19 Dicembre
19 dicembre 2015 |
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Il 19 dicembre 1853 partii da Saint Louis col treno della sera, diretto a Chicago. Non c’erano che ventotto passeggeri in tutto: non c’erano né donne né bambini. Eravamo di ottimo umore e facemmo ben presto buona conoscenza. Il viaggio si iniziò sotto lieti auspici, e credo che non un solo componente della comitiva avesse il benché minimo presentimento degli orrori che avremmo patito di lì a poco. Alle undici di sera cominciò a nevicare fitto. Poco dopo aver lasciato il piccolo villaggio di Welden ci inoltrammo in quella spaventosa prateria solitaria che si estende per leghe e leghe nel suo desolato squallore fino al campo di Jubilee. I venti, non ostacolati da alberi o da colli e neppure da rocce solitarie, sibilavano fieramente sulla pianura deserta, cacciando innanzi la neve come spruzzi di schiuma dalle onde crestate di un mare in tempesta. E la neve si accumulava rapidamente; si capiva, dalla diminuita velocità del treno, che la macchina si scavava un passaggio con difficoltà sempre crescente. E difatti, qualche volta si fermava addirittura, in mezzo a gran turbini di neve che si ammucchiavano lungo la linea come colossali monumenti funebri. La conversazione cominciò a languire
Mark Twain, Cannibalismo in treno, 1867 ca., tr. it. O. Previtali, in Il ranocchio saltatore e altri racconti, Rizzoli , 1950, p.108
Sul treno per Saint Louis, il narratore della storia incontra un uomo di mezza età, dall’aspetto mite e bonario, che inizia a raccontare un “capitolo segreto” della sua vita. Questa storia-nella-storia ha avuto inizio nella fredda sera del 19 dicembre sul treno diretto da Saint Louis a Chicago. Una tormenta eccezionale blocca il treno nella neve, in mezzo alla campagna deserta. Non c’è speranza di liberare la motrice e per i passeggeri si prospetta una lunga attesa, senza niente da mangiare e da bere. Con l’aumentare della fame, i viaggiatori prendono infine una decisione terribile, quella di sacrificare qualcuno del gruppo per mangiarlo. La decisione però, racconta l’uomo che – si viene a sapere – è stato anche un membro del Congresso, non è attuata con la violenza, ma attraverso le procedure di un paradossale dibattito in parlamento, con proposte, votazioni, obiezioni, dimissioni. Il racconto va avanti con l’elenco di tutti i viaggiatori cucinati, finché l’uomo non arriva alla sua stazione e scende. Sarà infine il controllare a chiarire ciò che è vero e ciò che immaginario, nella storia del viaggio in treno del 19 dicembre.