svolta.

Dicono del libro

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365 Day Project di Jonas Mekas

Segue la forma del calendario l’opera 365 Day Project dell’artista Jonas Mekas. Nato nel 1922 in Lituania, internato in Germania durante la guerra e poi attivo negli Stati Uniti, Mekas è una figura di primo piano nella storia del cinema d’avanguardia. Cineasta, critico, fondatore di riviste, animatore di gruppi, ha dato grande impulso alla conservazione e alla diffusione del cinema sperimentale con la sua Film-Makers’ Cinematheque, poi confluita nell’Anthology Film Archive. La documentazione della vita quotidiana attraverso riprese brevi, montate con materiali sonori disparati, commenti fuori campo, memorie, trova un’espressione  peculiare in 365 Day Project, costituita di un video per ogni giorno dell’anno 2007. (a.s.)