21 Dicembre

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21 dicembre 2013

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Era una giornata freddissima; perciò ella prese il trovatello e lo nascose nel cassettone della sua stanza. Il ventuno dicembre, a desinare, io stavo dicendo: “Bambine, è il solstizio d’inverno”,  e proprio allora dalle tubazioni del riscaldamento (il radiatore era sotto il buffet) giunse il vagito del neonato. Io abbassai la testa del mio berretto da caccia, di lana pesante, che portavo sempre a tavola, e per nascondere lo stupore mi misi a discorrere d’altro. Infatti Lily rideva, guardandomi con aria saputa, il labbro di sopra abbassato a coprire i denti, e in viso un caldo pallore. Guardai Ricey e vidi nei suoi occhi una tacita felicità

Saul Bellow, Il re della pioggia, 1958, tr. it. L. Bianciardi, ed. cons. Mondadori, 1984, p. 23

La scena si svolge verso la fine degli anni Cinquanta, in una città americana, a casa di Eugene Henderson, ricco e irrequieto discendente di una famiglia di pionieri. Il 21 dicembre, solstizio d’inverno, mentre la famiglia è a tavola, un vagito rivela che c’è un neonato nella stanza della figlia. È un bimbo trovato in una macchina, che rimarrà però poco a casa degli Henderson. Quel 21 dicembre, segnato dai preparativi per il Natale e dalla viva novità del bambino, è una delle ultime giornate trascorse da Henderson in famiglia. Di lì a poco, spinto dall’inquietudine, partirà all’improvviso per l’Africa, dove perderà la cognizione del tempo acquisendo un coraggio mai immaginato e il nome di Re della pioggia.

Dicono del libro
“Premio Nobel per la letteratura nel 1976, Saul Bellow racconta nel Il re della pioggia la vicenda di Eugene Henderson, un americano che, giunto a cinquantacinque anni pieno di donne, di figli e di denaro, fugge nel cuore dell’Africa alla ricerca di verità fondamentali sul mondo e su se stesso: ne emerge un ritratto fortemente comico, ma insieme inedito e corrosivo, del tradizionale ‘innocente’ americano”.

(Dalla quarta di copertina dell’ed. Mondadori, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… La mattina del lunedì, il ventun dicembre, scrisse a Lotte la lettera seguente, che dopo la sua morte fu rinvenuta sigillata sul suo scrittoio…” Wolfgang Goethe, I dolori del giovane Werther

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“… uccisero due amanti giovani / su un’auto ferma al parco di Saint-Cloud / lungo il viale della Felicità / sul calar della sera / del ventuno dicembre / millenovecentocinquantasei…”
Salvatore Quasimodo, Notizia di cronaca

 

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“… Il freddo – fine d’anno: il 21 dicembre…”
Roberto Bazlen, Città grigia

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“… Era il mattino del 21 dicembre 1931. Sandusky era distante sessanta miglia, e Hector dormì per quasi tutto il viaggio…”
Paul Auster, Il libro delle illusioni

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