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Sull’imbrunire, il pomeriggio di San Valentino, Boldwood sedeva a cena come il solito, accanto a un radioso fuoco di vecchi ceppi. Sulla mensola del focolare, a lui davanti, si trovava un orologio, sormontato da un’aquila con le ali spiegate, e sulle ali dell’aquila era posata la lettera che Batsceba gli aveva spedito. Lo sguardo dello scapolo la fissava con tanta continuità, che il grosso sigillo rosso era divenuto una macchia di sangue sulla retina del suo occhio, e mentre mangiava e beveva, non faceva che rileggerci nella fantasia le parole che vi erano sopra, sebbene fossero troppo lontane per la sua vista.
“Sposami”
Thomas Hardy, Via dalla pazza folla, 1874, tr. it. P. Jahier e M.-L. Rissler Stoneman, Garzanti, 1973 81989), p. 107
Nel tempo della campagna inglese, i giorni sono identificati dai mutamenti delle stagioni e della luce, dalle feste religiose, dal nome dei santi, fra cui – in questa storia di innamoramenti – ha un posto d’onore san Valentino, con la sua tradizione di inviare lettere e biglietti. La bella e giovane Batsceba ha inviato uno di questi messaggi, per scherzo, al signor Boldwood, provocando, come conseguenza, una vera proposta di matrimonio, una delle molte che costellano questa storia:“Di nuovo il messaggio di San Valentino! … Non avrei mai dovuto sognarmi di mandarvi quel messaggio”.
Dicono del libro
“Pubblicato anonimo, a puntate, sul Cornhill Magazine, ebbe subito fortuna: e ha continuato a mantenerla, se qualche anno fa il cinema inglese ne ha voluto visualizzare, si deve dire con gusto ma senza quella forza calma e quel mistero che ne formano l’incanto, la storia. Che non è priva di punte drammatiche, che procedendo verso l’epilogo assume tinte tragiche, ma alla fine si ricompone: l’equilibrio della piccola comunità rurale che ne è lo scenario, fermo e cangiante, nel succedersi delle stagioni”
(dall’introduzione di A. Bertolucci, ed. Garzanti, op. cit.)
Altre storie che accadono oggi
“… Il 14 febbraio era la “festa della caccia agli uccelli”, una festa di bambini che esprimeva
lo spirito più autentico di questo paese della neve…” Yasunari Kawabata, Il paese delle nevi
“…La cosa non lo turbò minimamente. Ci sposammo una settimana dopo, il giorno di San Valentino…”
Truman Capote, L’arpa d’erba
“… Il 14 febbraio Kimura parlò a mio marito della Polaroid…”
Junichiro Tanizaki, La chiave
“… Che cosa non darei per il ricordo / D’un portone di villa segreta / Che mio padre spingeva ogni sera / prima di smarrirsi nel sonno / E spinse per l’ultima volta / Il quattordici febbraio del 38…”
Jorge Luis Borges, Elogio del ricordo impossibile
“… Come regalo per il giorno di San Valentino Jerry le confezionò una pelliccia di criceto…”
Philip Roth, Pastorale americana
“… Sabato 14 febbraio dell’anno 1900 un gruppo di allieve del collegio Appleyard andò in picnic ad Hanging Rock…”
Peter Weir, Picnic ad Hanging Rock
“… wish me a happy Valentine’s day…”
The Ethernal Sunshine of the spotless mind – Se mi lasci ti cancello (segnalazione di Lorena De Amicis)
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Sull’imbrunire, il pomeriggio di San Valentino, Boldwood sedeva a cena come il solito, accanto a un radioso fuoco di vecchi ceppi. Sulla mensola del focolare, a lui davanti, si trovava un orologio, sormontato da un’aquila con le ali spiegate, e sulle ali dell’aquila era posata la lettera che Batsceba gli aveva spedito. Lo sguardo dello scapolo la fissava con tanta continuità, che il grosso sigillo rosso era divenuto una macchia di sangue sulla retina del suo occhio, e mentre mangiava e beveva, non faceva che rileggerci nella fantasia le parole che vi erano sopra, sebbene fossero troppo lontane per la sua vista.
“Sposami”
Thomas Hardy, Via dalla pazza folla, 1874, tr. it. P. Jahier e M.-L. Rissler Stoneman, Garzanti, 1973 81989), p. 107
Nel tempo della campagna inglese, i giorni sono identificati dai mutamenti delle stagioni e della luce, dalle feste religiose, dal nome dei santi, fra cui – in questa storia di innamoramenti – ha un posto d’onore san Valentino, con la sua tradizione di inviare lettere e biglietti. La bella e giovane Batsceba ha inviato uno di questi messaggi, per scherzo, al signor Boldwood, provocando, come conseguenza, una vera proposta di matrimonio, una delle molte che costellano questa storia:“Di nuovo il messaggio di San Valentino! … Non avrei mai dovuto sognarmi di mandarvi quel messaggio”.
Dicono del libro
“Pubblicato anonimo, a puntate, sul Cornhill Magazine, ebbe subito fortuna: e ha continuato a mantenerla, se qualche anno fa il cinema inglese ne ha voluto visualizzare, si deve dire con gusto ma senza quella forza calma e quel mistero che ne formano l’incanto, la storia. Che non è priva di punte drammatiche, che procedendo verso l’epilogo assume tinte tragiche, ma alla fine si ricompone: l’equilibrio della piccola comunità rurale che ne è lo scenario, fermo e cangiante, nel succedersi delle stagioni”
(dall’introduzione di A. Bertolucci, ed. Garzanti, op. cit.)