14 Aprile

14 aprile 2016

 

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Rilesse la lettera più volte. Una lettera di suo padre, e non ne aveva mai saputo  nulla. Un testamento di cui ignorava l’esistenza. Perché sua madre non gliel’aveva  mai mostrata? E Perché nominava tanto di rado il padre? Perché non ne parlavano mai? E com’era potuto accadere che cancellasse quell’uomo dalla memoria? Un uomo che aveva conosciuto poco, certo, ma di cui aveva pure qualche ricordo? In calce alla lettera, una data: 14.IV.1864. Trent’anni prima. Spense il lume. Suonarono le quattro, la stanza era quasi buia

Eustachy Rylski, Una provincia sulla Vistola, 1984, tr. it. A. Zoina, Sellerio 1988, p.47

La storia dell’ufficiale Stankiewicz è raccontata muovendosi dalla fine dell’Ottocento ai primi anni del Novecento, dal Caucaso a Mosca a Varsavia, dai ricordi d’infanzia alle scene di guerra. Figlio di un patriota polacco ucciso – quando egli era un bambino – da un cosacco; cresciuto a Mosca dopo il matrimonio della madre con un russo; diventato ufficiale, Stankiewicz torna a casa per la morte della madre e lì trova la lettera che il padre ha scritto il 14 aprile di trent’anni prima e che lo porta di nuovo indietro nel “rosso cerchio del tempo”. 

 

Dicono del libro

Altre storie che accadono oggi

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“… Ormai, in quella mattina di mercoledì 14 di aprile dell’anno del Signore 1204, ovvero seimilasettecentododici dall’inizio del mondo…”
Umberto Eco, Baudolino

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“… Ci trovavamo a Le Bourget, il 14 aprile 1928, dunque, in mezzo a una folla che scrutava il cielo…”
Hervé Jaouen, Le dodici stanze di Monsieur Hannibal


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“… 14 aprile 1892  Scasso senza furto. Il nostro corrispondente da Vigàta ci segnala un singolare episodio capitato ier notte in quella cittadina…”
Andrea Camilleri, La concessione del telefono

 

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