30 Marzo
30 marzo 2015 |
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I Baraglioul rientrarono a Parigi, alla mezzanotte del 30 marzo, nel loro appartamento in via Verneuil.
Mentre Marguerite si preparava per la notte, Julius, con una piccola lampada in mano e in pantofole, entrò nel suo studio, dove si ritirava sempre con piacere. La stanza era arredata sobriamente: erano appesi alle pareti alcuni quadri di Lépine e un Boudin; in un angolo, sopra un piedistallo girevole, il busto in marmo della moglie, opera di Chapu, metteva una macchia un po’ cruda; al centro, un grande tavolo Rinascimento su cui, da quando era partito, si erano andati ammucchiando libri, opuscoli e stampati pubblicitari; su un vassoio di smalto a scomparti, alcuni biglietti da visita con l’angolo piegato e, in disparte, appoggiata bene in vista a un bronzo di Barye, una lettera sulla cui busta Julius riconobbe la calligrafia del padre
André Gide, I sotterranei del Vaticano, 1914, tr. it. R. Ortolani, Garzanti, 1965, 45
La data del 30 marzo segna l’ingresso, nella nobile e cattolica famiglia Baraglioul, di un componente inaspettato, annunciato dalla lettera del padre che il protagonista di questa pagina, lo scrittore Julius, sta per leggere. Si tratta del giovane Lafcadio, figlio naturale del conte Baraglioul (come si scoprirà di lì a poco) e dunque fratellastro di Julius. Da quel giorno, la trama regolare della vita della famiglia verrà sconvolta da una catena di avvenimenti – un omicidio senza movente, una falsa crociata per la liberazione del Papa – tutti in qualche modo collegati a quel ragazzo, nato a Bucarest da una relazione clandestina e ricomparso a Parigi, per lettera, il 30 marzo.
Altre storie che accadono oggi
Horace Vernet, La Barriera di Clichy. Difesa di Parigi, 30 marzo 1814, olio su tela, 1820, Parigi, Louvre
“… 30 marzo. Stasera c’era, sotto il portico della biblioteca, Cranly che proponeva un problema…”
James Joyce, Dedalus
“… Van era riuscito a sapere che suo padre non sarebbe tornato a Manhattan prima del 30 marzo…”
Vladimir Nabokov, Ada o Ardore