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Mi diressi verso gli scaffali, ne estrassi una storia della città di Parigi e rimasi lì in piedi a sfogliarla. C’erano piante e disegni degli antichi quartieri sulla riva sinistra. E mi riaffiorò alla memoria quel singolare Quattordici Luglio che trascorremmo insieme davanti alla locanda del sidro, nell’angusta, vecchissima rue de l’Hirondelle, appoggiati a una botte a guardare la danza delle variopinte fanciulle del vicino Hotel
Franz Hessel, Romanza parigina, 1920, tr. it. E. Arosio, Adelphi, 1997, p. 31
Nel 1916, mentre – in una cittadina polacca di frontiera – attende di essere mandato al fronte, un giovane soldato tedesco scrive all’amico francese Claude. Non gli parla della guerra che li ha divisi, ma degli anni trascorsi a Parigi in compagnia di artisti, poeti, modelle, cameriere, abitando a Montparnasse, a Passy e attraversando la città in lungo e in largo, di notte e di giorno. Per sopravvivere al presente, si rifugia nella memoria di un tempo irripetibile e, mentre inizia a raccontare dell’incontro con Lotte, enigmatica diciannovenne con cui ha condiviso i vagabondaggi parigini, ricorda un episodio accaduto un Quattordici Luglio, uno dei tanti momenti perfetti della vita prima della guerra.
Dicono del libro
Dicono del libro
“Per le strade di Parigi, «la città più carnale che ci sia», passeggiano instancabilmente un mite flâneur – ma la sua mitezza è un’insidiosa forma di seduzione – e una bionda diciannovenne tedesca, che dovrebbe migliorare il suo francese. Lotte vuole scoprire la «vera vita» della città, e il suo accompagnatore non chiede di meglio che iniziarla. Parigi sta vivendo un ultimo momento di inconsapevole felicità, poco prima che scoppi la Grande Guerra. E il flâneur la osserva come se già stesse per inabissarsi. Così comincia una storia su cui oggi, paradossalmente, sappiamo più di quanto non sapesse il suo autore quando la pubblicò nel 1920. Il flâneur è infatti Franz Hessel, che sarà Jules inJules e Jim di Henri-Pierre Roché, il grande amico a cui la Romanza parigina viene raccontata in forma di lettera, quasi per invitarlo a innamorarsi anche lui di Lotte. E Lotte – quella Helen Grund che diventerà la moglie di Hessel e l’amante di Roché – sarà Kathe in Jules e Jim. Ma le complicate geometrie sentimentali della vicenda non si sono ancora delineate: siamo sulla soglia, in un vagabondaggio malinconico e vibrante nel regno del possibile, immersi nelle sue variegate tentazioni.”
(Dalla bandella dell’ed. Adelphi, op. cit.)
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