4 Agosto
4 agosto 2015 |
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Senza dubbio, inoltre, la coincidenza delle date era significativa per la sua mentalità superstiziosa. Era nata il 4 agosto; il 4 agosto aveva iniziato il giro del mondo; il 4 agosto era diventata l’amante di un individuo volgare. Nello stesso giorno mi aveva sposato; sempre il 4 aveva perduto l’amore di Edward, e Bagshawe era apparso come un sinistro presagio, un sogghigno nel volto del destino. Fu l’ultimo colpo. Corse di sopra, si sistemò decorativamente nel suo letto, bevve la fialetta di acido prussico, e giacque morta.
Ford Madox Ford, Il buon soldato, 1915, tr. it. Guido Fink (Feltrinelli 1960), Garzanti, Milano 1975, p. 115
Chi scrive queste righe è Ford Madox Ford nel romanzo Il buon soldato, ma a narrarle non è lui bensì il signor Dowell. Chi ne è l’oggetto, invece, è sua moglie, Florence Dowell che vede nella numerologia simmetrica della data il volto – più terrifico della mano – del destino. La vicenda sembra snodarsi linearmente, c’è il signor Dowell che ricorda e ricordando ritorna al suo matrimonio con Florence, alla loro fuga da un’America piena di merletti puritani verso il vecchio continente, allora molto più eccitante della terra delle opportunità. Il motivo del viaggio è simile a quello della montagna incantata, anche se là dove erano i polmoni qui è un problema di cuore a fare da motore alla trama. Anche gli sfondi narrativi sono gli stessi: ristoranti con polarizzate differenze di classe, luoghi di villeggiatura per l’alta borghesia che può finalmente permettersi la noia e, in ultimo, lunghi soggiorni termali. Ed è proprio durante uno di questi che la coppia dei Dowells conosce quella degli Ashburnhams, Edward e Leonora. Intorno a questi quattro personaggi si annodano i ricordi del narratore: Ashburnhan, il buon soldato, sta al centro, le due donne Leonora e Florence gli sono araldicamente accanto e Dowell, inetto ed incapace di imporsi, rimane invece in disparte, a quanto pare, solo per narrare la storia. Ma è appunto il modo in cui è narrata che colpisce: sembra lineare e lo è. Ma lo è solo a posteriori, solo dopo che il lettore ha sedimentato la trama, come dopo essersi ripassati un sogno, è pronto a raccontarla. Per farlo deve essere ordinata, e il bello è che quest’ordine non esiste nel libro, pieno invece di queste date che, come simboli o pietre miliari, sono capaci di atterrire, non meno del volto del destino.(Valentino Eletti)
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“… Il fatto era avvenuto nella mattina del 4 agosto, senza alcuna preparazione sospetta…”
Gabriele d’Annunzio, Trionfo della morte
“… La notizia fu recata il 4 (agosto) a Bakùnin quasi insieme da Alceste Faggioli e dallo Storto…”
Riccardo Bacchelli, Il diavolo al Pontelungo
“… Oggi è il 4 agosto, 2026, disse un’altra voce, scendendo dal soffitto della cucina nella città di Allendale, California. La data fu ripetuta tre volte, in modo che nessuno potesse dimenticarla…”
“… Si trattava quindi del duecentosedicesimo giorno dell’anno 1823. Homboe cercò il calendario: la lettera era stata impostata a Copenaghen il 4 agosto 1823…”
Denis Guedj, Il Teorema del Pappagallo