27 Novembre

27 novembre 2023

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Il Visconte di Valmont alla Marchesa di Merteuil […]

Addio, incantevole amica; non sigillerò questa lettera che alle due, nella speranza di poterci accludere la desiderata risposta.
Alle due del pomeriggio.
Niente ancora, e l’ora incalza; non ho tempo di aggiungere altro; ma stavolta mi neghereste ancora i più teneri baci dell’amore?

Parigi, 27 novembre 17**

Choderlos de Laclos, I legami pericolosi, 1782, tr. it. P. Bianconi, Rizzoli 1976, pp.330-31

L’intreccio di vicende dei Legami pericolosi emerge dalle lettere che i protagonisti si scambiano, dall’agosto al dicembre di un anno del Settecento, con un epilogo nel gennaio dell’anno successivo. Dal carteggio fra il libertino Visconte di Valmont e la cinica Marchesa di Merteuil si conoscono i piani per sedurre la giovane Cecilia Volanges, innamorata del cavalier Danceny, ma promessa sposa a un altro, e soprattutto per sedurre la leale signora di Tourvel. Le strategie attuate dal Visconte e dalla Marchesa – al fine di esercitare il potere sul prossimo attraverso una raffinata trama di piaceri e di inganni – sfuggono però di mano.
Il 27 novembre Valmont attende – ora dopo ora – una risposta dalla signora di Tourvel, per comunicarla alla sua complice, la Marchesa. Ma la risposta non arriva e l’intrigo si avvia ad essere rivelato, con conseguenza fatali per tutti i protagonisti. 

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26 Novembre

26 novembre 2023

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martedì, 26.11

Idee un po’ più chiare dopoché a Kirchheim ho comprato una carta Shell. Nella notte una bella bufera, la mattina neve dappertutto, sfrangiata, che si scioglieva. Pioggia, tormenta sono ancora gli ordini minori. La baracca conteneva, a guardar bene, correggiato e rastrello per fieno, appesi alle pareti, per fare il rustico, e anche dei bastoni da passeggio con applicate delle placchette, rastrelli in croce, e un foglio di calendario con Playmate del mese di settembre. Sopra la finestra foto degli abitanti, fatte all’automatico, mi ricordano molto gente come Zef e Schinkel. L’uomo del distributore mi guardava con un’aria così irreale che io mi sono precipitato alla toilette per convincermi davanti allo specchio che ho ancora un aspetto umano. Ma sì, adesso mi faccio trascinare dalla bufera intorno al distributore fintantoché non mi spuntano le ali. Questa notte sarò re nella prossima casa violata; sarà la mia fortezza. Una sveglia da cucina, una volta messa in moto, annuncia in grande stile l’Ultima Fine. Il vento di fuori fruga il bosco. Questa mattina la notte era sospinta, come un’annegata, da fredde onde grigie

Werner Herzog, Sentieri nel ghiaccio, 1978, tr. it. A. M. Carpi, Guanda 1982, p.23


Martedì 26 novembre  è il quarto giorno del viaggio che Herzog ha intrapreso per arrivare da Monaco a Parigi. Sta viaggiando a piedi, nella strana convinzione che il suo pellegrinaggio solitario e faticoso possa aiutare l’amica Lotte, che abita a Parigi ed è gravemente malata, a restare in vita. Piove, nevica e fa molto freddo, mentre Herzog attraversa i boschi e i paesi della Baviera. Ha dormito in una casetta di vacanza, in cui è entrato “senza rompere niente”, trovando delle carte da gioco e il calendario di novembre. Il 26 ha ripreso la marcia, in direzione ovest e con l’aiuto di una mappa stradale della Shell. 

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25 Novembre

25 novembre 2023

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Il diciannovesimo compleanno di Mario Incandenza sarà mercoledì 25 novembre, il giorno prima del Ringraziamento. La sua insonnia peggiora con l’entrare nella terza settimana dello iato di Madame Psychosis e il tentativo della Wyyy di riproporre la povera Miss Diagnosis, che ha iniziato una lettura in latino della Rivelazione di Giovanni che è così imbarazzante da farti sentire in pena per lei. Per un paio di notti Mario cerca di addormentarsi nel salotto della CdP con la Wods, una stazione Am che trasmette narcotizzanti arrangiamenti orchestrali di vecchie canzoni dei Carpenters. Il che rende le cose ancora più difficili. È strano sentire che ti manca qualcuno che forse non conosci neanche

David Foster Wallace, Infinite Jest, 1996, tr. it. E. Nesi (con la coll. di A. Villoresi e G. Giua), Einaudi, 2006, p. 706

Nel tempo raccontato in Infinite Jest, un tempo futuro in cui la geografia politica del Nordamerica è profondamente modificata, gli anni sono sponsorizzati da aziende di prodotti alimentari, medicali, elettrodomestici. L’anno a cui si riferisce questa pagina – indicato in italiano dall’acronimo APAD – prende il nome dal Pannolone per Adulti Depend  e interseca il calendario reale fra il 2008 e il 2009. Il secondogenito della famiglia Incandenza, Mario, un ragazzo disabile, compirà diciannove anni la vigilia del Giorno del Ringraziamento, che cade il quarto giovedì di novembre, mese di giornate “grigie, fredde e ventose”, col cielo colore “vetro sporco”. Mario fa parte della famiglia di James Incandenza, fondatore dell’Ensfield Tennis Academy e autore del film  perduto che dà il titolo al libro, oggetto di infinito intrattenimento e dipendenza.  Detto Booboo dal fratello più piccolo Hal, allievo dell’accademia di tennis, Mario ha competenze tecniche nelle riprese cinematografiche e una passione per il programma radiofonico – trasmesso dalla Wyyy – di Madame Psychosis. A qualche giorno dal suo compleanno Mario si è trasferito per la notte nella CdP, la casa del preside, in ascolto della radio. Madame Psychosis è sostituita, ma Mario si imbatte passeggiando nella registrazione di una vecchia puntata del programma, un programma in cui sembra di ascoltare “una persona triste” che legge ad alta voce lettere ingiallite, tirate fuori “da una scatola da scarpe durante un pomeriggio piovoso”. 

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24 Novembre

24 novembre 2023

 

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“La prima prova è studiata perché voi dimostriate la vostra audacia” disse a Harry, Cedric, Fleur e Krum, “quindi non vi diremo di che cosa si tratta. Il coraggio di fronte all’ignoto è una qualità importante in un mago… molto importante…”
“La prima prova avrà luogo il 24 novembre, davanti agli altri studenti e alla commissione giudicatrice. Ai campioni non è permesso di chiedere o accettare aiuti di nessun genere dai loro insegnanti per portare a termine le prove del Torneo. I campioni affronteranno la prima sfida armati solo di bacchetta magica

Joanne K. Rowling, Harry Potter e il calice di fuoco, 2000, tr. it. B. Masini, Salani, Editore, 2001, p. 241

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23 Novembre

23 novembre 2023

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Tutti lo credevano morto. Nel 1988, quando pubblicai il libro sui suoi film, di Hector Mann non si avevano più notizie da quasi sessant’anni. Salvo un pugno di storici e patiti del cinema di un tempo, pochi sembravano anche solo al corrente che fosse esistito. Doppio o niente, l’ultima delle dodici comiche realizzate da Mann sullo scorcio finale del periodo del muto, apparve in sala il 23 novembre 1928. Due mesi dopo, senza aver salutato nemmeno uno dei suoi amici e compagni di lavoro, senza aver lasciato una lettera o informato chicchessia dei suoi progetti, uscì dalla sua casa di North Orange Drive e non fu mai più visto

Paul Auster, Il libro delle illusioni, 2002, tr. it. M. Bocchiola, Einaudi, 2003, p. 3

La storia raccontata nel Libro delle illusioni comincia con la data dell’ultima proiezione, in una sala cinematografica, di Doppio o niente, una comica dell’attore Hector Mann, un divo del cinema muto. Il 23 novembre del 1928 è l’ultima data rintracciabile nella vita dell’uomo, scomparso senza lasciare traccia. Le vicende di Mann e dei suoi film vengono ricostruite – sessant’anni dopo – dal narratore della storia, il professor Zimmer, che trova in essi un nuovo motivo di interesse per la vita, dopo aver perso la sua famiglia in un incidente. È in novembre che Zimmer ricomincia a viaggiare e di nuovo in novembre (il giorno del Ringraziamento) ha un attacco di cuore, verso la fine della narrazione. 

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22 Novembre

22 novembre 2023

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18:00 Speciale TV. La Virtual Reality TV presenta L’assassinio Kennedy. Indossate il vostro caschetto e lasciatevi portare a Dallas, il 22 novembre 1963. Prima sparerete con il fucile dell’assassino dalla finestra del Deposito di libri, e poi scenderete fra Jackie e JFK sulla limousine presidenziale quando la pallottola raggiungerà il bersaglio. Solo per abbonati speciali: sentirete il tessuto cerebrale del presidente in piena faccia o asciugherete le lacrime di Jackie con il vostro fazzoletto

James G. Ballard, Una guida alla morte virtuale, 1992, tr. it. L. Briasco, Tutti i racconti vol. 3 1969-1992, Fanucci, 2007, p. 640

“La vita intelligente sulla terra si è estinta  nelle ultime ore del Ventesimo secolo” e fra le poche tracce rimaste – non inutile a comprendere i motivi dell’estinzione – c’è una guida ai programmi televisivi trasmessi in una città qualunque dell’emisfero nord, in un giorno del 1999. Un abbonato standard del servizio poteva accedere – dalle sei della mattina alle cinque della mattina successiva – a programmi di notizie allarmanti, previsioni delle condizioni meteo negli interni, porno per tutti i gusti, crimini in diretta, giochi frustranti. Ma il pezzo forte era lo speciale delle sei del pomeriggio: grazie a un’applicazione di Realtà Virtuale, l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy a Dallas – il 22 novembre del 1963 – poteva essere vissuto in modalità immersiva, da diversi inquietanti e macabri punti di vista. 

 

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21 Novembre

21 novembre 2023

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Era il ventuno novembre; una folla immensa e festosa traboccava di contrada in contrada sul corso di Porta Orientale e di là fuori nel campo del Lazzaretto, battezzato novellamente pel campo della Federazione. Tuonavano le artiglierie, migliaia di bandiere tricolori sventolavano; era uno scampanio a festa, un gridare, un lanciar di cappelli, un agitarsi di fazzoletti di teste di braccia in quella calca allegra tumultuosa e non pertanto calma e dignitosa. Né io né l’Aglaura ebbimo cuore di fermarci in una camera mentre alla luce del sole, alla libera aria del cielo doveva inaugurarsi poco stante il governo stabile ed italiano della Repubblica Cisalpina. Posto giù il mio fagotto e senza ch’ella volesse deporre il travestimento virile ci mescolammo alla gente, contentissimi di esser giunti in tempo di quel solenne e memorabile spettacolo

Ippolito Nievo, Le Confessioni d’un Italiano, 1867 (post.), ed. cons. Rizzoli, 2010, p. 608

 

Carlo Altoviti, detto Carlino, è “testimone ed attore d’un bel capitolo di storia”,  dalla rivoluzione all’arrivo dei Francesi in Italia, dalla caduta di Napoleone ai moti del 1848. Un capitolo di storia osservato all’inizio da una postazione laterale, il castello dei conti di Fratta nella bassa friulana, dove Carlo – orfano di madre e figlio di un gentiluomo-avventuriero –  trascorre l’infanzia e l’adolescenza, innamorato della Pisana, figlia dei conti. Crescendo, Carlo si muove fra Padova, Venezia, Milano e si trova coinvolto nei cambiamenti politici che l’arrivo di Napoleone comporta. Avventure private e rivolgimenti pubblici si mescolano nelle giornate del 1797 quando Carlo approda a Milano, proprio durante l’insediamento ufficiale delle due Camere di Consiglio della Repubblica Cisalpina, il 21 novembre, giornata di sole e di festa popolare. 

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20 Novembre

20 novembre 2023

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Io, Amy Curtis March, essendo in piena coscienza delle mie facoltà mentali, lascio e delego tutta la mia proprietà terrestre divisa in questo modo: […] Desidero che la mia compagna favorita Kitty Bryan abbia il grembiulino di seta celeste e l’anellino d’oro con un bacio affettuoso. Ad Anna lascio la scatola che ha sempre desiderato e tutti i miei rammendi sperando che: Di me si ricorderà quando quello vedrà. E adesso, avendo disposto della mia proprietà, spero che tutti saranno contenti e non biasimeranno i morti. Perdono a tutti e spero che quando suonerà la tromba ci rivedremo tutti. Amen. E questo testamento io firmo oggi, 20 novembre, Anno Domini 1861. 

Amy Curtis March

Louisa May Alcott, Piccole donne, 1868-69, tr. it. A. Mazzoni, Giunti 1994, p.180-181

Piccole donne racconta un anno nella vita della famiglia March, durante la guerra di Secessione americana. Mentre il padre è al fronte, la madre e le quattro sorelle vivono in una città non specificata del New England, probabilmente in Massachusetts. Iniziata a Natale, la storia delle avventure domestiche di Meg, Jo, Beth e Amy incontra i primi veri drammi (anche se a lieto fine) nel novembre successivo, quando un telegramma annuncia il ferimento del padre. Nello stesso periodo, la sorella Beth si ammala di scarlattina e la più piccola, Amy, è mandata dalla zia per evitare il contagio. Nella casa severa della donna, la giovanissima Amy pensa per la prima volta alla morte e redige un infantile testamento, sigillato e firmato dall’amico Teddy e dalla cameriera Estella, il ventesimo giorno di novembre, anno del Signore.

 

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19 Novembre

19 novembre 2023

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NOTIZIE DI SLAGTOWN

(GIORNALE NEGRO DI BIRMINGHAM)

DI MILTON JAMES

19 novembre 1940

(…) Dal mondo della canzone. Black and Tan Fantasy, l’ultimo disco di Duke Ellington, edito dalla casa discografica Decca, ha suscitato grande interesse per il suo carattere di novità. In Creola il pianista suola un boogie-woogie tanto strano quanto efficace

Fannie Flagg, Pomodori verdi fritti al Caffè di Whitle Stop, 1987, tr. it. O. Crosio, Bompiani, 1994, pp. 208, 209

 

La vita in Alabama negli anni della Grande Depressione è raccontata parallelamente da una vecchia signora in una casa di riposo – che pesca nella sua memoria parlando con una visitatrice – e dalle notizie dei giornali locali dell’epoca.  Il centro della storia è il Caffè di Whistle Stop, un locale di legno di pino vicino alla stazione ferroviaria, poco più di una baracca, che però riesce a tenere viva la piccola comunità che gli ruota intorno. È grazie alle due donne che lo gestiscono, Ruth e Idgie, indipendenti e con uno spiccato senso della giustizia, che il Caffè diventa un punto di riferimento per neri e bianchi, vagabondi e viaggiatori, che trovano cibo, liquori, accoglienza e fiducia. I coloriti racconti della signora  sono intervallati dai resoconti del Bollettino di Whistle Stop e da quelli del Giornale negro di Birmingham che riporta i successi dei musicisti di colore, l’arrivo di Cab Calloway in città e – il 19 novembre del 1940 – la notizia dell’uscita di un disco di Duke Ellington. 

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18 Novembre

18 novembre 2023

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Se non avrete nulla in contrario a ricevermi in casa vostra, mi concederò il piacere di fare visita a voi e alla vostra famiglia lunedì 18 Novembre alle ore sedici, e potrò anche abusare della vostra ospitalità fino al sabato della settimana seguente, cosa che mi è lecita fare senza inconvenienti di sorta, giacché non dispiace a Lady Catherine che per qualche ragione io mi assenti una domenica, sempre che vi sia un altro ecclesiastico a sostituirmi nelle funzioni. Porgo un deferente omaggio alla vostra signora e alle vostre figlie, e rimango, signore, il vostro affezionatissimo amico, 
W. Collins
“E così, aspettiamoci per le quattro il nostro portatore di pace”, disse Mr Bennet ripiegando la lettera

Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio,1813, tr. it. I. Maranesi, Garzanti 1991, p. 50

Nella complessa rete di parentele e relazioni del romanzo Orgoglio e pregiudizio, William Collins – l’autore di questa lettera – è il noioso cugino di Mr Bennet e poiché questi non ha avuto figli maschi, ma cinque femmine, è lui che erediterà la tenuta di Longbourn. Nella lettera, Collins annuncia la sua visita in casa Bennet per lunedì 18 novembre: ha intenzione di chiedere in moglie una delle figlie del cugino. Siccome la primogenita Jane è già impegnata, la scelta cade sulla secondogenita Elizabeth, detta Lizzy. Brillante e indipendente, Elizabeth rifiuta decisamente e con coraggio la proposta e affronta l’intricato cammino che la porterà a sposare  l’interessante, ricco e leale Fitzwilliam D’Arcy. 

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17 Novembre

17 novembre 2023

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Quattro uomini si gettarono in fretta in una imbarcazione. la folla li incoraggiava, l’ansia era di nuovo in tutti i cuori. L’uomo non era risalito alla superficie. Era scomparso in mare senza provocarvi un’increspatura, come se fosse caduto in una botte d’olio. Si sondò, ci si tuffò. Invano. Si cercò fino a sera: non si ritrovò neppure il corpo.
L’indomani, il giornale di Tolone recava queste righe:
“17 novembre 1823. Ieri un forzato, di corvée a bordo dell’Orion, dopo aver soccorso un marinaio, è caduto in mare ed è annegato. Il suo cadavere non è stato ritrovato. Si suppone che possa essersi impigliato nei piloni della punta dell’Arsenale. Quell’uomo portava il numero di matricola 9430 e si chiamava Jean Valjean”

Victor Hugo, I miserabili, 1862, tr. it. Liù Saraz, ed, cons. Garzanti, 1990, p. 401

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16 Novembre

16 novembre 2023

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Il giorno più cupo della mia vita vide l’alba nell’Arizona occidentale il sedici di novembre. Era una mattinata asciutta come tutte le altre, e verso le dieci stavamo attraversando il confine con la California per incominciare a risalire il fiume Mojave e avvicinarci alla costa. Quando superammo quella pietra miliare del tragitto e ci preparammo ad affrontare l’ultima tappa del viaggio, io mi concessi un sommesso hurrà celebrativo. Il maestro procedeva a velocità spedita e pensavamo di essere a Los Angeles in tempo per la cena

Paul Auster, Mr Vertigo, 1994, tr. it. S. Basso, Einaudi1995, p. 204

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“Walt è un povero orfano senza futuro nella St.Louis degli anni Venti, ma possiede un dono naturale, e trova qualcuno deciso a sfruttarlo. Maestro Yehudi, mezzo stregone e mezzo ciarlatano, è l’ebreo ungherese che in tanti anni di duro tirocinio gli insegnerà la meravigliosa arte di volare facendo di lui un’attrazione da circo. Nelle sue peregrinazioni il bambino volante si ritrova tra incursioni del Ku Klux Klan, storie di gangster, giocatori di baseball e, nella Chicago degli anni Trenta, finisce con l’aprire un locale destinato a diventare famoso, il Mr Vertigo. Finché un giorno Walt ritorna normale e smette di essere un fenomeno. Ed è allora che il destino si compie in tutta la sua grandezza: riconoscendo nella storia di Dizzie Dean, campione in declino che non sa smettere di giocare, la propria storia, Walt comprende che importante non è solo volare ma anche capire quando si deve tornare a terra e vivere con dignità la vita di ogni uomo, del più anonimo e banale degli uomini”.
(Dalla quarta di copertina dell’ed. Einaudi, op. cit.)

 

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15 Novembre

15 novembre 2023

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Verso il 15 novembre la season era in piena fioritura: l’Opera e i vari teatri spiegavano tutte le loro attrazioni, gli inviti a pranzo cominciavano ad accumularsi e si fissavano le date dei grandi balli. E, verso quell’epoca, la signora Archer diceva puntualmente che New York era molto cambiata

Edith Wharton, L’età dell’innocenza, 1920, tr. it. A. d’Agostino Schanzer, ed. cons. Feltrinelli, 1960, p. 295

A novembre riprendono le attività sociali della New York della fine dell’Ottocento, in cui si muovono i protagonisti del romanzo L’età dell’innocenza. Le famiglie benestanti che combinano matrimoni fra gli eredi, controllando il comportamento degli individui ribelli alle consuetudini, hanno riaperto le case di città agli incontri. Per il giovane avvocato Newland Archer è il secondo anno di nozze con May, una donna gradevole e convenzionale, eclissata – nel suo desiderio – dalla cugina Ellen, che ha vissuto in Europa esperienze molto diverse da quelle della buona società newyorkese. Anche a New York si sente l’eco delle novità che arrivano da oltreoceano, invenzioni, mode, nuovi comportamenti si affacciano sulla Quinta Strada, mentre è in arrivo il Giorno del Ringraziamento, che cade il quarto giovedì di novembre. 

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14 Novembre

14 novembre 2023

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Non sto più dietro al calendario. Direte: ma il sogno del 14 novembre scorso? Ci sono intervalli, ma fra un sogno e l’altro, non ne rimane coscienza. Il mondo intorno a noi si dissolve, lasciando qua e là chiazze di tempo. Il mondo è un cancro che si divora… Penso a quando il grande silenzio scenderà su tutto e dappertutto; allora infine trionferà la musica. E quando tutto si sarà ritratto in grembo al tempo, tornerà il caos, ed il caos è la partitura su cui è scritta la realtà. Tania, tu sei il mio caos. Ecco perché canto. Non io, è il mondo che muore, che depone la pelle temporale. Ma io ancora vivo, ancora ti scalcio in grembo, sono ancora una realtà di cui si possa scrivere

 Henry Miller, Tropico del cancro, 1934, tr. it. L. Bianciardi, Feltrinelli 1973, p.16

 

È l’autunno del secondo anno a Parigi per il protagonista di Tropico del Cancro, un giovane americano senza “soldi, né risorse, né speranze”, ma con la sicurezza di essere un artista. A Parigi, nei primi anni Trenta, abita in un albergo dal nome italiano, Villa Borghese, gestito dall’amico Boris che compare proprio all’inizio del romanzo, con le sue idee sul Tempo e i pidocchi. Insieme a Boris, compaiono gli amici e le amiche di Montparnasse, fra cui Tania, evocata in questa pagina che parla di sogni, di sesso e ancora di tempo. 

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13 Novembre

13 novembre 2023

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A Buenos Aires lo Zahir è una moneta comune, da venti centesimi; graffi di coltello o di temperino tagliano le lettere NT e il numero due; 1929 è la data incisa sul rovescio. (A Guzerat, alla fine del secolo XVIII, fu Zahir una tigre; in Giava, un cieco della moschea di Surakarta, che fu lapidato dai fedeli; in Persia, un astrolabio che Nadir Shah fece gettare in mare; nelle prigioni del Mahdi, intorno al 1892, una piccola bussola avvolta in un brandello di turbante, che Rudolf Cari von Slatin toccò; nella moschea di Cordova, secondo Zotenberg, una vena nel marmo di uno dei milleduecento pilastri; nel ghetto di Tetuàn, il fondo di un pozzo).
Oggi è il tredici di novembre; il giorno sette di giugno, all’alba, lo Zahir giunse alle mie mani; non sono più quello che ero allora, ma ancora mi è dato ricordare, e forse narrare, l’accaduto. Ancora, seppure parzialmente, sono Borges

Jorge Luis Borges, Lo Zahir (1947) in L’Aleph, 1949, tr. it. F. Tentori Montalto, in Tutte le opere, I Meridiani Mondadori, 1985, I, p. 847

Dopo aver passato la notte vegliando l’amica Teodelina Villar, in un giorno di giugno, come resto di un’aranciata ordinata in una mescita di Buenos Aires, il narratore di questa storia – che si chiama Borges come l’autore- riceve una moneta da 20 centesimi. Da quel momento,  il piccolo oggetto diventa un’ossessione, un pensiero a cui non si riesce a sfuggire, un’immagine forte come un incantesimo, a cui gli Arabi danno il nome di Zahir. Chi incontra lo Zahir – sotto qualunque forma – non può pensare ad altro, fino a dimenticare il mondo reale, guadagnando, però, forse, la visione di tutti i “futuri possibili”. L’oggi in cui il narratore scrive è – come oggi – un 13 di novembre. 

Dicono del libro
“i racconti di questo libro appartengono al genere fantastico”.
(Dal’Epilogo di Borges nell’ed. Mondadori, op. cit.)

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12 Novembre

12 novembre 2023

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Quando ebbe richiuso la porta della stanza dietro di sé, si rese conto che lì non c’era altri che lui. Cercò di distruggere la sua solitudine mettendo in ordine gli oggetti da toeletta, i vestiti, i libri. Tentò di entusiasmarsi pensando che abitava in Rue de Caboul e che questa città è la capitale dell’Afghanistan, ma senza riuscirvi. Sentiva lo sciacquone scaricare di continuo. Collocò un tavolino sotto la lampada, prese un quaderno nuovo di zecca e si sedette di fronte alla pagina bianca che graffiò con la sua scrittura. Vincent Tuquedenne sapeva che quel giorno era un gran giorno e che inaugurava una nuova fase della sua vita. Perciò gli serviva per il suo diario un quaderno nuovo. Sul primo foglio annotò, molto semplicemente, Diario del 12 novembre 1920

Raymond Queneau, Gli ultimi giorni, 1936, tr. it. F. Bergamasco, ed. cons. Newton Compton, 2012, p. 42

A partire da ottobre, un ottobre del 1920 che, per colpa della prima guerra mondiale, non è più come prima (“le granate hanno mandato le stagioni a gambe all’aria”) compaiono via via i protagonisti del romanzo Gli ultimi giorni. Prima il signor Brabbant, poi il vecchio  professore di storia Tolut, che ritroviamo nel salotto di casa Brennuire qualche giorno dopo, l’undici di novembre (“due anni e due giorni dopo che Guillaume Apollinaire è morto”),  insieme al giovane studente Rohel. Il giorno successivo, il dodici novembre, arriva a Parigi da Le Havre un altro studente, Vincent Tuquedenne, per iscriversi al primo anno del corso di Lettere alla Sorbona. Dopo aver trascorso la giornata camminando, torna nella modesta stanza dell’albergo vicino alla stazione Saint-Lazare e si accinge a raccontare quella prima giornata. Una poesia Novembre 1920 e un tentativo di Diario del 12 novembre 1920 sono il risultato del suo primo impatto con Parigi, dove si muovono, insieme a lui e alle stagioni che ciclicamente ritornano, diversi destini. 

La citazione letta da Stefano Bollani (Dimmi Quando, DeeJay TV, 12.11.2014)

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Altre storie che accadono oggi

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“… Il giovedì dodici novembre, il commendatore Visanio e la signora Trigliona celebrarono in gran pompa il battesimo del piccolo Nivasio…”
Alberto Savinio, Infanzia di Nivasio Dolcemare

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“… Quando Fernand de Beaumont si suicidò, il dodici novembre del 1935, Bartlebooth era nel Mediterraneo…”
Georges Perec, La vita istruzioni per l’uso

11 Novembre

11 novembre 2023

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“Ho promesso di sposarti quando sarò maggiorenne, e tanto basta. Ho una parola sola. Ho promesso di sposarti appena avrò ventun anni, e non tollero che si continui ad angustiarmi. Di angustie ne ho a sufficienza. A parte la mia parola, non è probabile che ti lasci, dopo aver speso tutti questi soldi. E poi sono inglese, e non mi rimangio mai la parola. Jacky, sii ragionevole. Certo che ti sposerò. Soltanto smettila di tormentarmi.”
“Quand’è il tuo compleanno, Len?”
“Te l’ho detto e ridetto, l’undici novembre prossimo. Ora togliti un momento dalle mie ginocchia; qualcuno deve preparare la cena, suppongo”

Edward M. Forster, Casa Howard, 1910, tr. it. L. Chiarelli, ed. cons. Feltrinelli, 1991, p. 56

In un seminterrato di una strada chiamata Camelia Road, in un quartiere periferico di Londra, vive il giovane Leonard Bast. Modesto impiegato di una compagnia di assicurazioni, Leonard – detto Len – cerca di migliorare la sua posizione sociale e la sua cultura in un periodo – l’inizio del ‘900 – in cui le differenze fra i ceti sono forti. A un concerto alla Queen’s Hall, ha appena conosciuto  le sorelle Margaret e Helen Schlegel, vivaci intellettuali di origine tedesca, rappresentanti di una borghesia aperta alle relazioni fra classi sociali diverse. Dalla casa in centro delle sorelle, Leonard è arrivato, a piedi, alla sua abitazione, che condivide con una donna più grande di lui, Jacky. Insoddisfatto di questa relazione, Leonard ha comunque promesso alla sua compagna di sposarla, non appena la maggiore età gli consentirà di farlo senza il consenso della famiglia. Leonard Bast diventerà maggiorenne di lì a poco, un 11 novembre, un giorno di un mese più volte richiamato nel romanzo Casa Howard, mese di partenze e cambiamenti di vite. 

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10 Novembre

10 novembre 2023

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E così, per quanto incredibile possa sembrare, nello studio della casetta dietro la cappella congregazionalista, la sera di domenica 10 novembre 1896, il signor Fotheringay, sollecitato e invitato dal signor Maydig, cominciò a compiere miracoli. L’attenzione del lettore è richiamata in modo particolare e ben determinato sulla data. Egli obietterà, probabilmente ha già obiettato, che alcuni punti di questa storia sono improbabili, che se qualcosa del genere fosse veramente accaduto, sarebbe stato su tutti i giornali un anno fa. I particolari che seguono immediatamente li troverà abbastanza difficili da accettare, perché, tra le cose, comportano la conclusione che il lettore – o la lettrice – in questione deve essere stato ucciso in modo violento e senza precedenti più di un anno fa. Ora, un miracolo non è nulla se non è improbabile, e in realtà il lettore fu ucciso davvero in un modo violento e senza precedenti un anno fa. Nella parte successiva di questa storia la cosa diventerà perfettamente chiara e credibile, come ogni lettore onesto e ragionevole dovrà ammettere. Ma non è questo il luogo per la fine della storia, che ha appena passato la metà

Herbert G. Wells, L’uomo che poteva compiere miracoli, 1900, tr. it. P. Carta, in Racconti, Garzanti 1985, pp.130-31

La storia raccontata da Wells inizia e termina un sabato di novembre nel bar del “Long Dragon”, in cui si discute di miracoli fra scettici, come il signor Fotheringay, e possibilisti. Fra il principio e la fine della storia si insinua – forse – la domenica 10 novembre, quando Fotheringay, accortosi di avere dei poteri miracolosi, comincia ad usarli. Prima compie piccoli prodigi e poi via via osa azioni sempre più audaci. Con il proposito di migliorare il mondo, si ritrova addirittura a fermare il tempo, con conseguenze inimmaginabili, apocalittiche ma anche, nel racconto, reversibili. 

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9 Novembre

9 novembre 2023

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Era il 9 di novembre, vigilia del suo trentottesimo compleanno, com’egli ebbe spesso a ricordare in seguito. 
Stava rincasando a piedi verso le undici, dalla casa di Lord Henry dove aveva pranzato, ed era avviluppato in una pesante pelliccia perché la notte era fredda e nebbiosa. All’angolo di Grosvenor Squaree South Audley Street gli passò accanto nella nebbia un uomo che camminava molto in fretta, col bavero del pastrano grigio rialzato e una valigia in mano. Dorian lo riconobbe: era Basil Hallward. Fu preso da uno strano, inesplicabile senso di paura. Non fece segno alcuno di averlo riconosciuto e proseguì frettolosamente verso casa. Hallward però l’aveva visto ; e Dorian l’udì prima fermarsi sul marciapiede, poi corrergli dietro e dopo pochi istanti sentì la sua mano posarglisi sul braccio

Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray, 1891, tr. it. E. Grazzi, in Tutte le opere, Newton Compton, 1994, p. 107

Prima di partire da Londra per Parigi, dove ha intenzione di trattenersi sei mesi, il pittore Basil Hallward è passato a fare visita a Dorian Gray, l’amico che ha ritratto anni prima in un dipinto che, da allora, nessuno ha più rivisto. Realizzato mentre Dorian Gray era nel pieno della bellezza e del fascino, il dipinto – per un sortilegio inspiegabile – ha preso su di sé il passare del tempo, lasciando il volto di Dorian Gray uguale – bello e puro come nell’adolescenza – e registrando sulla tela  i segni dell’invecchiamento, del cinismo, degli eccessi compiuti da Dorian nella vita reale. Il pittore ha atteso dalle nove il rientro di Dorian a casa e sta per incamminarsi verso la stazione, quando incontra l’uomo all’esterno. Rientrati in casa, Basil si mostra preoccupato per la condotta del vecchio amico e quando gli chiede di rivedere il ritratto, la rivelazione dell’anima di Dorian impressa nel quadro come in un diario, scatena una reazione incontrollata da parte di questi. La data è il nove novembre, giorno in cui si perdono le tracce del pittore Basil Hallward.

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8 Novembre

8 novembre 2023

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La fiesta non sarebbe cominciata che molto più tardi e le strade che ricordavano tanti altri Giorni dei Morti erano praticamente deserte. Labari e festoni smagliavano: la grande ruota panoramica meditava lucente sotto gli alberi, immobile. Anche la città intorno e sotto di loro era già colma di rumori bruschi, remoti, come scoppi di colori sgargianti. 
¡Boxe! annunciava un manifesto.  ARENA TOMALÍN di fronte al Jardín Xicotancatl. Domenica 8 di novembre 1938. 4  emozionanti combattimenti

Malcolm Lowry, Sotto il vulcano, 1947, tr. it. G.Monicelli, ed. cons. Feltrinelli, 1984, p. 61
 
Il romanzo Sotto il vulcano ha inizio il due novembre del 1939 nella cittadina messicana di Quauhnahuac, con due uomini – il dottor Vigil e Jacques Laruelle –  che sulla terrazza di un hotel rievocano il Console Geoffrey Firmin, morto l’anno prima. E il due novembre dell’anno prima, di nuovo il giorno dei Morti, fa la sua comparsa il Console, alcolizzato e sofferente per il rapporto con la moglie Yvonne. La complessa storia del Console e il suo destino seguono l’ordine dei dodici capitoli, dodici come i mesi dell’anno, in cui novembre ha il suo rilievo. La città si prepara alla fiesta, agli spettacoli, agli incontri di boxe – come quelli annunciati dal manifesto per l’8 di novembre – mentre il tempo è un abisso che è sempre pronto ad aspettarti dietro l’angolo.

Dicono del libro

 

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