9 Luglio
9 luglio 2015 |
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9 luglio. Bel tempo. Tutti furono occupati a riparare la murata di babordo. Peters si intrattenne di nuovo per un pezzo con Augustus, e parlò in maniera più esplicita di quanto non avesse fatto sino allora. Gli disse che nulla al mondo poteva costringerlo a mettersi dal punto di vista del secondo, e gli lasciò capire che intendeva strappare il brigantino dalle sue mani. Chiese anzi al mio amico se, nel caso, avrebbe potuto contare su di lui, al che, senza esitazione, Augustus rispose ‘Sì’.”
Edgar Allan Poe, Le avventure di Gordon Pym, 1838, tr. it. E. Vittorini (1937), ed. cons. Mondadori, 1990, p. 73
Il barometro segna bel tempo il 9 luglio del 1827, nel diario di bordo del giovane navigatore Arthur Gordon Pym. Si è imbarcato di nascosto, da meno di un mese, sul brigantino Grampus partito dal porto di Nantucket. Il viaggio è pieno di avvenimenti così straordinari che egli stesso, nel raccontarli, teme di non essere creduto. Subito dopo la partenza, all’altezza delle isole Bermude, un gruppo di ammutinati ha preso il comando della nave. Il 9 luglio è appena passata una tempesta e mentre i marinai discutono se far rotta verso le Antille per darsi alla pirateria, Gordon Pym e due compagni fidati decidono di riprendere in mano il brigantino. Ci riusciranno e il viaggio li porterà verso l’Antartide, fra fenomeni inspiegabili su cui la narrazione si interrompe.
Altre storie che accadono oggi
“…Il 9 luglio, durante una cerimonia al Bowling Green, ci fu data lettura di un documento appena giunto da Filadelfia…”
Gore Vidal, Burr
“… Il mattino del 9 luglio (Santa Amandine), notò come negli scaffali del Monoprix fossero già esposti in bell’ordine quaderni, classificatori, cancelleria in genere…”
Michel Houellebecq, Le particelle elementari
“…. Tieni bene a mente questa data, 9 luglio 1931, è la vera data di Isabelle…”
Daniel Pennac, La prosivendola (segnalazione di Sandra Muzzolini)
“… Finalmente arrivò il nove luglio. La sera dell’appuntamento da Fulcaniello, anche dopo il tramonto, il caldo si appiccicava addosso afoso e molliccio…”
Giuseppe Montesano, Nel corpo di Napoli