27 Agosto | 27. August

27 agosto 2024

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Es war am 27. August 1926, um vier Uhr nachmittags, die Läden waren voll, in den Warenhäusern drängten sich die Frauen, in den Modesalons drehten sich die Mannequins, in den Konditoreien plauderten die Nichtstuer, in den Fabriken sausten die Räder, an den Ufern der Seine lausten sich die Bettler, im Bois de Boulogne küßten sich die Liebespaare, in den Gärten fuhren die Kinder Karussell. Es war um diese Stunde, da stand mein Freund Tunda, zweiunddreißig Jahre alt, gesund und frisch, ein junger starker Mann von allerhand Talenten, auf dem Platz vor der Madeleine, inmitten der Hauptstadt der Welt und wußte nicht, was er machen sollte. Er hatte keinen Beruf, keine Liebe, keine Lust, keine Hoffnung, keinen Ehrgeiz und nicht einmal Egoismus.
So überflüssig wie er war niemand in der Welt.

Joseph Roth, Die Flucht ohne Ende, 1927

Era il 27 agosto 1926, alle quattro del pomeriggio, i negozi erano affollati, nei magazzini le donne facevano ressa, nelle case di moda le mannequins giravano su se stesse, nelle pasticcerie chiacchieravano gli sfaccendati, nelle fabbriche sibilavano gli ingranaggi, lungo le rive della Senna si spidocchiavano i mendicanti, nel Bois de Boulogne le coppie d’innamorati si baciavano, nei giardini i bambini andavano in giostra. A quell’ora il mio amico Franz Tunda, trentadue anni, sano e vivace, un uomo giovane, forte, dai molti talenti, era nella piazza davanti alla Madeleine, nel cuore della capitale del mondo, e non sapeva cosa dovesse fare. Non aveva nessuna professione, nessun amore, nessun desiderio, nessuna speranza, nessuna ambizione e nemmeno egoismo. Superfluo come lui al mondo non c’era nessuno

Joseph Roth, Fuga senza fine, 1927, tr. it. M. G. Paci Manucci, ed. cons. Adelphi 2010, p. 151

Il 27 agosto del 1926 si chiude il racconto di dieci anni di vita del tenente austriaco Franz Tunda. Le vicende narrate hanno inizio nell’agosto del 1916, quando Tunda è fatto prigioniero dai russi, riesce a fuggire dal campo con l’aiuto di un polacco, vive dimenticato nella taiga, cerca di tornare a Vienna, è catturato, liberato, coinvolto nella rivoluzione bolscevica. Senza dimenticare la sua fidanzata viennese, conosce diverse donne, si sposa anche, nella città di Baku. Ma ogni sosta – com’è stato detto – “è solo un momento di sospensione nel turbine di una fuga senza fine”, che si ferma a Parigi, dove – “gli pareva, era il suo posto e la sua fine” e dove il narratore della sua storia lo incontra il 27 agosto.

Dicono del libro

 

Altre storie che accadono oggi

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“… 27 agosto, fu una delle date più importanti del viaggio sotterraneo. Quando me lo rammento, ancora mi batte il cuore dallo spavento…”
Jules Verne, Viaggio al centro della Terra

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“… presso all’orlo, portava una scritta ancora leggibile: ‘Le more: 27 agosto 1880. Memento!’…”
Gabriele d’Annunzio, L’innocente (segnalazione di Sandra Muzzolini)

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“… Caro Mainardi – coraggio, l’estate sta per finire. Siamo al 27 agosto e il gran caldo di questi giorni non è che lo spasimo culmine…”
Elio Vittorini, Il garofano rosso

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“…. Una notte di agosto, di quelle agitate da un vento tiepido e tempestoso, camminavamo sul marciapiede indugiando e scambiando rade parole…”
Cesare Pavese, Fine d’agosto

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“… But why August? Why the 27th? Why 1956? Was something trying to tell him something?…”
John Barth, The Rest of Your Life 

 

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