21 Settembre

21 settembre 2013

 

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Quel 21 settembre i titoli dei giornali della sera annunciavano a tutti i baiani: CITTA’ IN FESTA – LA PRIMAVERA E I MARINAI.
Al bar Flor-de-São-Miguel, la sera precedente, prima che si sapesse dell’invasione di rua Barroquinha da parte delle forze di polizia della Sezione Giuoco e Buoncostume e del grido di guerra di Nilia Cabarè, e prima del pronunciamento di Exú Tirirí, il giovane Kalíl Chamas aveva biasimato con parole piene di infiammata indignazione la pletora di pedissequi imitatori dei costumi europei che festeggiavano l’arrivo della primavera nel bel mezzo dei piovaschi settembrini – una caterva di idioti, gli stessi che, in occasione della Pasqua, travestivano i figli da conigli e, nel più torrido dicembre, collocavano fiocchi di cotonina sugli alberi di Natale simulando le nevi invernali (…) Seduto al tavolino del bar si sfoga contro il vezzo idiota di importare abitudini straniere che in Brasile non hanno senso. Ai Tropici l’inverno dura sei mesi di pioggia e l’estate sei mesi di calore soffocante: parlare di primavera e d’autunno è ridicolo

Jorge Amado, Teresa Batista stanca di guerra, 1972, tr. it. G. Segre Giorgi, Einaudi 1975, p.485, 486

Dopo molte vicissitudini, dopo aver ucciso il suo violentatore, dopo essere stata amante, prostituta, infermiera, ballerina di samba, Teresa Batista si trova nella città brasiliana di Bahia. Grande è il disordine di quei giorni in cui gli interessi degli speculatori e degli sfruttatori della prostituzione – aiutati dalla polizia – si scontrano con la rivolta delle donne, mentre una nave americana piena di marinai, potenziali clienti, sta entrando in porto. Il calendario segna il 21 settembre e dunque – nell’emisfero meridionale – l’inizio della primavera. E proprio una festa della primavera, con la sfilata, si prepara, come annuncia il giornale della sera. Ma in quella zona del Brasile – fa notare uno studente – parlare di primavera e di autunno è “puro colonialismo”, una tradizione importata dall’Europa. 

Dicono del libro
“In questo romanzo, pubblicato in Brasile nel 1972, Jorge Amado riprende certi motivi del racconto popolare: quelle storie ‘vere’, di ‘peste, fame e guerra, morte e amore’, diffuse dai cantastorie. Le cinque narrazioni che compongono il libro si fingono raccolte nelle fiere del ‘sertão’ o sui moli del porto di Bahia da un venditore ambulante, cui l’autore si rivolge per sapere di Teresa Batista, la bella dalla pelle ramata e dai lunghi capelli neri, guizzante come una ballerina di samba. Venduta tredicenne a un signorotto sadico, poi prostituta, amante di un potente dottore che la sottrae al carcere e al bordello, Teresa risorge miracolosamente vergine ad ogni nuovo sbocciare dell’amore, e infine trova il suo vero uomo nel marinaio Janu, che la porta sulla sua casa-barca”.
(Dalla bandella dell’ed. einaudi, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… le ultime  ore sane e salve, integre, per così dire, della sua vita, nel pomeriggio di quel lunedì 21 settembre 1925…”
Heimito von Doderer, I demoni

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“… Dopo di che, non ci volle molto per arrivare al 21 settembre 1668, quando la Company mise finalmente le mani sull’isola…”
Salman Rushdie, I figli mezzanotte

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“… Il 21 settembre 1933 Enrico trasferisce la sua residenza dal comune di Gorizia a quello di Umago, in Istria…”
Claudio Magris, Un altro mare

 

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“… La mattina successiva, che era il 21 settembre, partivamo in crociera per una settimana…”
Piero Chiara, La stanza del vescovo (segnalazione di Sandra Muzzolini)

 

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“…Do you remember the 21st night of September?…”
Earth, Wind & Fire, September (da Sandra Muzzolini e Laura Serranti)