24 Dicembre

24 dicembre 2014

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Una mattina, all’alba (era il 24 dicembre 1744) Paul scorse, alzandosi, una bandiera bianca inalberata sul monte La découverte. Era il segnale di un bastimento che si vedeva in mare. Paul corse in città nella speranza che portasse notizie di Virginie, e vi rimase fino al ritorno del pilota del porto che era salito sul bastimento, secondo l’usanza, per procedere al riconoscimento. L’uomo non tornò fino alla sera. Riferì al governatore che il bastimento segnalato era il Saint-Géran, aveva una portata di settecento tonnellate ed era comandato dal capitano M. Aubin; si trovava a quattro leghe al largo, e avrebbe gettato l’ancora nelle acque di Port-Louis il pomeriggio del giorno seguente, in caso di vento favorevole. Per il momento di vento non ne tirava affatto

Bernardin de Saint-Pierre, Paul e Virginie, 1787 tr. it. R. Carifi, Bompiani, 1995, pp. 100-101

La vicenda di Paul e Virginie si svolge nel Settecento nell’isola Mauritius, dove i due protagonisti sono cresciuti insieme sin da piccoli. Figli di due donne francesi che hanno dovuto rifarsi una vita lontano dalla patria, i due giovani sono vissuti felicemente nella natura, ignari della civiltà, finché Virginie non è stata costretta a tornare in Francia per una questione di eredità. Dopo una lunga assenza, la ragazza ritorna all’isola, al suo piccolo paradiso e al suo innamorato. La nave ha affrontato la traversata nel periodo degli uragani ed è giunta in prossimità dell’isola il 24 dicembre, giornata afosa, col cielo coperto di nubi basse. È il segno che di lì a poco si scatenerà una tempesta, dalla quale non tutti i passeggeri della nave riusciranno a salvarsi. Malgrado gli sforzi di Paul, Virginie sarà travolta dalle acque a poca distanza dalla riva, nel caldo del dicembre australe. 

Dicono del libro
Paul e Virginie inizia con ‘le rovine di due piccole capanne’ e si conclude con l’immagine della ‘terra desolata’ dove giace il corpo di Virginie. Nella parabola disegnata da questa duplice rovina è come se la natura venisse sottratta al tempo e restituita a un tempo immobile  primordiale, esattamente come la morte trasforma l’amore dei due ragazzi in un assoluto”.
(Dalla quarta di copertina dell’ed. Bompiani, op. cit.)

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“… è nostra immutabile usanza – disse Mr Wardle – alla vigilia di Natale, stare insieme, domestici e tutti, come siamo adesso, e aspettare i 12 rintocchi che annunciano il Natale…”
Charles Dickens, Il Circolo Pickwick

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“… Ha già un’ora e mezzo di ritardo-fece Arthur in tono lamentoso. Bè, si sa, è la vigilia di Natale – disse Annie…”
David H. Lawrence, Figli e amanti  

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“… Mio padre mi aveva angariato per anni, e una vigilia di Natale, reso ostile dall’alcol, lo sfidai…”
John Fante, A ovest di Roma

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“… Nell’epoca della Colonia, le famiglie abbienti si riunivano il 24 dicembre intorno a una grande tavola…”
Isabel Allende, Eva Luna