May II Maggio
1 maggio 2013 |
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Il primo maggio deposi davanti all’altare della Madonna un fascio di lillà, camomille e rose, come le mie compagne di catechismo, e tornai a casa tutta fiera dei miei “fiori benedetti”. Mia madre fece la sua risatina irriverente e guardò il mio mazzo che attirava i maggiolini in salotto, fin sotto la lampada: “Credi che non lo fossero, prima?”. Non so da dove le venisse la sua distanza da ogni forma di culto. Avrei dovuto chiederglielo.
Colette, Sido, 1930, tr. it. A. Bassan Levi, Adelphi, 1989, p. 31
La protagonista di questo racconto è Sido, la madre della scrittrice Colette, che la presenta esperta conoscitrice della vita delle piante e adepta di una religione naturale tutta sua. Nella campagna francese, alla fine dell’Ottocento, questa donna si orienta nel tempo – non solo atmosferico – seguendo il comportamento degli alberi e degli animali, dei venti, del terreno e di ogni dettaglio della natura. Anche i giorni, in questa visione del mondo, sono liberi dai riti e dagli obblighi di qualunque religione ufficiale.
Dicono del libro
“Pubblicato nel 1930, quando Colette da qualche anno ripercorreva in racconto la sua vita dalla parte dell’infanzia e della madre – con La casa di Claudine e La nascita del giorno – Sido segna il culmine di questo ‘ritorno su se stessa’ e insieme l’occasione per disegnare con una sola, magistrale linea il ritratto della persona che forse ha contato più di ogni altra nella vita di Colette: la madre.”
(dalla quarta di copertina dell’ed. Adelphi, op. cit.)