12 Giugno
12 giugno 2013 |
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Le dieci o dodici pagine successive erano riempite da una curiosa serie di annotazioni. C’era una data a un capo d’ogni riga, e all’altro capo una somma di danaro, come in un normale libro di conti; ma invece della causale c’era nel mezzo soltanto un numero variabile di croci. Al 12 giugno del 1745, per esempio, era annotata una somma di settanta sterline che evidentemente era dovuta a qualcuno, e non c’era nulla, a parte sei croci, che ne spiegasse il motivo. In qualche caso, però, era stato aggiunto il nome di una località, come “Al largo di Caraccas”, oppure una semplice indicazione di latitudine e longitudine: “62° 17′ 20″, 19° 2′ 40″”.
Robert Louis Stevenson, L’isola del tesoro, 1883, tr. it. L. Maione, Feltrinelli 2001 (2010), p. 78
Dal pacchetto di tela cerata che il vecchio lupo di mare Billy Bones ha lasciato, morendo, nella locanda di Jim Hawkins, sono usciti un quaderno e una carta sigillata. Quest’ultima è la mappa di un’isola con tre croci in inchiostro rosso, la data di agosto 1750 e la scritta “Qui il grosso del tesoro”. Il quaderno è il libro dei conti del marinaio, che faceva parte dell’equipaggio del capitano Flint, il pirata. In un mondo in cui le date suggellano contratti, deposizioni, atti notarili, anche un pirata ha bisogno di mettere nero su bianco, con incerta scrittura, la parte del bottino che gli spetta, collegandola con esattezza al giorno del saccheggio. Come questo 12 giugno del 1745 in cui una nave sarà stata assalita e i poveretti che erano a bordo “si saranno tramutati da un pezzo in corallo”.
Dicono del libro
“Tra l’ottobre del 1881 e il gennaio del 1882 il romanzo esce a puntate sulla rivista giovanile ‘Young Folks’ con il titolo L’isola del tesoro; o l’ammutinamento dell’Hispaniola (Treasure Island; or the Mutiny of Hispaniola). L’autore opta per uno pseudonimo: Captain George North. Il titolo originale, Il cuoco di bordo (The Sea Cook), viene accantonato su insistenza del direttore della rivista, James Henderson. Il romanzo non riscuote grande successo fino alla pubblicazione in volume nel 1883, con la Cassell & Company di Londra.”
(dall’Introduzione di L. Maioni all’ed. Feltrinelli, op. cit.)