Dublino: 1661904
I wander. Dublin a labyrinth. Eventually home.
Questa frase composta da Sandra Muzzolini e traducibile come Vado in giro. Dublino un labirinto. Infine casa, potrebbe essere una mirabile sintesi dell’Ulisse di James Joyce, il romanzo in cui sono raccontate le peripezie di Leopold Bloom nella città di Dublino, nel corso di un giovedì di giugno. La data dell’Ulisse, che dagli anni ’50 viene festeggiata come Bloomsday, è esattamente il 16 giugno 1904. I numeri che la compongono sono: 1, 6, 6, 1, 9, 0, 4.
Se si rilegge la frase “I wander. Dublin a labyrinth. Eventually home” ci si accorge che le parole sono formate da un numero di lettere pari alle cifre della data (con lo zero che vale, per convenzione, dieci lettere).
La mutazione di una data in una frase è un gioco chiamato rebus a data, nato all’interno della rubrica Lessico e nuvole, tenuta da Stefano Bartezzaghi sul quotidiano “La Repubblica”, che così lo presenta: “il rebus a data è un gioco in cui ogni cifra di una data viene interpretata come il numero di lettere di una parola (come nei diagrammi dei rebus): la data può essere trasformata così in una frase che abbia attinenza con un evento successo in quella data”. Ne derivano brevi composizioni, a volte – come in questo caso – dotate di consistenza letteraria e felicità sinottica, oltre che dell’informazione nascosta nel vincolo del gioco.
È Ulisse. Flusso d’irlandese, circadiano. Meta!
Franco Chirico (@Ninninedda) invia un rebus a data in italiano per la stessa giornata: È Ulisse. Flusso d’irlandese, circadiano. Meta!. La storia è felicemente sintetizzata – anche in questo caso – nei suoi termini essenziali: il protagonista, la nazionalità, l’incessante scorrere di pensieri e fatti, e la durata: le 24 ore del ritmo detto circadiano (circa diem) che scandisce la vita diurna e notturna e segna il passare degli oggi.
Antonella Sbrilli (@asbrilli)