4 Maggio
4 maggio 2016 |
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“Non le ho ancora raccontato la parte più strana. Circa sei anni fa, il 4 maggio 1882 per essere precisi, apparve un annuncio sul Times, in cui si chiedeva l’indirizzo della signorina Mary Morstan, precisando che ne avrebbe tratto vantaggio facendosi viva. Non c’era né nome né indirizzo. A quell’epoca, avevo appena preso servizio nella famiglia della signora Cecil Forrester, come governante. Mi consigliò la signora stessa di scrivere il mio indirizzo negli annunci. Lo stesso giorno mi arrivò con la posta una piccola scatola di cartone, che conteneva una perla molto grande, splendente. Nessuno scritto l’accompagnava. Da allora, ogni anno alla stessa data, mi arriva sempre una scatola uguale, con dentro una perla uguale, senza alcuna traccia del mittente. Un esperto, dopo averle esaminate, le ha giudicate di rara varietà e di inestimabile valore. Potete voi stessi vedere come sono belle”
Arthur Conan Doyle, Il segno dei quattro, 1890, tr. it. M. Buitoni Duca, Rizzoli, 2002, pp. 26-27
Le date rivestono una notevole importanza nelle storie di Sherlock Holmes: giornali, timbri postali, lettere e biglietti scandiscono le vicende con precisione, offrendo la cornice temporale di molte deduzioni. È stato notato per esempio il ricorrere del giorno 4 di vari mesi nello Studio in rosso, il racconto che narra il primo caso risolto a cui partecipa anche il dottor Watson. Nel Segno dei quattro, il caso si presenta nelle vesti di una donna di ventisette anni, la signorina Mary Morstan (futura moglie di Watson), che racconta le strane circostanze che le sono capitate – a partire da sei anni prima – ogni 4 di maggio.
Altre storie che accadono oggi
“… Un viaggiatore solitario era intento a osservare quel panorama il 4 maggio del 1847…”
Arthur Conan Doyle, Uno studio in rosso
“… poiché siamo di maggio…
Lewis Carroll, Le avventure di Alice nel paese delle Meraviglie
“Ma sapete che giorno è oggi? Ho risposto che era il quattro di maggio…”
Bram Stoker, Dracula
“…Era il 4 maggio 1995. Cercammo di ordinare della slivoviz ma non ne avevano…”
Torgny Lindgren, Il pappagallo di Mahler