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Der 1. August!
Ein Abend, eine Nacht und ein Tag sind ohne besondere Dinge vorübergegangen. Der Abend ist wieder da, es ist der Festabend. Schon fängt man an, Kerzen in Brand zu stecken. Aus der Ferne dringen die dumpfen Schläge der Böllerschüsse zu den Ohren der um das Haus Versammelten. Tobler hat für einige Flaschen guten Weines gesorgt. Der Mechaniker, der den »Schützenautomaten« in Arbeit hat, ist vom Nachbardorf zu der festlichen Veranstaltung zu Toblers herübergekommen. Auch die beiden Parketteriefrauen sind da. Man sitzt im Gartenhaus und hat die Weine bereits angestochen. Tobler glänzt vor Festnachtfreude, schon jetzt, und je dunkler es am Himmel und auf der Erde wird, um so feuriger drückt sich dieser eigentümliche Glanz auf seinem rötlichen Gesicht ab. Joseph zündet Kerzen und Lampen an, er muß sich unter jeden Busch hinabducken, um Beleuchtungsstellen zu suchen. Vom Dorf her hört man ein murmelndes Singen und Lärmen, als müsse dort, in der Entfernung eines schwachen Kilometers, eine rauschende Freude herrschen. Neue Schüsse! Diesmal donnern sie vom andern Seeufer herüber.
Robert Walser, Der Gehülfe, 1908
Il primo agosto. Una sera, una notte e un giorno sono passati senza nulla di particolare. Ora è di nuovo sera, la sera della festa, e già si comincia ad accendere le candele. Alle orecchie delle persone raccolte intorno alla casa giungono da lontano i colpi sordi dei mortaretti. Tobler ha fatto venire alcune bottiglie di vino buono. Il meccanico che sta lavorando alla Cartuccera Automatica è venuto, dal villagio vicino, ai festeggiamenti della famiglia Tobler. Ci sono anche le due donne della falegnameria. Tutti sono venuti nella veranda e hanno incominciato ad assaggiare i vini. Tobler è raggiante per la gioia della notte festiva, già ora, e quanto più il cielo e la terra si oscurano, tanto più luminoso appare quello strano splendore sul suo viso arrossato. Giuseppe accende candele e lampadine, deve accucciarsi sotto a ogni cespuglio in cerca degli attacchi. Dal villaggio giunge un mormorio di canti e parole come se là, alla distanza di uno scarso chilometro, regnasse una gioia rumorosa. Altri spari! Questa volta tuonano dalla sponda opposta del lago
Robert Walser, L’assistente, 1908, tr.it. E. Pocar, Einaudi 1978, pp.58-59
Giuseppe (Joseph) Marti, un giovane di pochi mezzi, ha preso servizio in primavera presso la casa dell’ingegner Tobler, in una località sul lago di Zurigo. Si tratterrà per un anno, seguendo gli insuccessi imprenditoriali dell’ingegnere e la lenta decadenza della famiglia, che non impediscono però di godere di alcuni piaceri della vita quotidiana, del paesaggio, della convivialità. Il primo di agosto si celebra la festa nazionale, ai cui preparativi l’assistente contribuisce, aiutando ad allestire le luminarie. La ricorrenza del primo di agosto è festeggiata animatamente con brindisi e fuochi d’artificio, la cui “pioggia di scintille” – come in una premonizione – ” crepita con molto fracasso ed effetto momentaneo, ma ricade subito nel nulla”.
Dicono del libro
Dicono del libro
“L’ assistente che Robert Walser descrive è lui stesso. Il luogo del romanzo che, secondo le parole dell’autore, dovrebbe essere un ‘estratto della vita quotidiana svizzera’, è Wädenswil, un comune sul lago di Zurigo, mezzo industriale e artigiano, mezzo agricolo, dove l’autore venticinquenne lavorò dall’estate 1903 al gennaio 1904, nella villa Stella Vespertina, situata sopra un colle, come impiegato di un ingegnere meccanico”
(C. Seelig, nella Nota del curatore, ed. Einaudi, op. cit.)
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