30 Maggio
30 maggio 2016 |
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Oggi è il 30 maggio, stasera alla televisione c’è la partita Roma-Liverpool. Peccato che dovrò guardarla in francese, se mettessi sul canale italiano gli altri sarebbero furiosi. Il cielo è pieno di nuvole bianche, la finestra è aperta e guardo la gru immobile. Tutto quello che ho davanti sta per scomparire. Ho buttato giù i foglietti del calendario da tavolo, e ho guardato i giorni svolazzare al rallentatore coi loro numerini rossi
Beppe Sebaste, Café Suisse e altri luoghi di sosta, 1992, Feltrinelli 1992, p.133
Le giornate – in questa narrazione – non sono solo la cornice dove collocare le esperienze una dopo l’altra, ma hanno un loro preciso carattere e una loro evanescente consistenza. Lo scrittore le osserva e le attraversa al pari della città in cui si trova, dei locali, dei luoghi aperti e chiusi. “È buona l’aria” in questo 30 maggio che, finché non diventa un foglietto del calendario da staccare, riserva le grandi e piccole prodigiose sorprese di ogni giorno.
Altre storie che accadono oggi
“… Si trattava di un paio di fogli protocollo e di un vecchio cartello per le concessioni minerarie datato 30 maggio 1879, parte stampato e parte vergato a mano…”
Robert Louis Stevenson, Gli accampati di Silverado
“… Nel New Hampshire il 30 maggio è per decreto Giorno di Digiuno, ma non nelle due Caroline…”
Vladimir Nabokov, Lolita (segnalazione di Sandra Muzzolini)
“… 30 maggio. Non ho detto che me lo sentivo? Son morto da due giorni. Però niente cambiato, aveva ragione lei…”
Tommaso Landolfi, Cancroregina
“… E cosa era andato a fare, adesso, Paride, il 30 di maggio? Era andato a buttarsi giù dal settimo piano…”
Paolo Nori, La banda del formaggio (segnalazione di @Blogdispiccioli)