11 Marzo | Marzo 11
11 marzo 2024 |
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El presidente se sirvió dos veces sin medirse en los elogios, y le encantaron las tajadas fritas de plátano maduro y la ensalada de aguacate, aunque no compartió las nostalgias. Lazara se conformó con escuchar hasta los postres, cuando Homero se atascó sin que viniera a cuento en el callejón sin salida de la existencia de Dios.
—Yo sí creo que existe —dijo el presidente—, pero que no tiene nada que ver con los seres humanos. Anda en cosas mucho más grandes.
—Yo sólo creo en los astros —dijo Lazara, y escrutó la reacción del presidente—
—¿Qué día nació usted?
—Once de marzo.
—Tenía que ser —dijo Lazara, con un sobresalto triunfal, y preguntó de buen tono—: ¿No serán demasiado dos Piséis en una misma mesa?
Gabriel García Márquez, Buen viaje, Señor Presidente, Doce cuentos peregrinos, 1992
Il presidente si servì due volte senza risparmiare lodi, e andò in sollucchero per le fette di banana matura fritta e per l’insalata di avocado, anche se non spartì le nostalgie. Lázara si rassegnò ad ascoltare fino al dolce, quando Homero si infilò senza che venisse a proposito nel vicolo cieco dell’esistenza di Dio.
“Io ci credo che esiste” disse il presidente, “ma non ha nulla a che vedere con gli esseri umani. E’ preso da cose molto più importanti.
“Io credo solo negli astri” disse Lázara. E scrutò la reazione del presidente.
“Lei in che giorno è nato?”
“Undici marzo.”
“Così doveva essere” disse Làzara con un sussulto trionfale, e domandò con garbo:
“Non saranno troppi due Pesci alla stessa tavola?”
Gabriel García Márquez, Buon viaggio, signor presidente, 1992, tr. it. A. Morino in Dodici racconti raminghi, Mondadori 1992, p.29
A Ginevra, a tavola di due connazionali emigrati, un ex presidente in esilio e in disgrazia – giunto in Svizzera dalla Martinica per curare una seria malattia – ripercorre le alterne fortune della sua vita: i rovesci politici, la lontananza dalla patria, la condizione di esule. Fuori è autunno e già freddo, mentre il cibo in tavola evoca i Caraibi e la conversazione dirige verso lo zodiaco e il destino. Lázara, la moglie dell’autista d’ambulanza che ha invitato il presidente – prima sperando di trarne qualche vantaggio economico e poi affezionandosi all’anziano malato che interroga i fondi di caffè – “aveva una fiducia cieca nei suoi pronostici astrali”. Dentro di sé ha indovinato che il presidente è del segno dei Pesci. Come lo è, del resto, lo stesso scrittore Gabriel García Márquez.
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Ernst Lothar, La melodia di Vienna (segnalazione di Maria Di Cuonzo)
Jean-Antoine Gros, Napoleone Bonaparte visita gli appestati a Giaffa l’11 marzo 1799, 1804 (olio su tela), Parigi, Louvre