9 Agosto

9 agosto 2014

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Gli eserciti nemici che si trovavano nelle foreste vergini dello Horican passarono la notte del 9 agosto 1757 come se fossero stati nel più bel campo d’Europa. Mentre i vinti erano silenziosi, torvi e afflitti, i vincitori si abbandonavano al trionfo. Ma ci sono limiti tanto per il dolore quanto per la gioia, e molto prima che cominciassero i turni di guardia del mattino, il silenzio di quei boschi sconfinati era rotto soltanto da un gaio richiamo di qualche esultante giovane francese dei picchetti avanzati o da un’intimazione minacciosa dal forte, che vietava rigidamente l’accostarsi di qualunque passo nemico prima del momento convenuto. Nemmeno questi occasionali suoni minacciosi si udirono più nell’ora smorta che precede il giorno, momento nel quale un ascoltatore avrebbe invano cercato una prova della presenza di quelle forze armate che erano assopite sulle sponde del “lago sacro”

James Fenimore Cooper, L’ultimo dei Mohicani, 1826, tr. it. F. Pivano, Einaudi, 1992, p. 174

Nell’antica provincia di New York, sulla riva meridionale del lago George, Francesi e Inglesi combattono per il possesso dei territori nordamericani. Il 9 agosto 1757 si è concluso l’assedio al forte William Henry, a sfavore degli Inglesi. Questi, al comando del colonnello Munro, hanno trattato la resa coi Francesi, alleati degli indiani Uroni. Nell’umida notte del 9 agosto aspettano di abbandonare il forte con gli onori militari. Ma li attende un’imboscata e il rapimento delle figlie del colonnello alla cui ricerca, in mezzo alle foreste, partono la guida Natty Bumppo e il giovane mohicano Uncas. L’episodio storico dell’assedio al forte William Henry si svolse dal 3 al 9 agosto del 1757.

Dicono del libro
“L’ultimo dei Mohicani (1826) è il secondo dei cinque romanzi che compongono la serie delle avventure di Natty Bumppo (qui Occhio di Falco), il mitico eroe che la fantasia di James Fenimore Cooper fece rivivere nel Nord America, sulle rive del Lago Sacro, tra il 1740 e il 1806, al tempo dell’ultima guerra tra Francia e Inghilterra. Nelle tormentate vicende belliche , tra agguati, imboscate, incendi e scorrerie, sullo sfondo di una natura grandiosa e incontaminata, Occhio di Falco troneggia imponente al di sopra dell’odio degli avversari bianchi e di colore che partecipano alla guerra”.
(Dalla quarta di copertina dell’ed. Einaudi, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… Il 9 d’agosto verso sera, inquieto, si era portata una seggiola nel vano di una finestra del Quirinale…”
Riccardo Bacchelli, Il diavolo al Pontelungo

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“… Il nove di agosto, quando ancora non era arrivata la prima lettera da Bruxelles, José Arcadio Secondo chiacchierava con Aureliano…”
Gabriel García Márquez, Cent’anni di solitudine

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“…. 9 agosto Reverenda Signora: questa lettera è riservata a te sola…”
Thorton Wilder, Idi di marzo (segnalazione di @stellissa)

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“… in quel primo pomeriggio del 9 agosto, sotto un sole quasi a picco, i reparti erano ammassati…”
Alessandro Barbero, 9 agosto 378 il giorno del Barbari (segnalazione di Serena Guidobaldi)

8 Agosto

8 agosto 2014

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E veniamo ora al meccanismo dei delitti di Nigger Island. Acquistare l’isola, usando come intermediario Morris per coprire le mie tracce, fu facile. L’uomo era un esperto in queste cose. Esaminando tutte le informazioni che avevo raccolto sulle vittime designate, mi riuscì di offrire a ciascuna l’esca più adatta. Neppure uno dei miei piani fallì. Tutti gli ospiti arrivarono a Nigger Island l’8 agosto. La piccola compagnia comprendeva me stesso

Agatha Christie, Dieci piccoli indiani, 1939, tr. it. B. Della Frattina, Mondadori 1994, p.204

L’otto di agosto (8-8) è la data di arrivo degli ospiti del signor Owen nella sua residenza di Nigger Island, isolotto che diventa irraggiungibile dalla costa del Devon in caso di tempesta. Gli invitati non si conoscono fra di loro, ma quella sera stessa – nella casa dove dieci statuine di porcellana poggiano sul tavolo e alla parete delle stanze è incorniciata la filastrocca “e poi non ne rimase nessuno” – avranno modo di apprendere da una registrazione di essere stati chiamati lì per qualche ambiguo crimine commesso in passato. Mentre il mare tempestoso di agosto interrompe i collegamenti con la terraferma, si mette in moto il sadico meccanismo dei delitti punitivi, che verrà spiegato per intero solo da un manoscritto in bottiglia, rinvenuto in mare da un peschereccio.
Dicono del libro
“Dieci persone estranee l’una all’altra sono state invitate a soggiornare in una splendida villa a Nigger Island senza sapere il nome del generoso ospite. Eppure, chi per curiosità, chi per bisogno, chi per opportunità, hanno accettato l’invito”.
(Dalla bandella dell’ed. Mondadori, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… ricordandom’io pur testé che la festa di san Lorenzo sia di qui a due dì…”
Boccaccio, Decameron

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“… Era l’8 agosto, data festiva e patriottica per la città, che commemorava l’episodio del ’48, e i carabinieri avevano avuta la sveglia due ore prima…”
Riccardo Bacchelli, Il diavolo al Pontelungo

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“… L’otto di agosto, ignara di tutto, sono in Palazzo, intenta alle solite cure di corte…”
Maria Bellonci, Rinascimento privato

7 Agosto

7 agosto 2014

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Se qualche dubbio era rimasto a zia Eloisa riguardo al fatto che l’uomo fosse una specie destinata a sparire dalla Terra, esso fu cancellato definitivamente quel 7 agosto 1945 quando, ancora a letto, mezzo addormentata fra i suoi gatti birmani, bevendo il suo primo tamarindo della giornata, lesse sul giornale locale che una bomba atomica era stata sganciata sopra Hiroshima. Non pensò che la demenza umana fosse giunta al parossismo – era già successo infinite volte nella storia – bensì che fosse ormai impossibile fermare il processo che conduceva la specie al suicidio, ovvero non c’era il tempo necessario per cambiare radicalmente la struttura di una società che, elevando la violenza a modalità d’azione, preparava nell’ignoranza la propria rovina. Richiuse il giornale

Marvel Moreno, In dicembre tornavano le brezze, 1987, tr. it. M. Molteni, ed. cons. Giunti, 1991 p. 17

La storia di una grande famiglia colombiana è raccontata, in questo romanzo, dalla parte delle donne e segue il corso di diverse generazioni (nonne, figlie, nipoti) e ramificazioni (zie, prozie, amiche). Il tempo scorre in modo irregolare, con ritorni e soste, tanto che a volte si ha l’impressione che “non correva né passava”. Le date riguardano feste e traumi, matrimoni e morti, ricorrenze religiose e nazionali o – come in questo caso – eventi storici (la bomba su Hiroshima il 6 agosto del 1945) la cui eco arriva nella città di Barranquilla, confermando l’attrazione degli uomini per la distruzione agli occhi smagati delle donne di casa, come la zia Eloisa, che legge la notizia di Hiroshima, il 7 di agosto.

Dicono del libro
“A Barranquilla, città del Caribe colombiano, dove l’aria si impregna di calore e profumi intensi, di colori violenti e odori grevi, dove le razze e la tradizioni umane si mescolano in un amalgama di passioni e tensioni, torna la memoria di Lina, ormai da anni emigrata a Parigi. Testimone e compartecipe di molte vicende, Lina si fa narratrice dei destini intrecciati di uomini e donne di molte generazioni”.
(Dalla bandella dell’ed. Giunti, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… Lasciai Auxerre il 7 agosto, data che non dimenticherò mai. Avevo percorso circa due leghe…”
Donatien Alphone François De Sade, Justine

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“… Capo Confort fu segnalato la mattina del 7 agosto. La terra groenlandese termina un po’ più a est…”
Jules Verne, La caccia al meteorite

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“… 7 agosto: primo giorno d’autunno. Per una volta tanto sono vissuto nel presente!…”
Palinuro, La tomba inquieta

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“… Ma Arthur Banning non trovava mai la donna dei suoi sogni. Esattamente alle 3,27 di venerdì 7 agosto finii la storia…”
John Fante, La strada per Los Angeles

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“… tra la poca corrispondenza accumulata sotto la porta trovai una lettere di Sensini con la data del 7 agosto. Era una lettera d’addio…”
Roberto Bolaño, Chiamate telefoniche

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Lucio Battisti, 7 agosto di pomeriggio (segnalazione di Giorgia Nespola)

6 Agosto

6 agosto 2014

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6 agosto. Si ebbe quel giorno la benedizione di una pioggia fitta e continua che durò da mezzogiorno sin quasi all’imbrunire. Rimpiangemmo allora amaramente la perdita della nostra brocca e della nostra damigiana; dappoiché, nonostante i mezzi insufficienti di cui ci trovavamo a disporre per raccogliere l’acqua, avremmo certo potuto riempire l’una o l’altra, se non proprio tutte e due. Riuscimmo, in ogni modo, a calmare gli ardori della nostra sete lasciando che le camicie si impregnassero d’acqua per spremerci quindi in bocca, torcendole, il liquido benefico. Fu intenti a questo che trascorremmo la giornata

Edgar Allan Poe, Le avventure di Gordon Pym, 1838, tr. it. E. Vittorini, ed. cons. Mondadori, 1990, p. 132

Nell’inquietante viaggio del giovane Arthur Gordon Pym, imbarcatosi di nascosto sulla baleniera Grampus, le date fissano eventi come l’ammutinamento dei marinai, le tempeste, la discesa in terre enigmatiche e pericolose, la perdita delle provviste, con la conseguente ricerca disperata dell’acqua da bere. La pioggia del 6 agosto, in una zona a sud dell’equatore, è una benedizione, che prelude all’avvistamento – il giorno successivo – di una goletta. L’acqua raccolta ingegnosamente durante la pioggia australe diventa quasi un modo di tenere la scansione del tempo, nel lungo vagare del protagonista per mari e terre che ancora sfuggono alla misura.

Dicono del libro
“Gordon Pym, il protagonista di questo lungo racconto, cacciandosi nella stiva di una baleniera, si imbarca inconsapevolmente in una serie di avventure stravaganti. Per mezzo di Pym, l’autore rappresenta le sue ossessionanti fantasie. Questo è un viaggio senza ritorno oltre il più lontano confine della ragione, ‘la cui meta è la distruzione’.”
(Dalla quarta di copertina dell’ed. Mondadori, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… Siamo nell’estate del 1957, in agosto, a Hiroshima. Una francese di una trentina d’anni è in questa città. È venuta qui per recitare in un film sulla Pace…
Marguerite Duras, Hiroshima mon amour

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“… finché il 6 agosto 1824, in un palco dalle funeree cortine che prefigurava quello di Lincoln, una pallottola desiderata entrò nel petto del traditore e dell’eroe…”
Jorge Luis Borges, Tema del traditore e dell’eroe

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“… un contratto in base al quale prendeva in affitto per un periodo di sei mesi, a decorrere dal 6 agosto 1940, la casa posta al n.460 di Hill Drive…”
Ellery Queen, Il paese del maleficio

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“… Napoli, 6 agosto 1901. Sua eccellenza trascorreva le sue giornate stando seduto davanti alla finestra a guardare il cielo..”
Sebastiano Vassalli, Il cigno

5 Agosto

5 agosto 2014

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E, a dir il vero, il sole, la solitudine, le notti passate sotto il roteare delle stelle, il silenzio, lo scarso nutrimento, lo studio di argomenti remoti, tessevano attorno a me come una incantazione che mi predisponeva al prodigio.
Questo avvenne la mattina del cinque Agosto, alle sei. Mi ero svegliato da poco ed ero subito salito in barca, pochi colpi di remo mi avevano allontanato dai ciottoli della spiaggia e mi ero fermato sotto un roccione la cui ombra mi avrebbe protetto dal sole che già saliva, gonfio di bella furia, e mutava in oro e azzurro il candore del mare aurorale. Declamavo, quando sentii un brusco abbassamento dell’orlo della barca, a destra, dietro di me, come se qualcheduno vi si fosse aggrappato per salire. Mi voltai e la vidi

Giuseppe Tomasi di Lampedusa, La Sirena, 1956-57, in I racconti, ed. cons. Feltrinelli, 1993, pp. 117-118

A Torino, nel 1938, un giovane giornalista siciliano conosce il senatore catanese Rosario La Ciura, illustre studioso di greco, autore di scritti da cui trapela un senso “quasi carnale dell’antichità classica”. Nel corso di alcuni incontri, il giovane raccoglie le considerazioni dell’uomo, i suoi ricordi nitidissimi della Sicilia e infine il racconto di un evento prodigioso, che risale all’estate eccezionalmente calda del 1887. L’allora ventiquattrenne Rosario La Ciura, già laureato in lettere antiche, si prepara al concorso per una cattedra universitaria di letteratura greca. Studia come un pazzo, nutrendosi di olive nere e caffè, e per salvarsi dal caldo infernale, si trasferisce nella casa di un amico, ad Augusta, in un paesaggio dove i libri di greco sembrano mettere in comunicazione il presente con il mito. Ed è proprio nel mare di Augusta che il giovane studioso entra in contatto con la creatura che dà il titolo al racconto, la sirena Lighea, la mattina del 5 di agosto.

Dicono del libro
“Ma il racconto più celebre della raccolta è senza dubbio La Sirena (precedentemente con il titolo imposto dalla vedova dell’autore, Lighea), scritto dopo una gita lungo la costa meridionale della Sicilia. Al centro della favola, al limite tra il reale e il surreale, si accampa un personaggio formidabile: il vecchio professor La Ciura, il quale, da giovane, conobbe l’amore della Sirena, e non poté più gustarne altro”.
(Dalla quarta di copertina dell’ed. Feltrinelli, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… Il 5 agosto il litorale era completamente deserto. Convinti che la flotta tedesca avrebbe presto dato l’assalto al Canale della Manica…”
Rosamond Lehmann, Le ragazze dai capelli rossi

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“… La giovane coppia si sposò per la prima volta il 5 agosto 1744, quando Joseph aveva appena otto anni e Sarah sei…”
Jonathan Safran Foer, Ogni cosa è illuminata (segnalazione di Sandra Muzzolini)

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“… sono le tre e mezzo del mattino, il 5 agosto 1962. Sfondano la porta e trovano Marilyn Monroe sdraiata a faccia in giù sul letto…”
Mordecai Richler, Solomon Gursky è stato qui

pittura
Sassetta, Madonna della neve, 1430-32, Firenze, Uffizi
nella predella: è rievocata la nevicata miracolosa del 5 agosto a Roma, sull’Esquilino, nel luogo dove successivamente sorgerà la basilica di S. Maria Maggiore

pittura

Masolino da Panicale, Miracolo della neve, 1428 ca., Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte

4 Agosto

4 agosto 2014

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Tutte le particolarità del giorno terribile gli tornarono alla memoria: – l’annunzio improvviso portato alle Torrette di Sarsa, verso le tre del pomeriggio, da un corriere ansante che balbettava e piagnucolava; il viaggio fulmineo, a cavallo, sotto la gran canicola, su per le coste infiammate, e nella corsa i sùbiti mancamenti di forza che lo facevano pericolare; e poi la casa tutta piena di singhiozzi, piena d’uno strepito di porte sbattute dalla raffica, piena del rombo ch’egli aveva nelle arterie; e infine l’entrata impetuosa nella stanza, la vista del cadavere, le tende che si gonfiavano e garrivano, il tintinnio dell’acquasantiera su la parete… – Il fatto era avvenuto nella mattina del 4 agosto, senza alcuna preparazione sospetta. Il suicida non aveva lasciata nessuna lettera, neppure per il nipote. Il testamento, nel quale costituiva erede suo unico Giorgio Aurispa, era già pronto da tempo

Gabriele d’Annunzio, Trionfo della morte, 1894, ed. cons. Mondadori 1977, pp.173-74

Giorgio Aurispa, il giovane abruzzese protagonista del romanzo, ha lasciato Roma – la città dove ha conosciuto l’amante Ippolita Sanzio – e si trova nella casa di Guardiagrele, a dirimere una lite fra i genitori. Fra tutti i componenti della sua famiglia d’origine, ha sentito un legame profondo con il defunto zio Demetrio, da cui è stato scelto come erede. In questa pagina, Giorgio visita la stanza dello zio, ricordando le sue doti di musicista, e ne rievoca il suicidio, avvenuto un 4 di agosto. L’attrazione per la morte, di cui parla il titolo del romanzo, accompagna tutte le giornate del protagonista, anche quelle trascorse con l’amante Ippolita, e dirige i suoi pensieri, la memoria e l’attitudine a rivivere “ore di vita già vissute”.

Dicono del libro
“Terzo e ultimo dei ‘Romanzi della Rosa’, Trionfo della morte ci presenta varie situazioni fortemente legate alla biografia di D’Annunzio (…) i travagli del protagonista raggiungono la loro conclusione tragica anche in seguito a violente esperienze intellettuali – che si accentrano sul tema ossessivo della Morte – riferite morbosamente all’arte di Wagner e al pensiero di Nietzsche: due ‘modelli’, allora, per lo spirito di D’Annunzio”.
(Dalla quarte di copertina dell’ed. Mondadori, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… La notizia fu recata il 4 (agosto) a Bakùnin quasi insieme da Alceste Faggioli e dallo Storto…”
Riccardo Bacchelli, Il diavolo al Pontelungo

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“… Si trattava quindi del duecentosedicesimo giorno dell’anno 1823. Homboe cercò il calendario: la lettera era stata impostata a Copenaghen il 4 agosto 1823…”
Denis Guedj, Il Teorema del Pappagallo

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“… è certo comunque che il 4 agosto si è sempre rivelata una data significativa per lei..”
Ford Madox Ford, Il buon soldato

3 Agosto

3 agosto 2014

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“E poi lo ricordo bene (come se fosse oggi) il pomeriggio del tre agosto 1902… Una madre può parlare a cuore aperto con un figlio grande… Quanti anni hai adesso?”
“Quarantasette…”.
“Hai la tua età!… Il pomeriggio del tre agosto 1902, dopo che sì, insomma, saresti nato tu, io cantavo come un cardellino, e lui invece aveva la fronte diafana che gli si vedeva trasparire il mal di testa come un serpente attorcigliato al povero cervello..”

Vitaliano Brancati, Paolo il caldo, 1955 (postumo), ed. cons. Mondadori, 1976, p. 204

Paolo Castorini, discendente di una nobile famiglia catanese, è nato il 3 agosto del 1902, ed è segnato – nell’indole – da un’accesa sensualità, un fuoco che richiama il clima rovente del mese di agosto nella città ai piedi dell’Etna. Attratto dalle donne, sin da ragazzo intreccia un’avventura dopo l’altra, in questo dimostrandosi opposto al padre, uomo solitario e dedito agli studi, morto suicida. Anche a Roma, dove si trasferisce, Paolo il caldo è schiavo della sua ossessione sessuale. Quando torna a Catania, il giorno del suo quarantasettesimo compleanno, la madre rievoca la sua nascita, il 3 agosto, “un pomeriggio in cui il vento africano soffiava arroventato”.

Dicono del libro
“Paolo il caldo è la storia di un giovane meridionale invasato di ‘gallismo’ che cerca prima in Sicilia e poi a Roma lo sfogo alla propria sensualità. Sullo sfondo delle sue avventure, ora tragiche ora grottesche, sta il decadimento fisico di una famiglia, mentre nel gioco della sensibilità amorosa, nelle delizie e nelle inquietudini della carne s’insinua l’esperienza della corruzione e della vecchiaia, il senso del peccato e della morte”.
(Dalla quarta di copertina dell’ed. Mondadori, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… Poi, il tre di agosto, hanno portato un prigioniero, alla cittadella, e io ho cominciato a dirmi che aveva molte qualità…”
Stendhal, La Certosa di Parma

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“… Capitano Ezekiel Hardy che sulla punta della sua lancia fu ucciso da un capodoglio sulle coste del Giappone il 3 agosto 1833…”
Herman Melville, Moby Dick

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“… Alla tigre dei simboli ho opposto / quella vera, del sangue, fiammeggiante, / quella che decima tribù di bufali / e oggi, 3 agosto del ’59, / sopra il pascolo stende la sua lenta / ombra, senonché questo nominarla…”
Jorge Luis Borges, L’altra tigre

2 Agosto

2 agosto 2014

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È il 2 agosto 196… Eccomi da poche ore a New York, in questa città molto intima e geometrica, costruita in stile babilonese e abitata da americani. Ho appena lasciato a Roma il traffico dell’estate nelle vie verso il mare, le piccole auto con le barche di gomma sul tetto o carrozzine per bambini e altri fagotti coperti da veli che salutavano la mia partenza. E la luce sfocata dello scirocco che lega così bene con l’odore acre della nafta, nel piazzale dell’aeroporto, verso i lunghi itinerari. Ho trovato qui il caldo pieno del pomeriggio, ma un cielo terso e ampio; e il silenzio dell’ingresso a Manhattan, nelle vie quasi sgombre, tra i vecchi brown-stones con la scala a ponte levatoio, i recenti palazzoni, i vasti empori, i bar, i negozi in vacanza col cartello Closed nella vetrina spettrale

Ennio Flaiano, Melampus, 1970, Rizzoli 1988, p.19

È il pomeriggio di un 2 agosto – negli anni Sessanta – quando lo sceneggiatore Giorgio Fabro arriva a New York da Roma e inizia il suo diario di lavoro. Gli incontri con registi e scrittori, le feste, le visite ai musei, gli spunti per delle storie, le città e il paesaggio americani sono registrati mese dopo mese, e così anche la fine della sua relazione con Frances Baker, che lo lascia per sposarsi con un altro, e gli affida il suo cane Melampus. È per via del cane, che Fabro incontrerà Liza Baldwin, una ragazza molto più giovane di lui, con cui inizia una relazione via via più singolare, in cui la donna pare subire una metamorfosi canina. Ma al principio di agosto Giorgio Fabro è ancora ignaro di ciò, riflette sull’America, sulla noia e sulla condizione del viaggio che “è come tenere i rubinetti aperti e vedere il tempo che va via, sprecato, liquido, intrattenibile”.

Dicono del libro
“Liza Baldwin, una ragazza americana come tante: niente trucco, solo acqua e sapone. Se ne innamora Giorgio Fabro, di mestiere sceneggiatore, un italiano in viaggio negli USA per motivi di lavoro. L’amore fra i due è, però, tutt’altro che qualsiasi. Giorgio scopre che Liza non è quella che appare, ma ‘diversa’, segreta. Liza sa che l’amore non è un rapporto paritario; sa che è un intreccio di dipendenze reciproche. Giorgio è talmente coinvolto nel gioco della ragazza da assecondarlo fin quasi alle soglie della follia (…) Da Melampus, Marco Ferreri ricavò un film, La cagna, interpretato da Catherine Deneuve e Marcello Mastroianni”.

Altre storie che accadono oggi

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“… Era il due agosto quando tagliammo il nostro ultimo legame col mondo esterno nel dare addio all’Esmeralda…”
Arthur Conan Doyle, Il mondo perduto

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“… fu vista una gran luce sulla parte illuminata del disco… gli Inglesi ne ebbero notizia dall’edizione di Nature del 2 agosto…”
Herbert G. Wells, La guerra dei mondi

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“… Il 2 agosto 1824 i cospiratori si riunirono. Il paese era maturo per la rivolta; qualcosa, tuttavia, mancava sempre..”
Jorge Luis Borges, Tema del traditore e dell’eroe

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“… Perché era proprio un tardo pomeriggio di agosto, più precisamente erano le cinque del 2 agosto…”
Georges Simenon, La camera azzurra (segnalazione di Ilic Barocci)

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“… sabato due agosto ottanta … Così riusciamo a beccare il fatto, la stazione di Bologna è saltata…”
Pier Vittorio Tondelli, Pao Pao

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“… Ma quella sera del due agosto ottanta è stata anche la sera in cui ho rivisto il mio Lele…”
Pier Vittorio Tondelli, Pao Pao

I Agosto

1 agosto 2014

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Il primo agosto. Una sera, una notte e un giorno sono passati senza nulla di particolare. Ora è di nuovo sera, la sera della festa, e già si comincia ad accendere le candele. Alle orecchie delle persone raccolte intorno alla casa giungono da lontano i colpi sordi dei mortaretti. Tobler ha fatto venire alcune bottiglie di vino buono. Il meccanico che sta lavorando alla Cartuccera Automatica è venuto, dal villagio vicino, ai festeggiamenti della famiglia Tobler. Ci sono anche le due donne della falegnameria. Tutti sono venuti nella veranda e hanno incominciato ad assaggiare i vini. Tobler è raggiante per la gioia della notte festiva, già ora, e quanto più il cielo e la terra si oscurano, tanto più luminoso appare quello strano splendore sul suo viso arrossato. Giuseppe accende candele e lampadine, deve accucciarsi sotto a ogni cespuglio in cerca degli attacchi. Dal villaggio giunge un mormorio di canti e parole come se là, alla distanza di uno scarso chilometro, regnasse una gioia rumorosa. Altri spari! Questa volta tuonano dalla sponda opposta del lago

Robert Walser, L’assistente, 1908, tr.it. E. Pocar, Einaudi 1978, pp.58-59

Giuseppe (Joseph) Marti, un giovane di pochi mezzi, ha preso servizio in primavera presso la casa dell’ingegner Tobler, in una località sul lago di Zurigo. Si tratterrà per un anno, seguendo gli insuccessi imprenditoriali dell’ingegnere e la lenta decadenza della famiglia, che non impediscono però di godere di alcuni piaceri della vita quotidiana, del paesaggio, della convivialità. Il primo di agosto si celebra la festa nazionale, ai cui preparativi l’assistente contribuisce, aiutando ad allestire le luminarie. La ricorrenza del primo di agosto è festeggiata animatamente con brindisi e fuochi d’artificio, la cui “pioggia di scintille” – come in una premonizione – ” crepita con molto fracasso ed effetto momentaneo, ma ricade subito nel nulla”.

Dicono del libro
“L’ assistente che Robert Walser descrive è lui stesso. Il luogo del romanzo che, secondo le parole dell’autore, dovrebbe essere un ‘estratto della vita quotidiana svizzera’, è Wädenswil, un comune sul lago di Zurigo, mezzo industriale e artigiano, mezzo agricolo, dove l’autore venticinquenne lavorò dall’estate 1903 al gennaio 1904, nella villa Stella Vespertina, situata sopra un colle, come impiegato di un ingegnere meccanico”
(C. Seelig, nella Nota del curatore, ed. Einaudi, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“…’Facciamo in agosto? Al primo d’agosto?’ ‘ Non voglio fissare nessuna data’ fece Kate
David Herbert Lawrence, Il serpente piumato

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“… Fino ad allora a tenermi in piedi era stata l’ostinazione, ma a poco a poco sentii la mia determinazione indebolirsi, finché il primo di agosto mi sentii pronto a cedere…”
Paul Auster, Moon Palace

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“… Passa a trovarmi, gli disse prima che richiudesse la porta. Lui promise di farlo. Era sabato I agosto…”
Michel Houellebecq, Le particelle elementari

 

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“…Hoggi che il Leon arde…”
Ludovico Leporeo, Per il primo d’Agosto
dal blog di Giulio Mozzi, Vibrisse

 

 

31 Luglio

31 luglio 2014

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Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts
Preside: Albus Silente
(Ordine di Merlino, Prima Classe, Grande Mago, Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso, Confed. Internaz. dei Maghi)

Caro Signor Potter,
siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l’elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.
L’anno scolastico avrà inizio il 1° settembre. Restiamo in attesa del Suo gufo entro e non oltre il 31 luglio p. v.

Distinti saluti,
Minerva McGonagall
Vicepreside

Joanne K. Rowling, Harry Potter e la Pietra Filosofale, 1997, tr. it. M. Astrologo, ed. cons. a c. di s. Bartezzaghi, Salani, 2011, pp. 61-62

È allo scoccare del suo undicesimo compleanno, il 31 luglio, che Harry Potter – un orfano ospitato di malavoglia dalla zia materna Petunia e dal marito signor Dursley – viene a conoscenza della sua natura di mago, destinato ad avventure straordinarie, che lo porteranno lontano dal sottoscala di Privet Drive n. 4, dove ha vissuto fino a quel giorno. Il gigante Hagrid, custode della Scuola, lo mette al corrente delle sue doti e di quelle dei suoi genitori, morti in un duello con un mago malvagio, e gli consegna la lettera della Scuola, che gli zii gli avevano impedito di leggere in tutti i modi, giusto in tempo, nel giorno della scadenza: 31 luglio. Il 31 luglio è anche la data di nascita dell’autrice della saga di Harry Potter, la scrittrice britannica Joanne K. Rowling.

Dicono del libro
“Harry Potter è un predestinato: ha una cicatrice a forma di saetta sulla fronte e provoca strani fenomeni, come quello di farsi ricrescere in una notte i capelli inesorabilmente tagliati dai perfidi zii. Ma solo in occasione del suo undicesimo compleanno gli si rivelano la sua natura e il suo destino, e il mondo misterioso cui di diritto appartiene. Un mondo dove regna la magia; un universo popolato da gufi portalettere, scope volanti, caramelle al gusto di cavolini di Bruxelles, ritratti che scappano”
(Dal sito dell’editore Salani)

Altre storie che accadono oggi

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“… L’ultimo giorno di luglio era giunto. Il mese prediletto di Klingsor…”
Hermann Hesse, L’ultima estate di Klingsor

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“… Ancora otto ore e luglio sarebbe terminato, ma il calore delle sue 31 giornate di sole furibondo scorreva ancora…”
Vitaliano Brancati, Paolo il caldo

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“… D’improvviso non era una sera come tutte l’altre che prima s’erano adagiate sulla faccia della terra, come tutte l’altre che dopo verranno. Era il 31 luglio 1914…”
Giuseppe Antonio Borgese, Rubè

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“… Lunedì scorso (31 luglio) eravamo quasi completamente circondati dai ghiacci che serravano la nave…”
Mary Shelley, Frankenstein

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“… Erano le prime ore del pomeriggio di quel 31 di luglio, e il sole batteva caldo molto…”
Riccardo Bacchelli, Il diavolo al Pontelungo

30 Luglio

30 luglio 2014

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La ragazza scrive la cartolina. Sulla cartolina, dalla parte della corrispondenza ora c’è il nome della ragazza, la data, 30 luglio 1980 e la data e l’ora in cui lui dovrà tornare tra dieci anni, il 30 luglio 1990, a mezzanotte. Dalla parte dell’illustrazione c’è il punto della spiaggia del giorno prima, all’incrocio tra il sentiero per i campi da tennis, la passeggiata e la rue de Londres, così bella dice lei, la più bella di tutte, la sua preferita, bella come un tunnel di luce del sole davanti al mare

Marguerite Duras, Yann Andréa Steiner, 1992, tr. it. L. Prato Caruso, Feltrinelli 1993, p.75

Estate del 1980: la storia della convivenza della narratrice con un giovane, Yann, che potrebbe essere suo figlio, è intrecciata con altre storie, immaginate o intuite nella stessa estate nella località delle Roches Noires, nel nord della Francia. In una di queste storie, la giornata del 30 luglio, una giornata in cui il cielo sembra “di lacca azzurra”, è richiamata due volte: nel presente del racconto (il 1980) e nel futuro 1990, in uno strano appuntamento nel tempo fissato su una cartolina comprata nel bazar.

Dicono del libro
“È una storia vera, come quella dell’Amante, la storia di un’altra passione ‘proibita’, l’amore che Marguerite Duras sta vivendo per Yann Andréa, un giovanotto che potrebbe essere suo figlio. Yann conosce Marguerite alla proiezione di India Song (uno dei film più importanti della Duras cineasta), le scrive per molto tempo, a volte due lettere al giorno. Poi le lettere si interrompono e solo allora, nel vuoto e nella solitudine in cui la mancanza di quelle lettere l’hanno lasciata, Marguerite si decide a rispondergli. Due giorni dopo, nell’estate del 1980, ‘un’estate di pioggia e di vento’, Yann arriva alle Roches Noires ed è questo incontro (da cui inizia la loro convivenza) che Marguerite descrive, intrecciandolo alla sua maniera, con altre due storie”.
(Dalla bandella dell’ed. Feltrinelli, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… Spero che vorrà intervenire alla festa del trenta di luglio, signora Poyser…”
George Eliot, Adam Bede

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“… Rimasto solo, scrisse sul muro, con un pezzetto di intonaco staccato dal soffitto: ’30 luglio 1816’…”
Alexandre Dumas, Il conte di Montecristo

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“… Sidi b. M. 30 luglio 189.. Ti scrivo sotto una perfezione d’azzurro…”
André Gide, L’immoralista

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“… Uno dei più vecchi ricordi che mi sia possibile di precisare nel tempo, perché si riferisce a un fatto storicamente controllabile, risale al 30 Luglio 1900…”
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, I ricordi

 

 

29 Luglio

29 luglio 2014

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Il giorno 29 luglio dell’anno 2157 la temperatura esterna a Parigi era di meno undici gradi. Nevicava esattamente da un mese e sei giorni, e quasi tutti gli edifici della città vecchia erano sepolti. La vita proseguiva però regolarmente sottoterra nelle metropolitane, nelle vie-condotto, nei giardini botanici e nei forum a temperatura costante di otto gradi. Dall’ultimo piano dell’immensa piramide incastonata nel ghiaccio un uomo infreddolito guardava la distesa gelata e spoglia stendersi per chilometri e chilometri, interrotta solo dalla luce di qualche slitta

Stefano Benni, Terra!, 1983, Feltrinelli 1983, p.14

Dopo una serie di guerre mondiali e una crisi energetica, la terra è immersa in una nuova glaciazione. La popolazione di uomini, robot, cyborg, vive in un inverno perenne, in città verticali e paesaggi simulati, mentre il potere è spartito fra grandi alleanze e una piccola federazione. Il 29 luglio del 2157 è la data, a Parigi, di una riunione segreta di questa federazione: si decide l’avvio di una missione verso un pianeta simile alla terra – Terra due – scoperto proprio all’inizio di quel mese. In una gelida giornata di fine luglio, inizia la ricerca, che dai confini dello spazio s’intreccia con i segreti degli Inca, passando per i nodi del tempo: “Una è la vita / dal futuro / torna il passato / dal passato / torna il futuro”.

Dicono di oggi
“È l’anno 2156: da una Parigi sotterranea e da un mondo ghiacciato dalle guerre nucleari, parte un’incredibile corsa spaziale, verso una nuova Terra più vivibile. Contro la Proteo Tien, la scassatissima astronave sineuropea, e il suo ancor più scassato equipaggio, scendono in campo due colossali imperi: l’Impero militare samurai, con una miniastronave su cui un generale giapponese guida sessanta topi ammaestrati e la Calalbakrab, la reggia volante del tiranno amerorusso, il Grande Scorpione. Intanto a terra, per risolvere un mistero legato alla civiltà inca, si affrontano Fang, un vecchio saggio cinese, e Frank Einstein, un bambino di nove anni genio del computer. La chiave del mistero inca del “cuore della terra” è anche la chiave del viaggio nello spazio”.
(Dalla quarta di copertina dell’ed. Feltrinelli, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… Lunedì 29 luglio. Il grande giorno è finalmente arrivato. Nel cuore della notte fummo svegliati da un battimani…”
Robert Louis Stevenson, Nei mari del sud

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“… 29 luglio 1900. È una giornata di fine luglio. Un ragazzo di nove anni, smilzo, con gli occhi azzurri trasognati è trascinato per un braccio da una giovane donna…”
Giani Stuparich, Cuore adolescente

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“… 29 luglio 1937 … Non che il tempo qui sia qualcosa di più di una parola…”
Lawrence Durrell, La grotta di Prospero

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“… Yes my baby taken sick on July twenty-nine…”
Sonny Boy Williamson, Ninety Nine (segnalazione di Michele Brescia)

 

 

28 Luglio

28 luglio 2014

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Delle funeste conseguenze che può comportare il convincimento che il 28 luglio cada il 28 luglio.
Isaac aveva convinto suo fratello Julio che il 28 luglio doveva essere festeggiato il 28 luglio! Julio Carbajal esitava.
“Siamo nel dicembre 2192, Isaac. Huarautambo si prepara per il Natale. Lo stesso padre Chasán sta organizzando un presepio nella chiesa di Yanahuanca.”
Isaac consultò un calendario dell’antichità.
“Siamo nel luglio 1962. Fra quindici giorni si celebra l’indipendenza. Tu festeggia il 28 il 28!”

Manuel Scorza, Cantare di Agapito Robles, 1977, tr. it. A. Morino, ed. cons. Feltrinelli, 1983, p. 98

Durante la tirannia del giudice Montenegro, nella regione peruviana di Huanuco, anche il tempo è stato modificato. I mesi hanno durata variabile, i giorni vanno avanti e indietro secondo l’arbitrio del tiranno, per cui l’anno della vicenda, il 1962, è diventato il 2192. E il mese di luglio, nel quale ricorre l’indipendenza del Perù – 28 luglio 1821 – è diventato periodo natalizio. Mentre l’indio leggendario Agapito Robles prepara la rivolta, i due fratelli Carbajal – uno dei quali è maestro di scuola – consultano un calendario gregoriano, precedente quello imposto dalla dittatura, e con coraggio decidono di festeggiare l’anniversario dell’indipendenza nel giorno in cui cade, il 28 di luglio. Ci vorranno molte lotte per spodestare il tiranno Montenegro e riportare anche il tempo nei suoi binari, ridando a mesi e giorni i nomi consueti e alle date la loro storia.

Dicono del libro
“il Cantare di Agapito Robles mette a fuoco un particolare episodio della lotta condotta dagli indios. L’obiettivo è la conquista dell’immensa proprietà del giudice Montenegro, il tiranno della regione. Guidata da Agapito Robles, un personaggio già comparso nei romanzi precedenti, la lotta si conclude vittoriosamente: gli indios riescono a impadronirsi del baluardo dal quale il giudice Montenegro proiettava la sua ombra terrorizzante sulla contrada”.
(Dalla quarte di copertina dell’ed. Feltrinelli, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… Domenica 28 luglio. Karaiti venne a chiedere una replica dei ‘fantasmi’…”
Robert Louis Stevenson, Nei mari del Sud

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“… Dobbiamo rimandare ancora le vacanze, rimandarle alle calende greche, e siamo già al ventotto di luglio…”
Guy de Maupassant, Bel-Ami

27 Luglio

27 luglio 2014

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“E mi fecero aspettare particolarmente a lungo quel giovedì, 27 luglio, aspettare in piedi nell’anticamera per due ore buone; mi ricordo con tanta esattezza anche di questa data per un particolare motivo, perché nell’anticamera dove io – senza potermi sedere, naturalmente – dovetti starmene impalato per due ore, era appeso un calendario, e non so descriverle con quanta avidità di cose stampate, di cose scritte continuai a fissare quella cifra, quella parola, ’27 luglio’ sulla parete; le divoravo quasi nel cervello”

Stefan Zweig, Novella degli scacchi, 1941, tr. it. S. Martini Vigezzi, Garzanti, 1991, p. 65

Su una grande nave passeggeri, il narratore – assistendo a una partita di scacchi giocata da un campione mondiale – incontra il signor B., nel cui passato gli scacchi hanno avuto un ruolo cruciale. Per quattro mesi, il signor B. ha vissuto segregato in una stanza d’albergo, “fuori del tempo, fuori del mondo”. Senza orologio, libri, giornali, matite, senza contatti né distrazioni: è una forma di tortura della Gestapo per indurlo a rivelare delle informazioni. Lasciato nel nulla, in balia dei suoi pensieri, il signor B. trova una temporanea salvezza nell’incontro fortuito – prima di un interrogatorio – con un manuale di scacchi, su cui concentrerà, di lì in avanti, tutta la sua attenzione mentale. Anche il giorno in cui si è imbattuto nel manuale è rimasto impresso nella sua memoria, avendo guardato a lungo, in attesa della chiamata, il calendario con la scritta 27 luglio.

Dicono del libro
“Stefan Zweig scrisse Novella degli scacchi nel 1941, pochi mesi prima di suicidarsi, insieme con la seconda moglie, nella città brasiliana di Petropolis, il 22 febbraio 1942. La notizia della sua morte fu soffocata da quelle provenienti dai fronti di guerra e così anche la sua ultima, disperata protesta, non fu che un flebile grido, quasi inudibile nel frastuono di quegli anni.”
(Dalla quarta di copertina dell’ed. Garzanti, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… Il 27 luglio, nella mattinata, una grande folla assisteva alla partenza dello steamer Mozik…”
Jules Verne, La caccia al meteorite

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“… Il pomeriggio del 27 luglio, Smurch fu spedito in una sala dove si trovavano ufficiali dell’esercito…”
James Thurber, Il più grand’uomo del mondo

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“…vaga, di sé dimentico e di tutto, / lungo le calme vie che si ridestano, / oggi, addì ventisette Luglio mille / novecento cinquanta – un milanese”
Sergio Solmi, Entro la densa lente dell’estate

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“… E il 27 luglio 1924 si imbarcarono a Marsiglia, destinazione lidi africani…”
Enrique Vila-Matas, Storia abbreviata della letteratura portatile

26 Luglio

26 luglio 2014

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A interrompere la sua foga ballerina venne il segretario, il quale lesse delle carte come se si trattasse di un foglio di annunzi governativi: “Ventisei luglio. Nel podere di Cuma, che è di Trimalcione, sono nati trenta bambini e quaranta bambine. Sono stati trasferiti dall’aia al granaio cinquecentomila moggi di frumento. Sono stati sottomessi al giogo cinquecento buoi. Lo stesso giorno è stato crocefisso lo schiavo Mitridate colpevole di aver parlato male del nostro Gaio. Lo stesso giorno sono stati messi in cassaforte dieci milioni di sesterzi per i quali non era stato trovato un investimento. Lo stesso giorno negli Orti Pompeiani è scoppiato un incendio iniziatosi nella casa del fattore Nasta”. “Cosa?” disse Trimalcione. “Quand’è che mi sono stati comperati i giardini di Pompeo?”

Petronio, Satiricon, tr. it. P. Chiara, Mondadori 1988, p.133

Il giovane Encolpio, in giro per il meridione d’Italia vivendo alla giornata, è arrivato – dopo diverse avventure – a casa di Trimalcione. Ricchissimo commerciante e proprietario di terre sterminate, Trimalcione possiede una schiera di servitori che tratta capricciosamente e vive con la moglie Fortunata in una dimora di gran lusso, dove è solito offrire banchetti sontuosi, che durano giorno e notte. Avvicinandosi al triclinio, Encolpio ha avuto modo di ammirare gli oggetti preziosi, le pitture e anche un calendario con i giorni favorevoli e quelli contrari, i pianeti e gli impegni del padrone. Durante il banchetto, fra danze, bevute di vino Falerno, giochi e indovinelli, un amministratore legge una relazione su quel che è successo nelle proprietà di Trimalcione il giorno settimo prima delle calende di agosto, cioè il 26 di luglio di un’estate antica.

Dicono del libro
“L’autore del Satiricon può essere quasi certamente identificato con il Petronio, ‘elegantiae arbiter’, di cui parla Tacito negli Annales. L’opera può solo formalmente essere attribuita al genere della ‘satira’, mentre di fatto si tratta di un vero e proprio romanzo, che si potrebbe definire ‘realista’ per l’aderenza ai fatti della vita quotidiana e la descrizione dell’ambiente dell’epoca”.
(Dalla quarta di copertina dell’ed. Mondadori, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… All’alba del 26 luglio 1755, Messer Grande entrò nella mia camera. Svegliarmi, vederlo e udire le sue interrogazioni fu l’affare di un istante…”
Giacomo Casanova, Fuga dai Piombi

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“… 26 luglio. Nel cuore della notte i cantori di Makin sfilarono nella strada davanti a casa. Intonavano la romanza della principessa…”
Robert Louis Stevenson, Nei mari del Sud

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“… Il 26 luglio 1864, con una forte brezza di nord-est, un magnifico yacht si muoveva agilmente a tutto vapore sui flutti del canale del Nord…”
Jules Verne, I figli del capitano Grant (segnalazione di @gs_carpitano)

 

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“… Le bianche farfalle portate il 26 luglio dal misterioso carro avevano impestato la foresta di uova…”
Dino Buzzati, Il segreto del bosco vecchio (segnalazione di Sandra Muzzolini)

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“…. Erano le 10 e 45 di giovedì 26 luglio 1956. Pablo Picasso aveva fretta…”
Fabio Bussotti, L’invidia di Velazquez

 

25 Luglio

25 luglio 2014

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Sostiene Pereira di averlo conosciuto in un giorno d’estate. Una magnifica giornata d’estate, soleggiata e ventilata, e Lisbona sfavillava. Pare che Pereira stesse in redazione, non sapeva che fare, il direttore era in ferie, lui si trovava nell’imbarazzo di mettere su la pagina culturale, perché il “Lisboa” aveva ormai una pagina culturale, e l’avevano affidata a lui. E lui, Pereira, rifletteva sulla morte. Quel bel giorno d’estate, con la brezza atlantica che accarezzava le cime degli alberi e il sole che splendeva, e con una città che scintillava, letteralmente scintillava sotto la sua finestra, e un azzurro, un azzurro mai visto, sostiene Pereira, di un nitore che quasi feriva gli occhi, lui si mise a pensare alla morte. Perché? (…)
Era il venticinque di luglio del millenovecentotrentotto, e Lisbona scintillava nell’azzurro di una brezza atlantica, sostiene Pereira

Antonio Tabucchi, Sostiene Pereira, 1994, Feltrinelli, p.10

Lisbona: la data del 25 luglio del 1938 segna l’inizio della storia narrata nel romanzo Sostiene Pereira. È in quel giorno, infatti, che Pereira, anziano responsabile delle pagine culturali di un giornale del pomeriggio, il “Lisboa”, fa la conoscenza del giovane Francesco Monteiro Rossi. Si sono sentiti al telefono: Pereira ha proposto al giovane di tenere una rubrica sul giornale e si incontreranno la sera stessa, a una festa in Praça da Alegria, dove Pereira conoscerà anche l’amica di Monteiro, Marta, entrando in contatto con le loro idee libertarie, antagoniste al regime di Salazar. Mentre nel pomeriggio dall’oceano arriva la nebbia e Lisbona “si trova avvolta in un sudario di calura”, la vita di Pereira comincia a cambiare, quel 25 luglio, 1938, trentotto gradi.

Dicono del libro
“Lisbona, 1938. L’opprimente dittatura di Salazar, l’infuriare della guerra civile spagnola alle porte, il fascismo italiano sullo sfondo. Pereira è un ex giornalista di cronaca nera cui è stata affidata la pagina culturale di un mediocre giornale del pomeriggio, il ‘Lisboa’. Pereira ha un senso mortuario della cultura: predilige gli elogi funebri degli scrittori scomparsi, la letteratura del passato, i necrologi anticipati. Trova in Monteiro Rossi, un giovane di origine italiana, e nella sua fidanzata Marta, due bizzarri quanto improbabili collaboratori. Una collaborazione che porterà a uno sconvolgimento nella vita del vecchio giornalista, a una intensa maturazione e infine a una dolorosa presa di coscienza”.
(Dalla bandella dell’ed. Feltrinelli, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… Fatto ciò, rincasai, consolai come potei la mia padrona di casa e dopo essere stato con sua figlia mi coricai. Era la sera del 25 luglio 1755…”
Giacomo Casanova, Storia della mia vita

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“… La sera del 25 luglio del 1943, verso le undici, il Segretario della Regia Ambasciata d’Italia a Berlino, Michele Lanza, se ne stava adagiato su una poltrona…”
Curzio Malaparte, La pelle

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“… Il 25 luglio 1943 – questa data che poi non significò più un giorno di calendario, ma un imperioso richiamo alla fine e al principio di opposti periodi…”
Mario Tobino, Il clandestino

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“… Frattanto, il 25 luglio, il Duce, rimasto senza più séguito nella mala sorte, era stato deposto…”
Elsa Morante, La Storia

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“… Venne poi il 25 luglio e Leone lasciò il confino e andò a Roma. Io restai ancora lì…”
Natalia Ginzburg, Lessico famigliare

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“… La sera del 25 luglio 1880 Billy the Kid attraversò al galoppo, sul suo pezzato, la strada principale (e unica) di Fort Sumner…”
Jorge Luis Borges, Morti perché sì

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“… Alle sette della mattina del 25 luglio chiamò Ardis Hall dall’ufficio postale di Malahar…”
Vladimir Nabokov, Ada, o ardore

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“… consultai invano la mia agendina per sapere che cosa mai potesse festeggiare, quella baldoria. Era il 25 luglio…”
Michel Tournier, Mezzanotte d’amore

24 Luglio

24 luglio 2014

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Per il miei cinquant’anni, François organizzò una festicciola sublime da Armelle. C’erano gli amici di sempre e quelli recenti. Certe persone si rivedevano dopo lustri. Anche la meteorologia pensò di unirsi alla brigata: in quel memorabile 24 luglio ci beccammo un tornado seguito da una tempesta di grandine. In tre minuti, gli invitati erano fradici. Più tardi, dopo che ebbi spento le candeline, tutti anche i giovani Benjamin e Sarah, mi consegnarono una cassetta dove avevano registrato un brano del Viaggio. Era un’idea geniale

Annie François, La lettrice, 2000, tr. it. F. Bruno, Guanda 2000, p. 161

Ogni libro incontrato dalla narratrice durante la sua vita ha una storia, avvincente come un romanzo. Non solo per quello che il libro racconta, ma per il ruolo che ha nella stessa vita di chi lo legge. Che sia stato prestato o impacchettato per un trasloco, trovato su una bancarella, letto durante una malattia, è un testimone dell’esistenza a cui si è intrecciato. Al giorno del compleanno della narratrice, il 24 luglio, si collega per esempio la storia del romanzo dello scrittore francese Céline, Viaggio al termine della notte. Per tanti motivi, che risalgono alla sua adolescenza, la narratrice non è mai riuscita a leggerlo. E i suoi amici più cari decidono di registrarne la lettura, in tante cassette, come regalo per “quel memorabile 24 luglio”.

 

Dicono del libro
“Che cosa trasforma un parallelepipedo di carta in un libro capace di influenzare la nostra vita? La passione, se non il furore, del lettore anzi della lettrice Annie François che narra le eroicomiche avventure di chi è libro-dipendente e a questo dio assoluto, tascabile o rilegato che sia, consacra la propria esistenza. Il bibliomane è vittima di una serie pressoché infinita di manie: la posizione, seduta o sdraiata; il luogo, solitario o affollato; i conforti accessori alla lettura, sigarette o cibo; le dimensioni del libro. Non solo: la patologia sviluppata dal lettore, che coinvolge, insieme all’intelligenza e alla vista, l’udito, l’odorato e il tatto, contagia anche la sua vita domestica, amorosa, sociale, professionale”.
(Dal risvolto di copertina dell’ed. Guanda, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… 24 luglio. Ci svegliammo meravigliosamente ritemprati nello spirito e nelle forze…”
Edgar Allan Poe, Le avventure di Arhur Gordon Pym

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“…un’offensiva di tredici divisioni britanniche (appoggiate da 1400 pezzi d’artiglieria) contro la linea Serre-Montauban era stata decisa per il 24 luglio 1916…”
Jorge Luis Borges, Il giardino dei sentieri che si biforcano

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“… sarebbe un buon giornale quello che al primo gennaio del millenovecentoquattordici avesse annunciato lo scoppio della guerra per il ventiquattro luglio…”
José Saramago, L’anno della morte di Ricardo Reis

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“… 24 luglio 2003 Gillian, mia sorella, ha deciso di pronunciare il suo nome con la g dura lo stesso giorno in cui mia madre è tornata dalla luna di miele…”
Peter Cameron, Un giorno questo dolore ti sarà utile (segnalazione di Stella Bottai)

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“… Baia Novaglia, 24 luglio 1909. Muri nel mare! Rovine di un antico abitato…”
Hans Kitzmüller, Viaggio alle Incoronate (segnalazione di Sandra Muzzolini)

23 Luglio

23 luglio 2014

 

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La mattina del 23 luglio 1989, una domenica, mi trovavo all’Hotel Terminus di Lione nei pressi della stazione ferroviaria Perrache, in una camera che si affacciava direttamente sui binari. Oltre la ferrovia, in una breccia tra i fili dei treni e i caseggiati, il verde degli alberi, limpidissimo, lasciava intuire che non molto lontano scorreva un fiume, la Saona, poco prima della sua confluenza nel Rodano; sopra le rotaie le rondini volavano davanti alla luna calante, bianca, che sembrava perforata dal blu del cielo e che pian piano andava ritirandosi, sforacchiata come una nuvola

Peter Handke, Epopea del baleno, 1990, tr. it. L. Salerno, Guanda, 1993, p. 41

Come un medium che ha la capacità di mettere in contatto il passato con il presente, il narratore registra un’impressione avuta durante un soggiorno all’Hotel Terminus, nella città di Lione, la mattina del 23 luglio 1989. In stazione passano dei ferrovieri, arriva un treno merci; in cielo volano rondini; è una mattina calma e luminosa di piena estate. Eppure qualcosa lo inquieta, come se da quel luogo arrivasse un segnale. In un istante in cui la scena sembra ferma, si rende conto che l’albergo dove si trova è stato la sede del comando nazista durante la guerra. C’è stato un altro giorno come quello odierno – pensa l’osservatore del 23 luglio – in cui però la stazione, il cielo, le rondini sono state la scena di una tragedia, che si riesce ancora a captare attraverso gli strati del tempo.

Dicono del libro
“Ogni piccolo fatto trova nelle pagine di questo libro una rifrazione luminosa, un riflesso limpido e cristallino, un brivido di insondabile mistero. Handke, attraverso una scrittura impeccabile, ha la capacità di farci cogliere la malia segreta di ogni cosa, di ogni accadimento anche minino, di ogni fenomeno”.
(Dalla bandella dell.ed. Guanda, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… Meno di due mesi dopo quella che ho chiamato ‘la nuit du tournesol’ – era esattamente il mattino del 23 luglio…”
André Breton, L’amour fou

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“…. La signora Maigret non vedeva il marito da quindici giorni e reclamava la sua presenza. Era il 23 luglio…”
Georges Simenon, La balera da due soldi

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“… 23 luglio. Siamo andati tutti a vedere la cascata meravigliosa, da cui scende l’acqua dolce che ieri ho bevuto nella baia…”
Stanislao Nievo, Le isole del paradiso

22 Luglio

22 luglio 2014

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Scorsi la pergamena aperta. C’erano mille ghirigori e sotto un nome, Pacifico Stalio, quindi una data, 22 luglio 1768. Il resto, in tedesco, non lo capivo. Tornai alla data: era lo stesso giorno in cui l’ammiraglio Bougainville aveva disegnato con i suoi assistenti la cascata a Port Praslin, quella che sarebbe passata alla storia con il suo nome. Disegni d’acqua, lontani oceani d’acqua, avvenuti nello stesso giorno tra i milioni di giorni della storia terrestre che presto dimentica tutto, tranne qualche uomo e qualche data

Stanislao Nievo, Le isole del paradiso, 1987, Mondadori 1989, p. 282

Nel diario dell’esploratore Bougainville – alla data del 22 luglio 1768 – è annotata la presenza di acqua dolce nella baia di un’isola dei Mari del Sud, poco distante dalla Nuova Guinea. Un secolo dopo, quell’isola sarà la mèta di un progetto avventuroso, ideato dall’affarista e visionario francese Charles de Rays : il tentativo di renderla abitabile e coltivabile, con il sogno di fondare una nazione nuova, possibilmente ricca e prospera. Seguendo quest’ideale, numerosi coloni – fra i quali molti contadini veneti – s’imbarcano nell’impresa, che si rivelerà durissima e frustrante, per via della natura equatoriale, dove tempo ed energia sono diversi. Sulle tracce di alcuni dei protagonisti di quell’episodio: Angelo e Lucia, la regina melanesiana Emma, il capitano Stalio, il narratore si imbatte in sorprese e coincidenze, come – in questo brano – la data del 22 luglio 1768 (lo stesso giorno registrato nel diario dell’esploratore francese) segnata in un documento che riguarda un altro Stalio, in un altro punto della terra.

Dicono del libro
“Protagonisti alcuni italiani e francesi imbarcatisi alla volta delle lontane isole della Melanesia, dietro al miraggio di una nuova patria da fondare. Incontaminate, bellissime e seducenti, le isole vedranno l’alternarsi degli emigranti con le loro storie di disperazione, di amore, di miseria e di volontà. Ma alla fine tutti dovranno arrendersi davanti al rifiuto della natura che, sorretta da una forza primigenia, respingerà la frenesia trasformatrice dell’uomo civilizzato. Quest’epopea, fatta di avventure esotiche, di vita di mare, di incontri con altre civiltà, ha affascinato l’autore tanto da ripercorrerne di persona le tappe. E sotto lo stesso sole le storie di ieri e di oggi si intrecciano, i fili si riannodano e, quasi per un gioco di arcane simmetrie, il cerchio si chiude.”
(Dalla quarta di copertina dell’ed. Mondadori, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… Il 22 luglio 1848, prima delle sei antimeridiane, un distaccamento di esploratori, il secondo squadrone di corazzieri di Wallmoden…”
Hugo von Hofmannsthal, Storia di cavalleggeri

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“… Andò dritto nella sua cabina e aprì il diario. Scrisse la data, 22 luglio 1768, e annotò il fenomeno dell’acqua dolce…”
Stanislao Nievo, Le isole del paradiso
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“… Il mio nome è Laura Palmer, e da soli tre piccoli minuti, ho ufficialmente compiuto 12 anni! È il 22 luglio 1984…”
Jennifer Lynch, Il diario segreto di Laura Palmer (segnalazione di Laura Serranti)

21 Luglio

21 luglio 2014

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L’anno 356, nella notte del 21 luglio, la luna non era ancora sorta nel cielo, e il desiderio di Erostrato avendo raggiunto una forza inusitata, egli si decise a violare la camera segreta di Artemide. Scivolò giù per i tornanti della montagna sino alla riva del Caistro e salì i gradini del tempio. Le guardie dei sacerdoti dormivano vicino alle sante lampade. Erostrato ne afferrò una e penetrò nel naos. Un forte odore di olio di nardo si spandeva nell’aria. Le travi nere del soffitto d’ebano erano splendenti. L’ovale della stanza era diviso dalla tenda tessuta di filo d’oro e di porpora che nascondeva la dea. Erostrato, ansimando di voluttà, la strappò

Marcel Schwob, Vite immaginarie, 1896, tr. it. F. Jaeggy, Adelphi 1978, p.36

 

Lo scrittore Marcel Schwob racconta una data prodigiosa nella storia – e nella leggenda – del mondo antico. Il 21 luglio del 356 avanti Cristo andò distrutta una delle sette meraviglie del mondo, il ricchissimo tempio dedicato alla dea Artemide a Efeso, città dell’Asia minore, nell’attuale Turchia. Nel racconto, la causa della distruzione è l’incendio appiccato da un abitante di Efeso, di nome Erostrato, desideroso di avvicinarsi al tesoro e ai segreti del tempio. Catturato e imprigionato, continua a gridare il suo nome – che le autorità vorrebbero cancellare – “in mezzo alla notte”. Nella stessa notte, racconta lo scrittore, nasce Alessandro, re di Macedonia.

 

Dicono del libro
“Le Vite immaginarie, pubblicate nel 1896, segnano il culmine della sua opera: sono ventitré ‘percorsi di vita’, brucianti di rapidità, dove incontriamo personaggi illustrissimi, come Empedocle o Paolo Uccello o Petronio, e gli ignoti destini di Katherine, merlettaia nella Parigi del Quattrocento, o del maggiore Stede Bonnet, ‘pirata per capriccio’, o degli impeccabili assassini Burke e Hare – e tutti circondati dalle folle senza nome di mendicanti, criminali, prostitute, mercanti e eretici che abitano la storia”.
(Dalla bandella dell’ed. Adelphi, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… Il 21 luglio, anniversario della battaglia di Bezzecca, Marco Leccio s’era chiuso nello studio…”
Luigi Pirandello, Frammento di cronaca di Marco Leccio

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“… Nel pomeriggio di martedì 21 luglio, Flush s’insinuava quindi dabbasso e attendeva nel vestibolo…”
Virginia Woolf, Flush

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“… Questo sospetto della nostra immaginosa tensione era divenuto scarica della realtà il 21 luglio 1931, durante l’imperversare d’una grandinata senza precedenti nel secolo…”
Carlo Emilio Gadda, L’Adalgisa

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“… Una bambina era nata il 21 luglio 1872 a Ardis, la residenza che il padre putativo possedeva nella contea di Ladore…”
Vladimir Nabokov, Ada, o ardore