« »
Anche nell’altro scatolone c’erano oggetti poco interessanti. Un’incisione vittoriana della cappella del King’s College. Una sveglia Waralarm da pochi soldi, regolata per suonare alle undici, in una custodia di fibra nera. Una radiolina. Un tocco accademico e una toga polverosa. Una boccetta d’inchiostro. Un telescopio. Una copia del “Times” del 23 dicembre 1942, piegata alla pagina del cruciverba che era stato compilato in due grafie diverse, una molto minuta e meticolosa, l’altra più arrotondata, probabilmente femminile. Sopra il cruciverba era scritto 2712815. E infine, in fondo allo scatolone, una carta che, aperta, risultò essere non dell’Inghilterra e nemmeno della Germania, come la signora Armstrong aveva sospettato e sperato, bensì del cielo notturno
Robert Harris, Enigma, 1995, tr. it. R. Rambelli, Mondadori, 1996, pp. 110-111
Dall’inizio della II guerra mondiale, il giovane matematico inglese Tom Jericho lavora a Bletchley Park, l’unità dei servizi segreti britannici destinata alla decifrazione dei messaggi in codice tedeschi, in particolare di quelli relativi alle missioni dei sottomarini U-Boot. All’inizio in pochi, gli addetti alla decrittazione dei messaggi sono aumentati col passare dei mesi, trasformando la residenza di Bletchley Park in un quartier generale dove si muovono – accanto al matematico Alan Turing – le menti più geniali della logica e dell’analisi dei linguaggi. I tedeschi cifrano i messaggi con una macchina chiamata Enigma, un congegno portatile in grado di trasformare il testo originale in un crittogramma, sfruttando un numero “astronomico, e tuttavia calcolabile” di permutazioni. Dalla decifrazione di questi messaggi dipende la navigazione dei convogli alleati nell’Atlantico e a Bletchley Park si lavora su macchine altrettanto potenti – dette Bombe – che possano trovare la chiave dei testi in tempo per salvare le navi. Dopo un crollo nervoso dovuto alla tensione, ai ritmi e alla responsabilità del proprio compito, Tom Jericho è stato mandato a Cambridge per un periodo di riposo, ma è presto richiamato in servizio. Gli scatoloni con le sue cose sono stati recapitati nella pensione dove risiederà e la padrona di casa, la signora Armstrong, curiosando fra libri e carte, vi trova una copia del Times del 23 dicembre, con il cruciverba compilato. Insieme con gli scacchi, il cruciverba è uno dei pochi passatempi di Jericho, che lo usa anche come verifica delle sue facoltà mentali, sovraffaticate dal lavoro. Il gioco delle parole crociate (come racconta Stefano Bartezzaghi nell’Orizzonte verticale) aveva fatto la sua comparsa negli Stati Uniti una trentina d’anni prima, il 21 dicembre del 1913; dagli anni Venti aveva conquistato larga popolarità, e durante la guerra la sua storia si sarebbe intrecciata con quella dello spionaggio. Non pochi degli addetti di Bletchley Park furono reclutati fra enigmisti con un concorso su un quotidiano inglese. La pagina del Times nello scatolone di Tom Jericho risale all’antivigilia di Natale, a un momento di pausa in cui la ricerca della chiave – sempre in bilico fra il caos e il significato -, è per qualche minuto trasferita alla soluzione di uno schema di parole crociate: “un matematico, come un pittore o un poeta, è qualcuno che crea schemi”. (a.s.)
Per giocare con il cruciverba a sorpresa dell’artista Aldo Spinelli, vai al post del 21_12
Dicono del libro
“Il romanzo è ambientato sullo sfondo di un evento storico reale. I messaggi della Marina tedesca citati nel testo sono tutti autentici. I personaggi, al contrario, sono interamente inventati”.
(Nota dell’autore nell’ed. Mondadori, op. cit.)
Sulle date in Enigma, vedi il post 4 marzo. Da Sherlock Holmes alla II guerra mondiale
Altre storie che accadono oggi
“… Lo ammetto, mi vestii un po’ più in fretta del solito quella nevosa, ventosa, gelida notte. Era il 23 di dicembre, 197…”
Stephen King, Una storia d’inverno
“… La Dalmazia è grande. Se non si sa esattamente in quale porto è nato il capitano Stalio, serve poco sapere quando, cioè il 23 dicembre 1854…”
Stanislao Nievo, Le isole del paradiso
“… una guida giornaliera ai programmi televisivi trasmessi da un’anonima città dell’emisfero settentrionale il 23 dicembre 1999 offre un’interessante prospettiva sulle origini del disastro …”
James G. Ballard, Una guida alla morte virtuale
“… Era dicembre, l’antivigilia di uno di questi ultimi natali, e a Madrid faceva freddo, molto…”
Saramago, Una notte a Plaza Major
“… Passò ancora qualche settimana, senza fornirmi risposte; poi, al mattino del 23 dicembre, presi un taxi per Roissy…”
Michel Huellebecq, Piattaforma
“… Era il mezzogiorno del 23 dicembre. Fuori faceva freddo, il cielo era nuvoloso…”
Sarah Winman, Quando dio era un coniglio (segnalazione di Sandra Muzzolini)
“… tra due giorni è Natale, non va bene e non va male…”
Francesco De Gregori, Natale (segnalazione di @LiviaVigorito, @GiuliAntonia, @lau_serr)