30 Agosto
30 agosto 2014 |
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Una volta all’anno, ma sempre in un bel mese, mi arrivano per posta dieci cartoline illustrate di Napoli. Le ricevo tutte insieme, un pacchetto di immagini, un piccolo film; dietro ogni cartolina leggo semplicemente la data e una firma: Luigi De Manes. È un mio vecchio amico, fu giovane con me; scrive il mio indirizzo e il suo nome sulle cartoline e per il resto si rimette a ciò che esse presumibilmente resusciteranno nel destinatario, solo che costui voglia degnare di una affettuosa occhiata i luoghi riprodotti. Bene. Dieci “illustrate al platino”, ossia lucide e lisce come i medaglioni; dunque, caro Luigi, ecco i facilissimi pensieri che mi sono derivati dalle tue cartoline del 30 agosto, senti”
Giuseppe Marotta, Cartoline, in L’oro di Napoli, 1947, ed. cons. Bompiani, 1961, p. 79
Il 30 agosto, come ogni anno, il narratore – trasferitosi da Napoli a Milano – riceve dieci cartoline della sua città. Senza messaggi, portano solo la firma dell’amico che le invia e la data estiva, del “bel mese” di agosto, quando “l’aria odora di alberi e di carne giovane, non so, come se le foglie crescessero sul capo di un bambino”.
Tutte insieme, costituiscono un “piccolo film”, fatto di diversi episodi accaduti nelle strade, sulle spiagge, in barca. Memoria e nostalgia si condensano nelle dieci immagini che aprono un varco nel tempo e subito lo richiudono: “il passato non serve a niente e l’avvenire sembra o è altrettanto inutile”.
Dicono del libro
“Napoli, io, certe pietre e certa gente: ecco quanto, forse si troverà in questo libro. Nella vita di ogni uomo di penna, poeta, giullare o quel che è, arriva sempre un momento (che può durare poco o molto) in cui la sua materia decide di somigliargli, rivelandosi esclusivamente composta di fatti e di volti che gli appartennero o che lo sfiorarono”.
(Dalla Prefazione all’ed. Bompiani, op. cit.)
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