25 Febbraio
25 febbraio 2014 |
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Il mattino del 25 febbraio 1848, si sparse a Chavignolles la notizia, portata da uno che veniva da Falaise, che Parigi era coperta di barricate; e l’indomani sull’ingresso dell’edificio comparve l’avviso che era stata proclamata la Repubblica. Questo grande avvenimento impressionò i benestanti. Ma quando si apprese che la Corte di Cassazione, la Corte d’appello, la Corte dei conti, la Camera di Commercio, l’Ordine dei notai, quello degli avvocati, il Consiglio di Stato, l’Università, i generali e persino il signor de la Rochejacquelein avevano dato la loro adesione al governo provvisorio, le fronti si spianarono; e, visto che nella capitale si piantavano alberi della libertà, il consiglio municipale decise che anche a Chavignolles bisognava piantarne. Nella sua esultanza per il trionfo del popolo, Bouvard ne offrì uno; quanto a Pécuchet la caduta della monarchia confermava a puntino le sue previsioni: non poteva che rallegrarsene. Felice di riceverne l’ordine, Gorju s’affrettò a sradicare uno dei pioppi che costeggiavano il prato oltre la Montagnetta; e lo trasportò fino al Pas de la Vaque, all’entrata del borgo, dove lo si doveva piantare
Gustave Flaubert, Bouvard e Pécuchet, 1881 (post.), tr. it. C. Sbarbaro, Einaudi 1964, p.122
Nel gennaio del 1839, Bouvard ha eredito una rendita, avvenimento che ha consentito a lui e all’amico Pécuchet – entrambi impiegati parigini di mezza età – di trasferirsi a Chavignolles, fra Caen e Falaise, per dedicarsi a imprese agrarie e a progetti enciclopedici. Gli anni trascorrono e arriva il 1848, con la rivolta – nel mese di febbraio – delle opposizioni liberali e repubblicane alla monarchia di Luigi Filippo. Avvenimenti di cui, in questo romanzo postumo, Flaubert immagina l’arrivo a Chavignolles, nello stesso febbraio del ’48.
Dicono del libro
“La storia dei due impiegati parigini si sviluppa come una parabola. Bouvard e Pécuchet sono due copisti affratellati da una candida passione per le ‘idee’. Una grossa eredità toccata a Bouvard consente a lui e all’amico di lasciare l’impiego e di trasferirsi in campagna per potersi dedicare a una febbrile ricognizione del sapere umano”
(dalla quarta di copertina dell’ed. Einaudi, op. cit.)
Altre storie che accadono oggi
“… Il venticinque febbraio, giorno della partenza, lo zio Piero si alzò alle sette e mezzo e andò alla finestra…”
Antonio Fogazzaro, Piccolo mondo antico
“… Il mattino del 25 febbraio mi sono messo a dipingere all’impiedi, senza visiera e senza lente, con una dozzina di pennelli e una tavolozza con le ciotoline…”
Georges Perec, Il condottiero (segnalazione di Aldo Spinelli)